È morto il giornalista Lanfranco Pace, condusse in tv "Otto e Mezzo"

In passato vicino ai gruppi della sinistra extraparlamentare, il giornalista ex Potere Operaio ha poi collaborato per tanti anni con Il Foglio parlando di politica e di sport: si sposò con Giovanna Botteri

È morto il giornalista Lanfranco Pace, condusse in tv "Otto e Mezzo"
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Il mondo del giornalismo dà l'addio a Lanfranco Pace, scomparso oggi all'età di 76 anni a Messina. A dare la notizia della sua morte è stato il quotidiano Il Foglio con cui ha lavorato tanti anni come editorialista, parlando soprattutto di di politica, di attualità, di sport (era tifosissimo del Milan): "Lanfranco Pace è stato parte della storia di questo giornale - scrive il quotidiano diretto da Claudio Cerasa -. Per oltre un anno ci ha intrattenuto con il suo pagellone politico, l'appuntamento domenicale nel quale riassumeva i fatti della settimana. Lo vogliamo ricordare con le sue parole, con una piccola selezione dei suoi articoli. Nei prossimi giorni cercheremo le nostre".

I guai con la sinistra extraparlamentare

Inglese naturalizzato italiano, Lanfranco Edward Pace nasce a Fagnano Alto, in provincia dell'Aquila, il 1º gennaio 1947. Dopo il diploma, si iscrive all'Università La Sapienza di Roma dove si laurea in Ingegneria. Nel 1969 entra in Potere Operaio e rapidamente ne diviene uno dei massimi dirigenti subito dopo il Sessantotto. Nel 1979 fonda con Franco Piperno, Paolo Virno e Lucio Castellano una rivista in dialogo critico con l'area dell'Autonomia intitolata Metropoli. Il primo numero del periodico esce nel giugno del 1979, trattando temi come il riflusso del movimento e la situazione polacca.

Viene pubblicato sulla rivista anche un fumetto sul rapimento di Aldo Moro avvenuto un anno prima e sulle trattative avvenute per salvarlo: per questo motivo il giornale viene sequestrato da tutte le edicole pochi giorni dopo. Nonostante le successive vicende giudiziarie che avranno come oggetto la rivista, Metropoli uscirà ancora con altri sei numeri. Tuttavia, anche a causa dei contatti tenuti con Valerio Morucci e Adriana Faranda - due ex militanti di Potere Operaio entrati poi nella Brigate Rosse, ma contrari all'uccisione di Moro - Pace venne accusato di essere un fiancheggiatore del partito armato. Da latitante si rifugia in Francia, dove risiederà per 25 anni grazie all'omonima dottrina Mitterrand sui reati di natura politica, lavorando presso il giornale Libération. Nel 1990 viene condannato in via definitiva a quattro anni per associazione sovversiva, con pena prescritta.

L'esperienza in televisione

Nel 1997 ritorna in Italia. In televisione dove diventa popolare con la conduzione del programma Otto e mezzo, su La7, dal 2008 al 2010: inzialmente aveva curato per la trasmissione il servizio di apertura ("Il Punto"), poi ne è diventato presentatore per alcuni mesi al posto di Giuliano Ferrara, co-conducendo insieme a Ritanna Armeni e successivamente Alessandra Sardoni. È stato sposato due volte: prima con Stefania Rossini, giornalista de L'Espresso, poi con Giovanna Botteri.

Dalla relazione con l'inviata del Tg3 - con cui poi si separerà - è nata Sarah Ginevra. Nel 2007 ha pubblicato il libro "Nicolas Sarkozy, l'ultimo gollista" sulla vita dell'ex Presidente della Repubblica francese. Negli ultimi anni aveva collaborato con Il Foglio.

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