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Le 10 grane nel Pd della Schlein

Dall'immigrazione al tema alleanze, passando per i diritti civili e gli eco-vandali, sono ancora tanti i nodi da scogliere all'interno del Partito Democratico sotto la guida dell'ex parlamentare europea

Le 10 grane nel Pd della Schlein

A quasi due mesi dalla sua elezione a segretaria nazionale del Partito Democratico, Elly Schlein deve ancora risolvere diversi contrasti che attagliano il movimento politico che guida dallo scorso 26 febbraio. L'imbarazzante conferenza stampa - che l'ha vista protagonista nella sede del Nazareno - piena zeppa di slogan, frasi fatte e parole vuote, ha dimostrato come la svolta tanto agognata (da parte sei suoi simpatizzanti) è ancora molto ben lontana dal potersi realizzare. Antifascismo a parte, la Schlein non è riuscita a dare una risposta netta e chiara a nessuno degli interrogativi posti dai giornalisti presenti in sala stampa. Quale sono le valide controproposte che intenderebbe proporre alla maggioranza di governo? Ecco quali sono i dieci complicati nodi ancora da sciogliere.

La gestione dell'immigrazione

Certo, secondo la leader dem il dl Cutro è "pessimo". E il Pd "non finanzierà mai più la Guardia costiera libica e mai più firmerà memorandum con la guardia costiera libica. Quelli vanno chiamati come vanno chiamati: sono respingimenti collettivi". Ancora oggi, però, non ha ancora individuato una sola soluzione alternativa per cercare di arginare il fenomeno delle partenze dai Paesi del nord Africa, in particolare modo Libia e Tunisia. Senza contare che pochi anni fa un documento ufficiale firmato dal democratico Latorre contestava l'azione delle Ong perché i "soggetti privati non possono creare corridoi umanitari".

L'invio delle armi all'Ucraina

Il 29 agosto 2022 Elly Schlein dichiarò: "Secondo me non è con le armi che risolveremo il conflitto con una potenza nucleare". Dopo di che voterà a favore anche della conversione in legge del decreto-legge che ha prorogato per tutto il 2023 l'invio di aiuti militari agli ucraini. Tuttavia, ancora oggi, si è sempre dimostrata piuttosto tentennante sulla fermezza della linea sull’invio di armi in Ucraina. Anche perché nella mozione con cui ha vinto le primarie c'era scritto che "non possiamo attendere che cada l'ultimo fucile per costruire la via di una pace giusta". L'interrogativo su come porsi davanti al tema del conflitto nell'Est dell'Europa resta ancora in sospeso; stante anche il no secco di 5 Stelle e sinistra radicale.

La posizione 'pilatesca' di Schlein sul termovalorizzatore

È proprio sulla discussione sulla costruzione del nuovo inceneritore di Roma che la Schlein ha dimostrato tutto il proprio pilatismo. La segretaria del Pd se n'è bellamente lavata le mani: "Ereditiamo scelte già fatte e non è sul terreno delle scelte già fatte che si misura come noi proviamo a costruire ciò che c'è nella piattaforma congressuale". Quindi, "siccome esistono sensibilità diverse nel partito, mi impegno a promuovere un confronto". Sugli ordini del giorno di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra, ha affermato testualmente: "Non li ho visti, ma immagino che voteremo contro". Come diceva Mino Maccari: poche idee ma confuse.

Il commissariamento (non produttivo) della Campania

A inizio aprile la Schlein ha inviato in Campania due commissari. Susanna Camusso, ex leader della Cgil, a Caserta (proprio laddove esplose lo scandalo tesseramenti) e Antonio Misiani - ex viceministro dell'Economia e già protagonista in passato di alcuni battibecchi con lo stesso Vincenzo De Luca - per l'intero ambito regionale. Il presidente della Giunta Campana non ha l'ha presa esattamente benissimo e ha assicurato: "Mettetevi in pace: io mi candiderò in eterno". Questo perché "il destino della Campania si decide in Campania, non da altre parti. Né a Roma, né alle Nazioni Unite". Avere contro, nel medesimo partito, uno dei governatori più potenti d'Italia non è propriamente un elemento positivo.

