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"Il mio matrimonio (in nero) previsto da un’astrologa. Sogno un programma tv per signore sempre a casa"

La discografica Mara Maionchi racconta 50 anni di matrimonio: "L’amore funziona se non è una galera"

"Il mio matrimonio (in nero) previsto da un’astrologa. Sogno un programma tv per signore sempre a casa"

«Fu una mia amica molto simpatica che si dilettava di astrologia a dirmelo: “Quest’anno ti sposi”. “Ma tu sei matta”, le risposi. Avevo 35 anni e soprattutto non ero impegnata, non avevo un fidanzato. E invece ci aveva visto giusto, una cosa da non credere. Nel giro di pochi mesi mi sono sposata davvero e siamo ancora qui, io e il Salerno, cinquant’anni dopo».

A raccontare un matrimonio lungo una vita e un amore che ha resistito convintamente, è Mara Maionchi, già discografica di primo piano e da anni contesa da tutti i programmi Tv. Per la cronaca, mentre chiacchieriamo nel salotto accogliente della sua casa milanese, sul divano c’è anche lui, il marito Alberto Salerno, raffinato paroliere e produttore, impegnato in un solitario di carte al computer.

Come successe che l’astrologa ci avesse visto giusto?

«Mi chiese se non frequentassi proprio nessuno, se non avessi almeno un amico speciale. “C’è un ragazzo che mi fa il filo”, le risposi, “ma non c’è niente, siamo usciti due volte”. Lei insisteva: “Fatti dare la data di nascita, che guardiamo il suo piano astrale”. Io non sapevo quasi niente di lui, se non che era un ragazzo di 9 anni meno di me e all’epoca per le donne non usava tanto avere fidanzati più giovani. Comunque chiamai sua madre e chiesi a lei la data di nascita. Chissà cosa pensò, che ero matta. Insomma, la mia amica guardò fra le sue stelle e disse convinta: “È lui. Devi provare a uscirci, magari ti invita a cena”. È successo che sono uscita e… non sono più rientrata! ».

Otto mesi dopo eravate in Comune a dire di sì. Ma tu eri vestita di nero: una sposa insolita, perlomeno.

«Questa cosa dell’abito nero allora non l’avevo valutata. La verità è che avevo una pelliccia di visone azzurro che mi piaceva e con il nero mi pareva elegante. Mi resi conto che la mia scelta era un po’ stravagante solo anni dopo, quando rividi le foto del matrimonio: ma dai, come si fa a sposarsi in nero? Ci abbiamo riso sopra».

E non avete fatto né ricevimento né viaggio di nozze.

«Dopo la cerimonia brevissima, la sera mia sorella organizzò una cena a casa sua con un po’ di persone, era arrivata a Milano da Bologna la nostra donna di servizio di famiglia che cucinò i tortellini. Venne anche la mia amica Gianna Nannini, che ci regalò un servizio di piatti di porcellana inglese, lo ha ancora qui, bellissimo. Fu molto carina. Stranamente non se ne era rotto neanche uno ed è incredibile perché la Gianna è distratta, cade, fa pasticci, invece quel giorno si dev’essere impegnata. Cinque anni dopo, ci siamo sposati anche in chiesa. E il Salerno mi ha detto: “Adesso vedi di non abiurare la tua religione, perché non ti sposo un’altra volta”».

Per i cinquant’anni di nozze una festa però potreste farla.

«Cavoli, mi piacerebbe. Adesso è il momento giusto, appena sposati per me la festa non ha senso, cosa ne sai di come andranno le cose? Ora direi che la prova è stata superata, però lui non è mai stato un festaiolo, l’idea non gli va mica tanto. Sarebbe bello che venisse anche il Salerno (ride Mara, ndr ), vedrò se riesco a convincerlo».

Dopo una vita dietro le quinte, da discografica, sei diventata famosa in Tv “da grande” come giudice di X Factor .

«Da vecchia più che da grande. Mi chiamarono per quel talent e feci un provino insieme ad altri discografici, una puntata zero. C’era questa ragazza che ci fa una filippica e dice: “Canterò una canzone di una grande artista americana che pochi di voi conoscono...” e la mena per venti minuti. Poi attacca a cantare e fa un pezzo di Janis Joplin. Beh, io ho passato la vita ad ascoltare Janis Joplin! Quando ha finito, devo dire che ero risentita. E le ho detto: “Senti, testa di c.., ma come ti permetti di dire che non la conosciamo?”. A quel punto Giorgio Gori, che era il presidente della casa di produzione Magnolia, disse: “Questa, prendiamo lei”. E ho fatto il giudice con la Simona Ventura e con Morgan. A X Factor sono rimasta quattro anni».

