Cronaca locale

"Basta un commercialista...": com'è facile truffare per avere il reddito di cittadinanza

Documenti falsi, falle nei Caf, minacce e violenze e il gioco era fatto: ecco come i romeni si sono intrufolati in un giro d'affari milanese per ottenere indebitamente il reddito di cittadinanza

"Basta un commercialista...": com'è facile truffare per avere il reddito di cittadinanza

La Procura di Milano ha scoperchiato un pentolone in cui un'organizzazione di truffatori romeni otteneva indebitamente il reddito di cittadinanza grazie a tutte le falle dei Caf del Movimento Cristiano Lavoratori che avevano incassato 90mila euro dalle casse statali per le richieste del sussisdio statale fatte all'Inps ma come "procedura alternativa e distinta dalle pratiche regolari".

Le minacce romene

Come ci siamo occupati sul Giornale.it, la banda di romeni minacciava e usava violenza verso gli operatori per ottenere le cifre che volevano. A capo dell'organizzazione c'era Izabela Stelica, la donna che in alcuni video circolati in rete è stata immortalata mentre conta e smezza mazzette di denaro mentre lancia strali contro presunti avversari. L'organizzazione è riuscita a presentare documenti di identità falsi di persone che non avevano minimamente il diritto di ricevere il reddito tra cui pure deceduti o chi non era mai stato in Italia. La misura grillina, anche in questo caso, ha mostrato l'ennesimo punto debole: la debolezza e la "giungla" dei Caf.

L'inchiesta milanese ha fatto luce su un sistema ben organizzato che vedeva, appunto, un gruppo di romeni che si occupava di trovare false carte di identità e dall'altro i soci della milanese Nova Servizi, legata al Patronato Sias e ai Caf del Movimento Cristiano Lavoratori. A quel punto i Caf, con tutte le loro debolezze, cadevano in trappola: invece di fungere da primo filtro, erano usati per bucare i controlli. "Negli ultimi anni il numero di Caf attivi è aumentato vertiginosamente e manca l'attività di controllo su chi eroga i servizi. Aprire un Caf è visto come un'attività che deve generare business e quindi sbrigare più pratiche possibili, anche a discapito della qualità e innescando una concorrenza spietata", afferma Vincenzo Vita, amministratore delegato della società Lombardia Centro Servizi, che gestisce i Caf del sindacato Uil.

Tutte le falle del reddito 5Stelle

"Quando dal Caf la pratica arriva all'Inps si apre un altro buco", afferma al quotidiano Il Giorno Maurizio Del Conte, giuslavorista e presidente di Afol, l'agenzia che gestisce i centri per l'impiego a Milano e che si occupa anche di chi percepisce il reddito di cittadinanza. La spiegazione è chiara: anche i romeni possono rubare i soldi statali perché "le banche dati non dialogano tra loro, mancano controlli automatizzati e di fatto i soldi vengono erogati sulla base di una semplice autocertificazione. I truffatori giocano sul fatto che i controlli hanno tempi lunghi, non sono automatici, ed è inutile prevedere pene severe se poi manca la certezza della pena. Quello che è emerso è solo la punta dell'iceberg", sottolinea. Vita facile per i truffatori, quindi, fermati in rari casi come quello sventato dai carabinieti di Monza che hanno bloccato una truffa da più di 200mila euro denunciando 30 "furbetti" del RdC.

Nella sola Lombardia sono circa 80 le licenze concesse dal Fisco alle società che gestiscono i Caf sul territorio e sfruttano la facilità con cui si possano aprire, grazie soltanto all'aiuto di un commercialista oppure di un consulente del lavoro.

"Il ruolo dei Caf non è da sottovalutare perché è un primo filtro per l'erogazione di sussidi pubblici - afferma Giorgio Ceruti, dg della società Csf, che gestisce i Caf della Cgil a Milano - Noi cerchiamo di essere rigorosi, e per questo è capitato ai nostri operatori di finire al centro di tensioni che hanno anche richiesto l'intervento delle forze dell'ordine".

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