Personaggi

Il significato privato e doloroso che la Francia ha per Carlo III

Per Re Carlo la Francia ha un valore particolare, è la terra della memoria familiare e personale e di ricordi spesso dolorosi

Il significato privato e doloroso che la Francia ha per Carlo III

Ascolta ora: "Il significato privato e doloroso che la Francia ha per Carlo III"

Il significato privato e doloroso che la Francia ha per Carlo III

00:00 / 00:00
100 %
Tabella dei contenuti

Il 20 settembre 2023 Re Carlo III e la regina Camilla sono arrivati a Parigi, accolti con tutti gli onori, per compiere la visita ufficiale in programma per lo scorso marzo, ma rimandata a causa delle proteste per la riforma delle pensioni che hanno sconvolto la Francia. Per il sovrano, però, questo viaggio di Stato potrebbe rivelarsi una specie di salto nel passato. Parigi, infatti, è una città fortemente legata alla royal family, in cui sono accaduti due eventi di portata storica: l’epilogo dell’abdicazione di Edoardo VIII e la morte di Lady Diana. Il primo è legato alla memoria familiare dei Windsor, visto che all’epoca della rinuncia dello zio di Elisabetta II Carlo III non era ancora nato. Il secondo, invece, è strettamente connesso alle vicende personali del sovrano, a ricordi spiacevoli ed è alla base della faida familiare tra il principe Harry e la famiglia reale.

Edoardo VIII: ultimo atto

Re Carlo III visitò per la prima volta la Francia, da adulto, nel 1970. In quell’occasione prese parte a una funzione in memoria del presidente De Gaulle. Come ricorda il Daily Mail un anno e mezzo dopo, nel maggio 1972, accompagnò nel Paese, per una visita ufficiale, la regina Elisabetta e il principe Filippo. Durante quel viaggio la royal family si recò nella villa in Bois de Boulogne, a Parigi, in cui si erano ritirati a vivere l’ex Re Edoardo VIII e Wallis Simpson.

Si trattò, come rammenta il biografo Ben Pimlott, di un incontro “diplomatico, piuttosto che personale, un gesto ben congegnato di perdono, molto pubblicizzato”. Non una visita ufficiale, naturalmente. All’epoca Edoardo VIII era malato di cancro e riusciva a malapena a parlare. Morì dieci giorni dopo quella visita. Non era la prima volta che Carlo lo vedeva, che aveva la possibilità di parlare con la persona che era stata principe di Galles prima di lui. L’attuale sovrano, infatti, era già andato a trovare il prozio nell’autunno del 1971. Voleva, forse, capire un po’ di più di quell’uomo che, nel 1936, aveva rifiutato il trono per sposare l’americana Wallis Simpson.

Edoardo VIII, ormai diventato duca di Windsor, era la “pecora nera” della corte: sembra che la cognata, la Regina Madre Elizabeth Bowes-Lyon, non gli abbia perdonato l’abdicazione. Quel gesto eclatante aveva sconvolto gli equilibri familiari. Elizabeth era convinta che suo marito, Giorgio VI, fosse morto prematuramente anche a causa di quel pesante ruolo a cui non era destinato, che non aveva mai voluto, ma che aveva dovuto assumere per salvare la monarchia.

Nonostante tutto Carlo avrebbe tentato di riportare la pace in famiglia, proponendo un viaggio a Londra del duca e della duchessa di Windsor. Richiesta respinta categoricamente dalla Regina Madre. Re Carlo raccontò quell’incontro privato del 1971 al biografo Jonathan Dimbleby: “Gli chiesi francamente se volesse ritornare in Inghilterra negli ultimi anni della sua vita…era tutto così tragico, l’esistenza, le persone, l’atmosfera. Fui sollevato quando scappai dopo 45 minuti e guidai per Parigi di notte”.

Quella notte nel Tunnel dell’Alma

Parigi è anche la città in cui morì Lady Diana, il 31 agosto 1997. L’auto su cui viaggiava con il fidanzato Dodi al-Fayed, l’autista Henry Paul e la guardia del corpo Trevor Rees-Jones, unico sopravvissuto, urtò il tredicesimo pilone del Tunnel dell’Alma. Quella che doveva essere una vacanza si trasformò, per la principessa, nel suo ultimo viaggio.

Carlo, allora principe di Galles e le sorelle di Diana partirono immediatamente per Parigi. La salma di Lady D. non venne sistemata nella camera mortuaria, bensì in una stanza privata. Il cappellano cattolico dell’ospedale, padre Yves-Marie Clochard-Bossuet, trascorse dieci ore a pregare accanto al corpo di Diana. Ad affiancarlo, per un certo periodo di tempo, vi fu anche la première dame Bernadette Chirac. Prima dell’arrivo di Carlo si procedette all’imbalsamazione, in modo da poter conservare meglio e più a lungo le spoglie della principessa.

Solo un particolare era fuori posto in quella scena così drammatica: nell’incidente uno degli orecchini di Diana era andato perso. Quando il futuro Re varcò la soglia della stanza in cui era la sua ex moglie, si sarebbe accorto di questa mancanza, reagendo, in maniera inaspettata per un uomo del suo rango. Nel libro “Chi ha ucciso Lady D.” (2017) il giornalista Jean-Michel Carradec'h ha rivelato:“Constatando che la principessa indossava un solo orecchino, [Carlo] si indignò per l’inconveniente. ‘Non può partire con un solo orecchino’, ripeté più volte. Quando uscì, una decina di minuti più tardi, il personale ospedaliero notò che il principe, visibilmente commosso, aveva gli occhi lucidi”.

Quell’orecchino non sarebbe mai stato ritrovato.

Commenti