Berlusconi: "Se ho commesso errori è perché ho creduto nella libertà. Li rifarei"

L'ex premier a tutto campo tra politica, sport e imprenditoria: il racconto degli ultimi sessant'anni della sua straordinaria avventura. "Je ne regrette rien"

Berlusconi: "Se ho commesso errori è perché ho creduto nella libertà. Li rifarei"

Era il 1962 quando nasceva il settimanale Panorama, un magazine incentrato sull'attualità e sulla politica che, da allora, non ha mai interrotto le pubblicazioni. Ha raccontato la storia d'Italia degli ultimi 60 anni, una storia che si è inevitabilmente intrecciata con quella di Silvio Berlusconi, figura imprenditoriale, prima ancora che politica. Nel 1962, Silvio Berlusconi era fresco di laurea con 110 e lode, ottenuta con una tesi sulla pubblicità che gli valse anche un premio in denaro. "Con i miei pochi capitali, ma molte buone idee, ero entrato in società con un importante costruttore edile dell'epoca, Pietro Canali", ha spiegato il Cavaliere in un'intervista concessa al settimanale, al quale racconta l'assoluta dedizione al lavoro, che tutt'oggi gli viene universalmente riconosciuta.

I successi in politica, nell'imprenditoria e nello sport

"Lavoravo giorno e notte, dormivo pochissimo, mi occupavo di tutto", ha detto Berlusconi ricordando quegli anni. Partito dall'imprenditoria edile, il Cavaliere nella sua lunghissima carriera ha spaziato, arrivando ai vertici anche della televisione e dello sport, oltre che della politica. Per tutte queste attività nutre uno speciale affetto: "A tutte mi sono dedicato col più grande impegno e da tutte ho ricavato grandi soddisfazioni". Le sue città sono tutt'oggi un modello studiato da architetti e ingegneri di tutto il mondo. Le sue televisioni, in Italia e in Europa, sono al vertice delle preferenze del pubblico e hanno rivoluzionato il mondo dell'emittenza. Sotto la sua guida, il Milan è stato la squadra più vincente del mondo. "In politica la coalizione che ho creato 28 anni fa è oggi al governo del Paese: grazie a quella mia intuizione il centro e la destra democratica, insieme, possono offrire un governo agli italiani", ha spiegato Silvio Berlusconi.

La discesa in campo nel 1994

Era il 1994 quando Silvio Berlusconi decise di candidarsi contro il parere di molti per combattere il post-comunismo all'indomani della dissoluzione dell'Urss. "I nostri comunisti rischiavano di vincere le elezioni. Invece arrivò il terremoto Berlusconi. In quel momento sentii forte il dovere di scendere in campo per il mio Paese", ha dichiarato il Cavaliere ricordando quegli anni. La decisione fu sostenuta anche da sua madre, che dopo un iniziale momento di dubbio, lo spinse a fare quello che davvero sentiva. "Non saresti il figlio che io e tuo padre pensavamo di aver educato se, sentendo così forte dentro di te il dovere di farlo, non trovassi anche il coraggio di farlo", gli ha detto la signora Rosa quando lui gli comunicò la sua decisione. Silvio Berlusconi ha avviato la rivoluzione liberale del Paese che ancora non si è compiuta del tutto: "Ogni volta che ho potuto fare qualcosa per rendere gli italiani più liberi ho avuto l'intima soddisfazione di aver realizzato una parte di quella rivoluzione liberale di cui l'Italia continua ad avere bisogno".

Gli obiettivi del governo in carica

Forza Italia, il partito nato 28 anni, è una delle tre colonne principali dell'esecutivo di questa legislatura. Silvio Berlusconi, rieletto in Senato dopo anni di ingiusta lontananza, oggi come nel 1994, si è speso in prima persona in campagna elettorale, con promesse che stanno trovando attuazione. Tra i cavalli di battaglia di Forza Italia fin dalla sua fondazione c'è il nodo delle pensioni e la tutela dei giovani. "Abbiamo detto che nella legislatura porteremo le pensioni minime a mille euro. Bene, adesso, con i pochi soldi che abbiamo, possiamo cominciare a portarle a 600 euro. Poi con cento euro all'anno dovremo arrivare ai mille euro", ha spiegato il Cavaliere durante la cena sociale di Natale del Monza, sua ultima avventura sportiva di successo.

