Sessant’anni dopo l’unico tour italiano dei Beatles, la Beatlemania torna a farsi racconto, analisi e memoria storica. Era il 1965 quando John, Paul, George e Ringo si esibirono a Milano, Genova e Roma, lasciando un segno indelebile nell’immaginario musicale e culturale del Paese. A quell’evento e, più in generale, al fenomeno che travolse il mondo tra il 1963 e il 1967 è dedicato “Beatles Maniac. Storia, gloria, memoria di una rivoluzione”, volume firmato da Alice Buttafava, Umberto Buttafava ed Enzo Gentile e pubblicato da Edizioni Cluster-A.
Il libro accompagna il lettore dentro uno dei fenomeni più complessi e dirompenti del Novecento: la Beatlemania, non solo come entusiasmo musicale, ma come fatto sociologico, antropologico, mediatico e tecnologico. Un’ondata che nasce ufficialmente nel 1963, quando il Daily Mirror conia il termine, e si conclude simbolicamente nel 1967, quando i Beatles abbandonano i concerti dal vivo per reinventarsi in studio, trasformando la registrazione in un vero e proprio strumento creativo.
La rivoluzione passa anche dagli oggetti
Ciò che distingue Beatles Maniac dalla vastissima produzione editoriale dedicata ai Fab Four è l’angolazione scelta, la storia della Beatlemania viene raccontata attraverso il merchandising e l’universo materiale che accompagnò e alimentò il mito. Dai prodotti ufficiali della NEMS di Brian Epstein per il mercato americano, allo sterminato mondo di oggettistica e comunicazione che invase negozi, edicole e camere da letto: riviste, poster, biglietti dei concerti, fotografie, pubblicità, fanzine, dischi, bootleg, gadget, abiti, parrucche, strumenti musicali.
Un vero caleidoscopio visivo e culturale che restituisce l’idea di come i Beatles siano stati il primo autentico fenomeno di globalizzazione pop, capaci di cambiare non solo la musica, ma il rapporto stesso tra artisti e pubblico. Con album come Revolver e Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, le folle urlanti dei concerti lasciano spazio a un ascolto più consapevole, quasi contemplativo.
L’Italia del 1965, tra entusiasmo e scoperta
Ampio spazio è dedicato all’Italia e ai concerti del 1965, ricostruiti attraverso materiali originali: articoli di quotidiani, fotografie, biglietti, dischi, riviste specializzate e gruppi-spalla. Ne emerge il ritratto di un Paese che scopre la modernità musicale e giovanile, tra stupore, diffidenza e entusiasmo travolgente.
Il patrimonio del FAB dal Fondo Archivio Beatles
La pubblicazione è stata resa possibile grazie al contributo dei collezionisti del FAB | Fondo Archivio Beatles, una delle raccolte beatlesiane più ricche e prestigiose a livello nazionale e internazionale. Un patrimonio che diventa strumento di studio, memoria condivisa e racconto visivo di un’epoca che ha cambiato per sempre la cultura pop.
Omaggi e contenuti speciali
Ogni copia del volume è arricchita da materiali esclusivi, una cartolina ufficiale Beatle Goodies del 1964, la riproduzione fac-simile di una fotografia del backstage del concerto al Velodromo Vigorelli di Milano e una playlist dedicata su Spotify, pensata per accompagnare il lettore in un viaggio sonoro tra le cover più significative dei brani
dei Beatles.Più che un libro, Beatles Maniac è un archivio narrativo e visivo che restituisce tutta la portata di una rivoluzione culturale che, a distanza di sessant’anni, continua a parlare al presente.
