"Interessi internazionali...". Quei sospetti del governo sul boom di sbarchi

Il ministro Urso straccia il velo di ipocrisia davanti al fenomeno straordinario degli sbarchi a Lampedusa: "Interessi internazionali di chi vuole colpire l'Europa"

"Interessi internazionali...". Quei sospetti del governo sul boom di sbarchi
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Gli sbarchi ai quali si è assistito negli ultimi due giorni rappresentano un fenomeno straordinario, con alcuni elementi che insinuano qualche dubbio, espresso anche dagli stessi lampedusani: "Guarda caso arrivano tutti assieme". Si è arrivati ad avere decine di barchini in coda al porto di Lampedusa, con altrettanti ancora in mare. È pressoché certo che in mare ci fossero navi madre, che portavano i migranti fin dentro le acque territoriali e poi li lasciavano alla deriva a bordo delle carrette di metallo, approfittando dell'impegno delle motovedette su altri fronti. Ma non è escluso che ci siano anche altri elementi a incidere su quanto accaduto, che non è escluso accadrà di nuovo. Tutto questo è senz'altro meritevole di approfondimento, come, infatti, avverrà.

"Che ci siano degli interessi internazionali di chi vuole colpire l'Europa attraverso l'Italia, attraverso la gestione dei migranti, è evidente e credo che l'abbiamo anche detto in una relazione al parlamento come comitato interparlamentare per la sicurezza quando io ero presidente", ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo a Start su Sky Tg24. Il ministor ha poi aggiunto: "Il governo si riunirà anche lunedi e ogni cdm sarà preceduto da un comitato interministeriale per la sicurezza di cui faccio parte e parteciperà in queste occasioni anche il ministro Salvini". Un elemento, quello di una regia esterna, sollevato nella giornata di ieri proprio dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini: "È un atto di guerra. Penso che sia qualcosa di voluto e organizzato anche per mettere in difficoltà un governo scomodo. Sono convinto che ci sia una pianificazione e una regia dietro a questo esodo, perché 6mila arrivi in ventiquattr'ore non è un caso".

Ma c'è un altro elemento che non va sottovalutato in tutta questa vicenda. Come mette in evidenza Gian Micalessin sull'edizione di oggi in edicola de Il Giornale, infatti, sono trascorsi due mesi dal memorandum firmato tra Unione Europea e Tunisia. Un accordo che avrebbe dovuto ridare fiato alle casse disastrate del Paese di Kais Saied, in cambio del quale il governo locale si sarebbe impegnato a bloccare le partenze: "150 milioni di euro destinati a ridar fiato alle disastrate finanze del Paese nordafricano e 105 milioni indispensabili per bloccare le sue frontiere". Ma a Tunisini non sono ancora arrivati questi fondi, non si è visto un euro. Il tutto è arenato a Bruxelles, dove i socialisti sono in maggioranza. Senza quei soldi, hanno riferito fonti europee al giornalista, la Tunisia non può pagare i militari. Sugli sbarchi dalla Tunisia, afferma il ministro Urso, "abbiamo provato a convincere Fmi e Ue per aiutare quel paese in termini finanziari a proteggere a sua volta le proprie frontiere , in un'Africa dove i golpe si susseguono e sembra ancora una volta che dietro ci sia la Wagner, cioè la Russia. L'Italia non può essere lasciata sola".

Ma se si ipotizza una regia dietro questa ondata straordinaria di sbarchi, non si può non mettere l'accento su un altro elemento. Da una parte c'è l'Italia, Paese messo nel mirino dai trafficanti di uomini e dagli stessi migranti, che non può liberamente disporre delle sue frontiere predisponendo controlli efficaci, pena i richiami dell'Europa e le minacce, di cui gode il Pd. Dall'altra ci sono Francia e Germania, che hanno annunciato senza troppi complimenti la chiusura dei propri confini per i migranti che arrivano dall'Italia ma non da Cipro, come fanno sapere da Berlino.

E ci sono anche Spagna e Grecia, altri Paesi di primo approdo, che però possono effettuare i respingimenti, sia dei migranti che delle Ong, al pari di Malta, senza che dall'Europa s'alzi una voce. Perché?

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