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L'anziano portato in spalle, la neonata, l'avvocato: le storie dei sopravvissuti all'alluvione

Nonostante la tragedia dell'alluvione, alcune persone sono riuscite a salvarsi: ecco il racconto di chi ha visto la morte in faccia ma oggi è vivo grazie alla tempestività degli aiuti

L'anziano portato in spalle, la neonata, l'avvocato: le storie dei sopravvissuti all'alluvione

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Nell'immane tragedia che ha colpito l'Emilia-Romagna con l'alluvione che ha distrutto case, campi e vite, ci sono alcune storie che riempiono il cuore di speranza e umanità dove c'è stato il lieto fine grazie al coraggio dei soccorritori e al destino che ha voluto che queste persone, piccoli e anziani, si salvassero dal disastro.

L'anziano salvato dall'Arma

Tra le aree più sconvolte c'è Faenza, Comune in provincia di Ravenna, ma grazie allo straordinario l'intervento dei militari dell'Arma dei Carabinieri un anziano è stato tratto in salvo mentre era rimasto intrappolato in casa con il livello dell'acqua arrivato quasi a due metri. "Non c’era alternativa che prenderlo in spalla. E così uno dei miei militari non ci ha pensato più di tanto, ma è solo uno dei numerosi interventi fatti a forza di braccia", ha dichiarato al Corriere il capitano dei carabinieri di Faenza, il 31enne Alessandro Averna, che ha sottolineato come i militari abbiano soltanto svolto "il nostro lavoro".

Il salvataggio dei due bimbi

Era straziante vedere la sofferenza di due piccolissimi ma il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco ha evitato il peggio. "Mentre li tiravamo sull’elicottero con un vento terribile la bimba di circa 2 anni accarezzava e faceva coraggio al fratellino di pochi mesi che piangeva", ha raccontato Enrico Nannini, vigile del fuoco di Bologna, tra gli operatori che hanno salvato anche la famiglia a Castrocaro, provincia di Forlì-Cesena. Al quotdiano ha raccontato di avere ancora i brividi addosso. "Per portarli su abbiamo adattato una barella per adulti, adagiando il piccolo con tutto il lettino del passeggino e la bimba dall’altro lato. Quindi li abbiamo assicurati con le cinghie". L'intera famiglia era rimasta bloccata a casa dei nonni, anch'essi tratti in salvo.

Il cuoco serbo che salva il bimbo

Una delle storie più commoventi e iconiche di questa tragedia è quella in cui un video ritrae alcuni volontari che si gettano nelle acque fangose ormai fuori controllo per salvare una donna che è rimasta bloccata nel fango con il proprio piccolo di tre anni. Chi ha preso il bimbo caricandoselo sulle spalle è un angelo che si chiama Dorde, cuoco serbo originario di Belgrado che, dall'alto del suo metro e 93 centimetri, ha salvato il piccolo. "Gli ho chiesto 'come stai, tutto bene?', E lui mi ha fatto sì con la testa e mi ha sorriso". Nel momento della traversata il bambino si sentiva protetto: "Mi si è aggrappato al collo, poi mi ha stretto i capelli mentre lo tenevo sulle spalle". Poco dopo, anche la madre è stata messa in salvo e il piccolo è tornato felicemente tra le sue braccia.

Orgogliosa come non mai è la fidanzata, l'italiana Federica che lavora in un supermercato. "Ci siamo conosciuti quasi per caso dieci anni fa a un concerto di Bregovic in Serbia, da lì è nato tutto". Dorde, invece, vive in Italia da quattro anni e la tragedia dell'alluvione lo ha riportato con la memoria a quanto accaduto nel 2014 quando nei pressi di Belgrado accadde un episodio simile. "Anche lì ci furono tanti morti".

L'avvocato miracolato

Tra i tantissimi fiumi straripati c'è il Savio che ha allagato la città di Cesena: in una delle strade che si trova al di sotto degli argini, in via Ex Tiro al Piattello, c'è lo studio legale di un avvocato di 50 anni, Emanuele Gentili, che all'inviato del Corriere ha mostrato l'assurdo livello raggiunto dall'acqua, in pratica di poco sotto la targhetta con il suo nome e la professione. "Ero con l’acqua alla gola. Senza il provvidenziale intervento di alcuni passanti oggi i miei piangerebbero un altro morto". L'acqua stava ormai ricoprendo ogni cosa, Gentili non avrebbe avuto scampo se non fosse stato estratto da una piccola finestra che dà sul marciapiede. "Quando è cominciata ad arrivare l’acqua sono andato in una zona cantinata dove abbiamo la nostra sala riunioni - ha raccontato - per mettere in sicurezza alcuni fascicoli e documenti".

In pochissimo tempo, però, il livello furioso dell'acqua è aumentato di oltre un metro e mezzo distruggendo il vetro della finestra e allagando tutto. Impossibile, per l'avvocato, uscire dalla porta principale. "Stavo ormai per affogare", aggiunge, quando le sue urla sono state sentite da alcune persone che tramite un cavo agganciato da un lato a un mezzo pesante e dall'altro lato all'inferriata che protegge la finestra sono riusciti a estrarlo sano e salvo.

"Qualche minuto ancora e non avrei avuto scampo".

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