In Europa funziona così: per ogni passo in avanti, sotto il profilo politico, se ne fa almeno un altro mezzo indietro. Una circostanza ancora più evidente quando poi di mezzo c'è l'immigrazione. Il 19 aprile, ad esempio, l'europarlamento ha approvato un emendamento per il rafforzamento delle frontiere esterne. Una svolta voluta in primis dal Partito Popolare Europeo (Ppe). E che appare in linea con le indicazioni del consiglio europeo sull'immigrazione voluto nelle scorse settimane da Giorgia Meloni.
Tuttavia, l'emendamento ha uno scarso valore pratico perché contenuto in un documento, quello relativo all'impostazione del bilancio, bocciato poi dai deputati di Strasburgo. Ad ogni modo, c'è un fatto politico piuttosto rilevante: anche in Europa si fa strada l'idea che, per frenare il flusso migratorio, occorre controllare i confini.
Passa il principio della tutela dei confini
Così come sottolineato da Politico.eu, l'emendamento presentato dal Ppe e votato durante la sessione plenaria, ha previsto uno stanziamento di fondi per rafforzare il controllo delle frontiere esterne. Un argomento che, fino ai mesi scorsi, era di fatto un tabù. "Sarà possibile l'uso dei fondi dell'Ue per sostenere gli Stati membri nel rafforzare le capacità e le infrastrutture di protezione delle frontiere - si legge nel documento approvato - i mezzi di sorveglianza, compresa la sorveglianza aerea, e le attrezzature".
L'emendamento è stato inserito all'interno dello schema di bilancio elaborato dal parlamento europeo. Schema poi bocciato dagli stessi deputati, rendendo privo di effetti concreti l'emendamento approvato poco prima. Ad essere quindi in maggiore evidenza è il contenuto politico della votazione di mercoledì. Il tabù relativo a un maggiore rigore sulla gestione delle frontiere appare infatti definitivamente crollato.
Anche se non è stata fatta alcuna menzione specifica sul finanziamento ai muri da costruire, limitandosi nell'emendamento a un generico rafforzamento dei confini, è un fatto che i deputati europei adesso sono allineati alle direttive emanate dal consiglio nelle settimane scorse. Appare evidente una certa convergenza con le conclusioni finali stilate dopo le ultime riunioni dei capi di Stato e di governo dei 27. Riunioni volute anche dall'Italia. Un percorso confermato a ilGiornale.it anche dall'eurodeputato di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza: "Il voto sull’emendamento che invitava la Commissione europea a finanziare infrastrutture per la protezione dei confini esterni dell’Unione è un ottimo segnale. Non perché la destra oscurantista voglia costruire un’Europa di muri, come dice la sinistra, ma perché evidenzia che finalmente si sta facendo largo una nuova sensibilità per cui l’immigrazione non è un destino ineluttabile ma un fenomeno da regolamentare".
Divisioni nel centrosinistra
L'emendamento è stato proposto dal Ppe, in linea con le indicazioni del proprio leader Manfred Weber. Quest'ultimo nei giorni scorsi aveva proposto di discutere in seduta plenaria l'emergenza immigrazione in atto in Italia. Nei mesi precedenti, è stato proprio lui a togliere il tabù dei popolari sul rafforzamento delle frontiere. "Se vogliamo mostrare solidarietà, allora dobbiamo ripristinare l'ordine ai nostri confini, se necessario costruendo recinzioni dove servono", ha dichiarato il portavoce agli affari interni del Ppe, Jeroen Lenaers.
Una posizione criticata da sinistra. I gruppi di Socialisti e Democratici, dei Verdi e di Renew hanno accusato Weber di voler cavalcare l'onda dell'estrema destra. "Il leader del PPE Manfred Weber sogna di essere il Donald Trump della Baviera", ha dichiarato Valérie Hayer di Renew Europe. "Costruire muri e recinzioni alle nostre frontiere esterne con i soldi dell'UE è totalmente inaccettabile per noi", si legge in un tweet del gruppo S&D.
Eppure l'emendamento avanzato dal Ppe è stato approvato anche grazie a deputati che a sinistra non hanno seguito le indicazioni dei rispettivi gruppi parlamentari.
I popolari, conti alla mano, si sono ritrovati i voti di diversi colleghi di S&D e Renew. Anche se l'emendamento è stato applicato a un testo poi bocciato, il segnale a livello politico è chiaro: a sinistra e a centro c'è chi inizia a dare credito alla linea di un maggior controllo delle frontiere.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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