Politica estera

"Sì ai programmi Copernicus e Horizon": così il Regno Unito "torna" nell'Ue

Londra conferma il ritorno nei programmi Copernicus e Horizon Eu. L'Europa ritrova la Gran Bretagna come alleata sulla scienza

"Sì ai programmi Copernicus e Horizon": così il Regno Unito "torna" nell'Ue

Il Regno Unito torna a collaborare sul fronte scientifico con l'Unione europea in programmi che in passato hanno avuto un forte impatto di investimenti da parte di Londra prima della Brexit e su cui ora si riannoderanno i fili. Lo hanno annunciato il governo di Londra e la Commissione Ue nella giornata odierna, sancendo il ritorno del Regno Unito in due piani strategici comunitari. Stiamo parlando di Horizon Eu, il programma di investimento e ricerca tecnologica di frontiera dell'Unione Europea, e di Copernicus, il piano comunitario per lo sviluppo di una costellazione di satelliti orientata all'osservazione terrestre.

Il significato politico del ritorno britannico in Copernicus

Su quest'ultimo progetto, il valore del ritorno di Londra è di matrice politica prima ancora che tecnica. Dopo la Brexit, Londra ha cessato di finanziare il progetto con fondi nazionali e tornerà a farlo dall'1 gennaio 2024 dopo uno iato di tre anni. Ma, lo ricordiamo, il Regno Unito partecipa già al progetto come Paese membro dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), che ricordiamo essere un ente non supervisionato direttamente dall'Ue e su cui la Brexit non ha impattato.

Londra partecipava già tramite i suoi scienziati e le sue imprese legate all'Esa al programma di monitoraggio globale per l'ambiente e la sicurezza (Gmes) di Copernicus, all'Earth Observation Envelope Programme (Eoep) e alla gestione del programma Sentinelle di gestione dei dati sui cambiamenti climatici, diffusi open source. Sancire la riadesione al piano Copernicus consentirà agli operatori britannici di accedere anche ai bandi comunitari.

Horizon Eu torna (anche) di Sua Maestà

In Horizon Eu il Regno Unito aveva cessato di essere membro a fine 2020, con la concretizzazione della Brexit. E l'ingresso di Londra ha valore ben più sostanziale anche sul piano pratico. I ricercatori britannici erano stati separati dai loro colleghi di Oltre Manica dalla fine dei programmi congiunti e dei finanziamenti legati alla Brexit. Dopo la sua ascesa al governo, il primo ministro Rishi Sunak ha fatto del dialogo con l'Ue su Horizon un piano centrale del suo mandato verso Bruxelles.

Come scrive Politico.eu, "i colloqui sulla riassociazione con Horizon come paese terzo si sono poi bloccati in mezzo a un'aspra disputa sulle regole commerciali post-Brexit in Irlanda del Nord. Le discussioni sono riprese seriamente a marzo, dopo che Londra e Bruxelles hanno raggiunto l'accordo quadro di Windsor sull'Irlanda del Nord".

Londra non dovrà pagare le quote associative al programma Horizon Eu per gli anni di assenza, sarà vincolata ai piani come Paese associato e già da oggi i suoi scienziati e le sue imprese si potranno muovere per partecipare ai programmi. Mentre, parimenti, fondi britannici saranno aperti a collaborazioni con università, imprese e ricercatori Ue. Londra verserà a partire dall'1 gennaio 2024 154 milioni di euro per l'associazione e 2,34 miliardi per la partecipazione alla ricerca ogni anno. Il fondo Horizon, già forte di 95 miliardi di euro tra finanziamenti della Commissione e piani dei Paesi membri, potrà contribuire alla ricerca anche col sostegno di Londra.

Il valore decisivo delle alleanze scientifiche e tecnologiche

Il clima mondiale orientato al friend-shoring e all'alleanza tra sistemi-Paese vicini sul piano ideologico e dei valori spinge Londra e Bruxelles a una serie di collaborazioni e alleanze che mettano a fattor comune centri d'eccellenza mondiale, capitali fisici, competenze umane e idee di sviluppo per rendere Regno Unito e Unione Europea protagoniste della ricerca di frontiera.

Dallo spazio al supercalcolo, dalla transizione green al biotech, sono molti i settori dove l'Europa, intesa come spazio culturale, geopolitico e economico, può competere come grande potenza globale. Per Bruxelles, non avere a disposizione i fondi, i centri d'eccellenza e l'organizzazione britannica significava camminare zoppicando. Per il Regno Unito, l'attrattività del Paese era fortemente ridotta sul piano della ricerca dalle regole, spesso ottuse, introdotte dopo la Brexit anche per scienziati e ricercatori. Un fatto che depauperava quella prospettiva di trasformazione del Paese di Sua Maestà in una potenza della scienza e della tecnologia al centro del piano Global Britain avviato dal governo di Boris Johnson.

Da oggi, dunque, le due sponde della Manica sono un po' più vicine e, dopo anni di incomprensioni e tensione, su diversi progetti tornerà il sereno. Londra continuerà a fare da sé su programmi come l'osservazione della Terra a fini militari, la produzione di vaccini e lo sviluppo di sistemi di geolocalizzazione, e Bruxelles continuerà a non condividere col Regno Unito i dati criptati della costellazione Galileo e di quella per la navigazione da remoto Egnos, ma su molti fronti il ritorno in campo dell'asse Londra-Bruxelles appare un dato di fatto ormai consolidato.

La collaborazione, in tempi difficili come questi, è a dir poco necessaria per entrambi i rappresentanti della gamba europea dell'Occidente a guida Usa.

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