Tax credit, sistema colabrodo da commedia all'italiana

Che non si potesse andare avanti così era comune ammissione di chiunque i film li facesse sul serio

La Fontana di Trevi nella locandina del film mai realizzato da Kauffman
La Fontana di Trevi nella locandina del film mai realizzato da Kauffman
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Il regista e sceneggiatore Rexal Ford ha ottenuto, dal ministero della Cultura, all'epoca guidato da Dario Franceschini, governo Conte, il primo sì a un tax credit di 863.595,90 euro per la produzione del film Stelle della notte. Il finanziamento (poi erogato nel 2023) pare andato a buon fine. Tutto bene? Mica tanto: finto il regista, finto il produttore, finto il progetto, finti i documenti, mai girato il film. Andiamo per gradi, un colpo di scena alla volta. Il tax credit è una agevolazione fiscale, calcolata sui costi di produzione. È stato incassato non solo senza aver depositato neppure un fotogramma, che sarebbe già tanto, ma addirittura infilando tra le carte richieste un passaporto falso. Già così sarebbe una catastrofe. Il sistema di finanziamenti, riformato dalla destra tra le lamentele di attori e registi, come minimo si è rivelato un colabrodo. Cosa per altro nota a tutti gli uomini di cinema, inclusi, molto probabilmente, quelli che si sono lamentati. Già, in effetti, era una battaglia del tutto ideologica, no, battaglia ideologica è troppo, era una scaramuccia del tipo: voi di destra siete brutti e cattivi, non entrate nel nostro orticello. Tuttavia, che non si potesse andare avanti così era comune ammissione di chiunque i film li facesse sul serio. Troppo facile l'accesso ai finanziamenti, fatto che finiva col danneggiare i produttori veri. Ma proseguiamo, visto che non c'è limite al peggio. Tutto sommato fino a qui è una storia che potevamo immaginare. Lo scempio del denaro pubblico è un fedele compagno di vita di ogni italiano. Siamo anche abituati a sopportare i prelievi più odiosi: quelli che prendono a tutti per dare a pochi. Ecco quindi il vero colpo di scena. Rexal Ford è una delle identità fittizie assunte da Francis Kaufmann, indagato per il possibile assassinio della compagna di origine russa, Anastasia Trofimova e della loro figlia Andromeda, che avrebbe compiuto un anno lo scorso 14 giugno. Oggi è incarcerato in Grecia e chiede di essere estradato negli Stati Uniti e non nel nostro Paese. Insomma, lo Stato italiano ha involontariamente finanziato il killer di Villa Pamphili.

Ci sarebbe materiale per una cinica commedia all'italiana, di quelle alla Monicelli, che si facevano una volta in Italia e senza bisogno di chiedere soldi al Ministero della cultura. C'era il mercato e funzionava. Lo scoop è del giornale on line Open, al quale rimandiamo per i documenti (potete trovarli, in parte, nel database del ministero; bravo chi c'è arrivato per primo: Franco Bechis).

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