In Italia prende forma un progetto che segna un passaggio di frontiera nella comunicazione digitale: il primo podcast realizzato interamente con l’intelligenza artificiale. A firmarlo è Cogit AI, la startup fondata da Eugenio Azzinnari, che negli ultimi anni sta spingendo l’innovazione verso nuovi livelli grazie allo sviluppo di tecnologie capaci di trasformare il modo in cui si producono contenuti e si costruiscono interazioni online.
Al centro dell’iniziativa c’è Agentica, la piattaforma proprietaria che permette di dar vita ad agenti digitali in grado di parlare e interagire in tempo reale in video streaming. Non semplici avatar, ma veri interlocutori, capaci di sostenere un dialogo naturale e di integrarsi in contesti operativi diversi. È una caratteristica che oggi nessun’altra realtà italiana riesce a proporre con la stessa fluidità: conversazioni live, autonomia espressiva, continuità narrativa. È qui che Cogit AI si distingue.
Una delle particolarità più sorprendenti è la possibilità di utilizzare gli stessi agenti per generare contenuti registrati ( podcast, TG, interviste, format social) senza perdere coerenza. Il personaggio digitale mantiene identità, stile e ritmo comunicativo, come se fosse un vero conduttore: un approccio che apre un nuovo modo di intendere la produzione editoriale. Per inaugurare questo format, Cogit AI ha scelto una figura che rappresenta la competenza nella comunicazione contemporanea: Valentina Pelliccia, giornalista, communication specialist e autrice, con un percorso accademico che spazia dalla Bocconi ad Harvard e un riconoscimento istituzionale ottenuto nel 2024 a Montecitorio come “Donna d’Autore”.
La prima puntata ruota attorno a un tema decisivo per aziende e istituzioni: la reputazione. Valentina Pelliccia analizza il ruolo che gioca oggi in un ecosistema dominato da social media, velocità informativa e tecnologie generative, mettendo in luce rischi, opportunità e necessità di una strategia chiara. Il risultato è un episodio che sorprende per equilibrio: da un lato l’efficienza della tecnologia, dall’altro la competenza di una professionista che porta un punto di vista concreto e strutturato. È proprio l’incontro tra questi due elementi a generare il vero effetto wow. L’AI non è un sostituto, ma un amplificatore. Un mezzo che permette di costruire narrazioni nuove senza perdere l’autenticità del contenuto.
Con questo primo passo, Cogit AI non si limita a sperimentare: segna l’inizio di una stagione che potrebbe ridefinire il rapporto tra media, pubblico
e tecnologia. Un progetto che dimostra come l’intelligenza artificiale, se guidata da una visione chiara e da un pensiero umano forte, possa diventare uno strumento capace di cambiare il modo in cui raccontiamo la realtà.