Per quanto riguarda i giovani e il lavoro, invece, l'ex premier ha ribadito la sua idea di "detassare e decontribuire le assunzioni dei giovani tra i 18 e i 34 anni. Questo dà a tutti gli imprenditori e tutte le imprese una grande convenienza di assumere giovani per un contratto a tempo indeterminato e non gli costa più come con gli altri. Oggi se uno dà 1.500 euro a un suo dipendente, all'azienda costa due volte tanto, 3.300 euro".

E sulla deburocratizzazione dell'Italia ha spiegato: "Eliminare le cosiddette autorizzazioni preventive, che i Comuni e le Regioni devono dare a chi vuole costruire una casa o anche soltanto ricostruirla o migliorarla. Chi vuole costruire una casa manda una lettera raccomandata, con ricevuta di ritorno al Comune di pertinenza, e il giorno dopo comincia a lavorare. I controlli del Comune ex post, quando la casa è finita".

L'affetto con gli alleati e il rapporto con gli avversari

Di alleati, Silvio Berlusconi ne ha avuto diversi negli anni ma quello che ricorda con più affetto è Umberto Bossi, al quale lo lega un sentimento di lealtà e di affetto personale, "lo stesso che oggi mi lega a Matteo Salvini e a Giorgia Meloni". Un legame così forte e sincero da permettere a tutti di esprimere le proprie idee liberamente, anche se in parte diverse: "Se così non fosse non saremmo una coalizione ma un partito unico. Però la lealtà e la solidarietà reciproca sono garanzia di un'azione di governo stabile ed efficace".

Silvio Berlusconi è sempre stato un politico leale, che non è mai trasceso nella volgarità dello scontro dialettico a differenza di quanto accadeva, e accade, a sinistra. Ma c'è un avversario politico del quale il Cavaliere ha dichiarato di avere particolare ammirazione: "Spesso quando ascolto Matteo Renzi mi domando se non abbia scelto la metà campo sbagliata. Le sue analisi sono lucide e brillanti. Peccato che non ne tragga mai le conseguenze".

Dalle vittorie sportive alle conquiste politiche

Ma c'è un momento simbolico nella storia politica e imprenditoriale di Silvio Berlusconi, che riporta al 1994, anno in cui si compì la sua discesa in campo con la vittoria delle elezioni. Il 18 maggio ottenne la fiducia dal parlamento ma quella sera era già ad Atene per alzare la coppa vinta dal suo Milan: "Fu una giornata ricca di emozioni. Ma voglio ribadire una cosa: per quanto il calcio sia un gioco bellissimo, una delle passioni della mia vita, rimane un gioco, mentre la politica è una cosa tremendamente seria".

Un concetto che Silvio Berlusconi ribadisce non appena ne ha l'occasione, anche per rimettere tutto nella sua giusta dimensione, soprattutto in un momento complesso per il Paese come quello che stiamo attraversando. E infatti, benché la vittoria della coppa europea del 1994 rimane un ricordo bellissimo, anche se non è l'unico successo sportivo, l'accordo di Pratica di Mare ha tutto un altro significato, con la stretta di mano tra George Bush jr e Vladimir Putin che è entrata nella storia mondiale.

"Non rimpiango e non rinnego nulla"

Sono tante le pietre miliari che hanno segnato la storia politica e imprenditoriale di Silvio Berlusconi, ognuna delle quali nel suo contesto assume un'importanza specifica. E se si dovesse guardare indietro, il Cavaliere ha rivelato a Panorama che non avrebbe di che pentirsi di niente.

"Come dice una bellissima canzone di Edith Piaf, Je ne regrette rien, non rimpiango né rinnego nulla. Se ho commesso errori l'ho fatto perché ho creduto troppo nella libertà. E li rifarei", ha spiegato Silvio Berlusconi.

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