Possiamo dire che è una gran rottura di ProPal? E che questa sinistra non si capisce se ci è o ci fa. Se stia diventando una propaggine di Askatasuna o davvero progetti le primarie per la leadership del campo largo attingendo ai fan di Hamas e del suo finanziatore Hannoun o candidando la Albanese e Zerocalcare. Affari loro? Così così, perché il guaio non sono solo gli estremisti che promettono violenze in piazza in nome di Gaza, ma anche i partiti che ci spiegano cosa sarebbe un governo democratico, salvo poi tacere quando i loro parlamentari organizzano incontri e raccolte fondi con le cellule italiane di Hamas. Invece di un esame di coscienza e di scuse, ci fanno la morale: Pd, M5S, Avs, i testimonial ProPal del sabato, l'Anpi senza più partigiani, il sindacato rosso, i professori che inneggiano ai brigatisti, i rettori in odore di seggio. Ce ne faremo una ragione, noi gente normale e libera, che sa distinguere fra un centro pedonale e un centro sociale. Fra una Ztl e una Br.
E così mentre le carte parlano di fiumi di denaro e falsa beneficenza per pagare i miliziani del terrore a Gaza e armare la Flotilla, la sinistra rispolvera il kit da salotto e accusa chi difende lo Stato di diritto di «criminalizzare il dissenso» e «imbavagliare la libertà». Il tutto nel silenzio di Schlein e Conte. Che ancora tacciono sugli incontri con Hannoun benedetti con i loro simboli dai loro onorevoli e sulle raccolte fondi promosse in nome dei loro partiti.
Come quella di Stefania Ascari, che in un video ha invitato a donare proprio alle sigle oggi definite finanziatrici occulte dei terroristi. E che anziché spiegare perché lo ha fatto, attacca - insieme al mondo islamista radicale - i giornali che lo scrivono e quanti oggi denunciano l'area grigia fra politica e terrorismo.