
Al terzo posto del podio dei peggiori questa settimana troviamo la solita sinistra dei divieti. Siamo a Pesaro dove il sindaco del Partito democratico, Andrea Biancani, ha emesso un’ordinanza con cui vieta di giocare con la palla. In alcune zone della città non si potrà più improvvisare una partita di calcetto. E nemmeno di pallavolo. Per il primo cittadino i più piccoli (e non solo) possono, anzi devono, andare a giocare ovunque tranne che nella "zona mare", quella frequentata dai turisti. E che faranno mai? Davvero i turisti possono sentirsi “importunati” da quattro piccole pesti che si inventano una porta tra una panchina e l'altra? Ah, saperlo! Chi infrange il divieto, si becca una multa che va dai 25 ai 500 euro. Mica pochi! E, anche fosse stato un solo centesimo di sanzione, comunque non ci avrebbe mai potuto trovare d'accordo con un'ordinanza tanto illiberale. Perché si inizia così e si finisce per vietare i racchettoni e i castelli di sabbia... insomma, vietare il divertimento!
Al secondo posto troviamo Alessandra Durante, assessore alla Famiglia e ai Giovani del Comune di Lecco. Assessore dal doppio volto: di giorno gestiva, tra le altre cose, la delega al cyberbullismo; di sera usava l’identità "Membro anonimo 582" per pubblicare commenti durissimi contro chi osava criticare la giunta. A farla scatenare era stato, infatti, la segnalazione di un lecchese che si era lamentato di un marciapiede sconnesso che, a suo dire, stonava con la posa di fiori decorativi. E lei giù ad accusarlo di scrivere solo per "il piacere di scatenare polemiche e così sentirsi di avere un senso" e a paragonare il livello dei suoi commenti a quello di "un alunno di terza elementare". Insomma, toni non certo consoni a chi dovrebbe contribuire a bandire una certa prepotenza verbale dai social.
Al primo posto abbiamo gli utrà green che in questi giorni stanno cavalcando l’ondata di calore per propinarci la loro ideologia climatica. È estate e fa caldo. Come ogni anno, ahinoi, e sicuramente qualche accortezza in più per affrontare le giornate a 40 gradi sotto il sole a picco va pur presa... ma senza esagerare a terrorizzare le persone. Per esempio, facendoci credere che i palazzi possono sciogliersi per le temperature eccessive. Nei giorni scorsi, a Milano, è collassata su se stessa l’insegna Generali che sovrastava la Torre Hadid a CityLife e subito abbiamo iniziato a leggere ipotesi azzardatissime secondo cui sarebbe stata tutta colpa del caldo. Peccato che l’acciaio fonda ad oltre 1370 grandi centigradi e a Milano la colonnina segnasse 40 gradi o giù di lì. Caldo, per carità ma neanche minimamente sufficiente. Eppure è bastato che circolasse questa ipotesi per spingere Laura Boldrini e compagnia bella a parlare di "cambiamenti climatici".
Ormai la sinistra green - quella che ci vuole tutti a piedi o in bicicletta, quella che fa la guerra alle automobili e ai parcheggi, quella che ama l’elettrico purché non sia targato Musk – ebbene quella sinistra lì, ormai, è talmente ideologizzata da perdere completamente il contatto con la realtà. Chissà, forse, sarà proprio colpa del caldo!