Macron da Meloni il 3 giugno: ecco cosa c'è dietro l'incontro

Ricucire i rapporti dopo un mese di maggio particolarmente teso e continuare a lavorare insieme sulla pace in Ucraina e contro i dazi imposti da Trump

Macron da Meloni il 3 giugno: ecco cosa c'è dietro l'incontro
00:00 00:00

Martedì 3 giugno la presidente del Consiglio Giorgia Meloni accoglierà a Roma il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron per un incontro di lavoro. Al centro del colloquio ci saranno i "principali dossier dell'agenda bilaterale", come viene indicato da fonti di Palazzo Chigi, con particolare attenzione alle sfide comuni in ambito europeo e internazionale.

L'appuntamento avverrà dopo un mese di maggio parecchio complicato nei rapporti politico-istituzionali tra la Francia e l'Italia, soprattutto dopo quello che è successo un paio di settimane fa con la cosiddetta "Coalizione dei Volenterosi" a sostegno dell'Ucraina. Dopo il viaggio a Kiev di Macron, Keir Starmer, Friedrich Merz e Donald Tusk, a Tirana tutti i quattro leader avevano concesso il un bis sempre a fianco di Volodymyr Zelensky, giunto in Albania nelle medesime ore in cui i colloqui tra la delegazione russa e quella ucraina avevano confermato la scarsa concretezza del tavolo di Istanbul. I leader di Francia, Regno Unito, Germania e Polonia si erano riuniti con il presidente ucraino e tutti e cinque e avevano sentito Donald Trump. La foto del loro incontro era rimbalzata ovunque, come quella di Kiev. Ma l'Italia non c'era.

La presidente del Consiglio aveva deciso di intervenire, in quella stessa giornata albanese di venerdì 16 maggio, con un rapido punto stampa, nel quale la premier ha messo in chiaro la sua linea: "L'Italia non è disponibile a inviare truppe in Ucraina e non avrebbe senso partecipare a formati che hanno degli obiettivi sui quali non abbiamo dichiarato la nostra disponibilità". Parole sulle quali, poco dopo, si era soffermato Macron, che aveva smentito il fatto che si fosse parlato di invio delle truppe sia a Tirana sia nell'incontro della domenica precedente con Zelensky a Kiev. "La discussione è sul cessate il fuoco, guardiamoci dal divulgare false informazioni, ce ne sono a sufficienza di quelle russe", aveva tenuto a precisare l'uomo di Parigi.

Il botta e risposta aveva confermato un gelo che a Tirana era parso già evidente. Basta guardare un altro scatto del summit, quello che ritraeva Meloni, Tusk, Starmer e questa volta Ursula von der Leyen parlare con Zelensky prima della sessione plenaria dell'incontro. Quando Macron non era ancora arrivato. Il giorno dopo il nuovo incontro dei Volenterosi - che aveva visto emergere un ulteriore elemento, ovvero il rinnovato asse con Trump sull'Ucraina - ecco che la premier italiana che, con una mossa a sorpresa e dopo giorni di critiche delle opposizioni che l'accusavano di isolare l’Italia per non aver partecipato alle riunioni dei "Volenterosi", Giorgia Meloni riunisce allo stesso tavolo Stati Uniti e Unione europea. "Un passo in avanti per l'unità dell'Occidente", lo definisce con soddisfazione Meloni domenica 18 maggio.

Il trilaterale di Palazzo Chigi che vede Meloni al centro del tavolo con il vicepresidente Usa, J.D. Vance alla sua destra e alla sua sinistra la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, entrambi a Roma per l’insediamento del Pontificato di Papa Leone XIV. Un incontro preceduto da un vertice con il cancelliere tedesco Merz e che diventa l'immagine plastica del ruolo di ponte dell'Italia tra Usa e Ue. E della centralità del nostro Paese nelle sfide della politica estera. Dopo la scelta dell’assenza al vertice dei ‘Volenterosi’ di Tirana, perché "l’Italia è contraria all’invio di truppe in Ucraina", cosa che, come ha detto Merz, vede contraria anche la Germania, il premier mette, dunque, in campo la mossa a cui ha lavorato per settimane: portare allo stesso tavolo Stati Uniti e Unione europea per discutere di politica commerciale, e non solo.

"Per quello che riguarda le parole del presidente Macron, io non posso che soprattutto prendere atto del fatto che l'invio delle truppe non è pià un tema di discussione perché come si sa ho varie volte espresso la mia perplessità rispetto all'efficacia di un'iniziativa di questo tipo", aveva aggiunto il 17 maggio Meloni. E non era mancata una stilettata a Macron: "Forse è necessario in un momento così delicato abbandonare i personalismi che minano l'unità dell'Occidente" nonché "tenere unito l'Occidente per l'Ucraina è la nostra forza, senza escludere nessuno, l'Italia ne ha sempre fatto una priorità".

Ora, dopo le liti più o meno a distanza, sarà necessario tornare a parlare faccia a faccia tra sei giorni a Roma: ricucire i rapporti dopo un mese di maggio particolarmente teso, sì, ma anche continuare a lavorare insieme sulla pace in Ucraina e contro i dazi imposti da Trump. Senza escludere un'analisi del fenomeno complessivo dell'immigrazione. Appuntamento al giorno dopo la Festa della Repubblica Italiana.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica