La svolta sul lavoro di Meloni: cosa ci sarà nel Decreto Primo Maggio

Pensioni, assunzioni, sussidi: cosa ci sarà nel decreto sul lavoro che Meloni e il governo presenteranno il Primo Maggio.

La svolta sul lavoro di Meloni: cosa ci sarà nel Decreto Primo Maggio

Il prossimo Primo Maggio si terrà un Consiglio dei ministri dedicato, in occasione della Festa del Lavoro, proprio alle questioni legate direttamente o meno al sistema occupazionale. Sarà il primo decreto sul lavoro del governo di Giorgia Meloni. Al cui interno diverse misure destinate a cambiare il mercato del lavoro e il sistema previdenziale ad esso afferente sono in via di approvazione.

Sul dossier sono attivi il Ministro del Lavoro Maria Elvira Calderone, i tecnici del suo dicastero e i principali funzionari del Ministero dell'Economia e delle Finanze chiamati a far quadrare i conti. Dal governo è in arrivo un'ampia e strutturale riforma su più campi, a partire dalla ridefinizione, in funzione pro-lavoro, della misura bandiera dell'era della sinistra e del governo del Movimento Cinque Stelle, il reddito di cittadinanza.

Dal sussidio all'apertura al lavoro, come sarà il nuovo reddito di cittadinanza

La misura in via di esaurimento nel secondo semestre dell'anno non sarà rinnovata e sarà, dal prossimo mese di agosto, tripartita. Al Reddito di cittadinanza si sostituiranno tre tipi diversi di prestazione.

Da agosto 2023, finito il RdC introdotto dal governo Conte I, sarà in pista la Pal, la Prestazione di accompagnamento al lavoro che fino a dicembre garantirà fino a 350 euro ai riceventi; ci sarà poi, con una platea più ristretta, a partire dal gennaio 2024 l'inaugurazione della Gil, la Garanzia per l’inclusione, il sussidio anti-povertà destinato a chi dei vecchi riceventi del RdC non è occupabile. E ad esso si aggiungerà la Gal, la Garanzia per l’attivazione lavorativa che sul modello delle riforme Hartz in Germania collegherà strutturalmente sussidio anti-disoccupazione e anti-povertà da un lato e inclusione delle politiche attive del lavoro dall'altra.

Contratti determinati, meno limiti

Il governo Meloni, in continuità con Mario Draghi, continuerà nella modifica delle politiche adottate dal governo gialloverde a trazione pentastellata nel 2018 allargando le maglie per le assunzioni a tempo determinato ristrette dal Decreto Dignità.

La misura era già stata allentata notevolmente da Draghi, che aveva esteso la prospettiva per il rinnovo determinato acausale nel 2021. Meloni e il suo governo mirano a aumentare le possibilità per cui un contratto possa essere rinnovato a tempo determinato e non indeterminato. "Fino a 12 mesi i datori possono continuare a stipulare contratti a tempo determinato “liberi”, cioè senza indicare le ragioni giustificatrice del ricorso al rapporto temporaneo. Per salire da 12 a 24 mesi si devono invece indicare le causali", ricorda Il Sole 24 Ore.

Docenti e studenti, più tutela per il lavoro

Sarà invece estesa la copertura dell'Istituto Nazionale per l'Assistenza sugli Infortuni sul Lavoro (Inail). La procedura riguarda in particolare i docenti, che saranno in grado di accedere alle prestazioni Inail per quanto riguarda gli infortuni subiti in itinere durante la prestazione del lavoro, e gli studenti che sono coinvolti nell'alternanza scuola-lavoro.

Istituito, inoltre, un fondo da 10 milioni di euro per indennizare le famiglie di coloro che sono morti durante percorsi di alternanza scuola-lavoro dal gennaio 2018 in avanti.

Contratto di espansione e incentivi, cosa cambia

Il governo Meloni intende inoltre procedere alle procedure di mantenimento dei contratti di espansione fino al 2025, amplificando la naturale scadenza della misura inizialmente prevista per il 2023. Il contratto di espansione è una disciplina che consente alle imprese di avviare in accordo con le rappresentanze sindacali interna una serie piani concordati di esodo e uscita controllata dal'organico per i lavoratori che si trovino a non più di 60 mesi (5 anni) dal conseguimento del diritto alla pensione.

Espansa anche la serie di incentivi per l'assunzione di lavoratori "fragili". Fino al 100% di sconti contributivi sarà garantito per i primi 24 mesi alle aziende che assumono dei percettori di Gil a partire dall'1 gennaio 2024, con contributi massimi di 8mila euro l'anno.

I datori privati che procederanno ad assumere giovani sotto i 30 anni che non sono attualmente impegnati in percorsi di lavoro o formazione potranno usufruire di un incentivo in termini di sconti fiscali pari al 60% della retribuzione mensile lorda imponibile sul fronte previdenziale per il primo anno di contratto.

Una finestra in più per le pensioni

Si ampliano anche le maglie per le uscite dal mondo del lavoro di coloro che hanno raggiunto i 41 anni di contribuzione necessari per il pensionamento anticipato. L'accesso alla pensione per raggiunto limite di età lavorativa e all'Ape sociale sarà garantita su tre finestre in ogni anno. Secondo la bozza del decreto Primo Maggio, questo garantisce una finestra in più rispetto alle due tradizionali.

I termini di presentazione delle domande per questi tipi di pensionamento subordinati al soddisfacimento requisito contributivo saranno fissati per la precisione al 31 marzo, al

15 luglio e al 30 novembre di ogni anno. Mettendo dunque il primo decreto del governo Meloni sul lavoro nelle condizioni di incidere su ogni fronte: dalla formazione dei giovani fino alle regole per l'uscita dal mercato.

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