Alleanze con i 5 Stelle o con il Terzo polo

Con la sinistra estrema? Con il Movimento 5 Stelle? Con il Terzo polo, pur nelle sue varie formazioni? Stando a quanto dichiarato dalla ex parlamentare europea, il "suo" Partito Democratico potrebbe allearsi con tutti ma anche con nessuno. Si proseguirebbe dunque con quella linea titubante già perseguita dai vari Zingaretti, Letta e (nel caso fosse stato eletto lui segretario) Bonaccini. Se tutti davano già per scontata l'abbraccio politico con Giuseppe Conte, le polemiche negli ultimissimi giorni con i grillini a Roma hanno messo in evidenza tutta la distanza siderale tra i due partiti. Le alleanze a macchia d'olio alle elezioni amministrative di maggio sono molto emblematiche da questo punto di vista.

La "sindacalista imprenditoriale"

È assai complicato tenere in continuazione un piede in due scarpe: quindi non potrà continuare a essere molto comodo stare sempre contemporaneamente dalla parte dei sindacati e degli imprenditori. Nel giro di pochissimi giorni Elly Schlein si è fatta immortalare in compagnia sia con Landini sia con De Benedetti. Tenendo conto che quest'ultimo, nel suo ultimo libro, ha additato le organizzazioni sindacali come i responsabili del sostanziale fallimento dell’Italia, in quanto incapaci di contrastate "la svalutazione del lavoro e la stagnazione della produttività". Ma anche a prescindere da questo (non irrilevante) dettaglio, il nuovo Pd deve ancora fare pace con se stesso sulla risoluzione delle questioni economiche: per esempio, come pensa di affrontare seriamente e concretamente il tema del salario minimo?

"Non si può parlare solo di diritti civili"

"Un grande partito come il nostro non può parlare solo di diritti. La politica si vede anche in molti altri campi nei quali sinora ci si è soffermati meno: l'economica, lo sviluppo, il lavoro, la sicurezza, il mezzogiorno, la cultura, l'immigrazione, la politica estera. Tutte grandi questioni sulle quali finora abbiamo ascoltato l'enunciazione del problema, ma non le soluzioni". A parlare in questo modo era stato Luigi Zanda, fondatore ed ex senatore del Pd. In appena due frasi lo storico esponente dem ha smontato tutta l'ossatura principale dell'ideologia 'schleiniana'. La lezione che a sinistra dovrebbero imparare è semplice: ridurre tantissimo l'agenda setting ad alcuni macro-temi che, di fatto, interessano solo alcune fette di popolazione, farà nuovamente perdere le elezioni alla sinistra, come già capitato lo scorso settembre.

Giustizialismo o garantismo?

Altro interrogativo: il Partito Democratico vuole oppure no intraprendere finalmente la strada verso la fuoriuscita dal bieco giustizialismo? I dubbi, su questo tema, da parte dell'ex vicepresidente della Regione Emilia-Romagna non sono mai ancora stati dissipati in maniera esplicita. Certo è che, guardando alcuni nomi che compongono la sua segreteria, non c'è da rimanere propensi a immaginare che la linea garantista verrà seguita con il coraggio necessario. Tra Furfaro, Majorino, Provenzano e Sandro Ruotolo (ex spalla televisiva di Santoro), la sensazione è che a un primo semplice avviso di garanzia ricevuto da un avversario politico torni a battere la grancassa de "Dimissioni subito!".

Mai una condanna contro gli eco-vandali

"Non dobbiamo però fare l'errore di guardare troppo il dito e non la luna", disse Schlein il giorno dopo l'imbrattamento della facciata dello storico Palazzo Vecchio di Firenze a opera di Ultima Generazione. Una reazione difforme a quello che si scatenò nel sindaco Dario Nardella (sempre del Pd) che, una volta accortosi di quanto stava accadendo, è andato personalmente a fermare gli attivisti e la scena è diventata rapidamente virale. Premesso che è da anni che la "luna" viene guardata in continuazione, visto che i Paesi occidentali si stanno impegnando al massimo delle loro possibilità per ridurre le emissioni inquinanti (che non possono essere fermate di punto in bianco), arriverà mai un giorno in cui i dem condanneranno pesantemente gli eco-vandali?

La posizione sulla carne sintetica

Non si sa se per "vendetta" politica o pe altri motivi, fatto sta che la firma di Stefano Bonaccini a sostegno della legge per fermare i cibi sintetici o "a base cellulare" come suggerito da Fao e Oms in assenza di adeguate garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale mette in un angolo la segretaria del Pd. La mobilitazione recentemente lanciata dalla Coldiretti – e che quindi ha visto, tra gli altri, l'appoggio del suo diretto competitor al Nazareno – determina così un'ulteriore domanda da porre alla Schlein: è d'accordo oppure no con la decisione presa dal governo contro la produzione della carne sintetica?

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