E poi Amici, Italia’s Got Talent, Celebrity Masterchef … Una trentina di trasmissioni televisive.

«Mi diverto perché non devo mai interpretare nessun ruolo, faccio me stessa. Due sono le trasmissioni che ho amato di più: una è stata Quelle brave ragazze , per Sky. Eravamo io, Sandra Milo e Orietta Berti e viaggiavamo, così era il format. Quante risate! Fu una mia idea, quella: ma chi l’ha detto che solo i giovani possono girare il mondo? Anche i vecchi possono, noi lo abbiamo fatto per due edizioni. Ci vedevano come siamo davvero, con le pastiglie da prendere, i piedi che ci fanno male… Mi dispiace non avere continuato: la produzione disse che costavamo troppo di assicurazione! E l’altra trasmissione cui mi piace partecipare è Che tempo che fa : nel salotto di Fazio ritrovo tanti amici, si sta sempre bene. Comunque vorrei fare un programma per le signore che stanno a casa, un po’ di libertà non ha mai ucciso nessuno».

Tu hai sempre vissuto libera, «nonostante» tutta una vita da sposata.

«Assolutamente. Va bene l’amore, ma non deve essere una galera. Quando mi hanno chiesto di scrivere una frase per i Baci Perugina, ho detto: “L’amore è una virgola rosa fra le parole Ciao, io esco”. Al Salerno lo dico anche adesso quando vado a giocare a burraco con le mie amiche, che sono delle vecchie terribili. La verità è che sono sempre stata libera di fare tutte le mie scelte, di lavorare, di partire, di delegare ogni tanto anche l’impegno delle due bambine proprio grazie a lui. Abbiamo discusso e anche litigato, certo, ma ci capiamo da sempre, ci siamo trovati e abbiamo avuto anche fortuna. Lui è stato un genitore più presente di me, che avevo orari da ufficio e magari dovevo viaggiare, e adesso è un nonno migliore. Ti racconto una cosa: quando mia madre aveva 90 anni, decisi che sarei andata ad abitare con lei, nella villa di famiglia a San Fermo, per starle vicino. Il Salerno ha scelto di venire con me e abbiamo portato anche le ragazze, che avevano 15 anni e protestavano un po’. Lui c’è sempre stato».

Quest’anno insieme con tua figlia hai fatto un podcast, dal titolo curioso, che si può seguire anche su YouTube.

«Si chiama Podcaz, l’ha scelto Camilla. Un po’ forse anche per la parolaccia che dico spesso, ma soprattutto perché io non so pronunciare la parola podcast. Mi ingarbuglio, non ci riesco proprio. Comunque è carino, sono chiacchiere in libertà fra me e lei per rispondere alle tante mail che ci arrivano. A scrivere sono tutti ragazzi, anche molto giovani. Credo che mi seguano perché non sono mai giudicante: io ho vissuto il mio tempo e loro vivono il loro, è bello così. Non voglio imporre niente, e poi chi sono io per giudicare? Aspetta, così ho esagerato, questa è una frase di Papa Francesco! Intendevo: perché dovrei giudicare le loro scelte? La vita è cambiatissima da quand’ero ragazza, io stessa trovo superati quei tempi e quei modi».

Molti di loro ti chiederanno come si fa ad avere successo nel mondo dello spettacolo.

«Certo. La fortuna aiuta, ma non è che devi vincere al Totocalcio, stiamo parlando di lavorare nello spettacolo. Ci vogliono bravura e lavoro. Ti devi molto aiutare da solo, è importante. Quando lavoravo nelle case discografiche e mi dicevano ad esempio “Domattina presto bisogna andare a Roma”, ci andavo anche all’alba, non dicevo certo che ero stanca o che dovevo badare alle bambine. Sul lavoro non ho mai detto di no a niente, ho sempre seguito le richieste dell’azienda.

Quando ero incinta di Giulia, che è nata il 2 settembre, ho avuto la fortuna di riuscire a lavorare fino alla fine di agosto. Stare seduti sul divano aspettando il colpo di c… non serve: se non prendi il tram e non ti muovi, non arrivi da nessuna parte».

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