Guerra in Israele

Biden con Netanyahu (senza soldati)

Ok all'intervento a Gaza. Onu e Ue: "No al blocco umanitario". E Putin attacca gli Usa

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«Bisogna essere chiari, noi stiamo con Israele». Joe Biden parla all'America e al mondo in diretta tv dalla Casa Bianca e ribadisce il pieno sostegno allo Stato ebraico e la condanna inequivocabile di Hamas, le cui azioni sono atti di pura malvagità: «Non c'è giustificazione al terrorismo». «Israele ha il diritto di difendersi dopo l'attacco», ha sottolineato il presidente, che ieri ha riparlato con il premier Benjamin Netanyahu e ha spiegato che gli Usa stanno aumentando l'assistenza militare a Israele, comprese munizioni e intercettori per rifornire lo scudo anti missile Iron Dome. Ma come ha assicurato il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale John Kirby, annunciano il primo invio di aiuti, gli Usa «non hanno alcuna intenzione di inviare soldati in Israele».

Se la condanna di Hamas è unanime, tuttavia, più complesse sono le reazioni sull'annuncio dell'assedio totale di Gaza. Dall'Onu, l'Alto Commissario per i diritti umani Volker Turk ha lanciato un monito a Israele affermando che è «proibito» dal diritto internazionale umanitario, mentre il segretario generale Antonio Guterres ieri ha parlato al telefono con il presidente dell'Autorità Palestinese Abu Mazen, e quest'ultimo gli ha evidenziato la «necessità di fornire aiuti alla Striscia», sottolineando l'importanza di un intervento Onu per evitare una catastrofe umanitaria.

L'Ue, invece, ha tenuto un Consiglio affari esteri straordinario, al termine il «ministro degli Esteri» dell'Unione Josep Borrell ha sottolineato il contenuto della dichiarazione congiunta dell'Ue e dei Paesi del Golfo sul «diritto di difendersi da parte di Israele, ma nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Questo significa nessun blocco dell'approvvigionamento di cibo, acqua ed elettricità alla popolazione di Gaza». «Dobbiamo distinguere Hamas e l'Anp - ha aggiunto - La prima è un'organizzazione terroristica, la seconda un partner (...). Fermare gli aiuti umanitari sarebbe il miglior regalo ad Hamas e metterebbe a rischio i nostri interessi e la nostra partnership con il mondo arabo».

Oggi, intanto, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani sarà al Cairo per incontrare il presidente Abdel Fatah al Sisi e l'omologo Sameh Shoukry: «L'Egitto è un grande paese del mondo arabo e può giocare un ruolo di primo piano per mediare tra le parti e favorire una immediata de-escalation sul terreno - ha detto - L'Italia vuole lavorare con i principali partner della regione per far cessare al più presto questa barbara violenza». Anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha detto che Ankara sta cercando di capire come mediare, pur avvertendo che «questa situazione non finirà in una settimana o due». Papa Francesco, invece, ha parlato con il parroco di Gaza, padre Gabriel Romanelli, bloccato a Betlemme e in attesa di fare rientro presso la sua parrocchia, l'unica cattolica della Striscia: «Il Pontefice mi ha manifestato la sua vicinanza e la sua preghiera».

Il leader del Cremlino Vladimir Putin, invece, ha lanciato un ennesimo attacco agli Usa, dicendo che il nuovo scoppio di violenza è «un ottimo esempio del fallimento della politica di Washington in Medio Oriente».

A suo parere, «per la risoluzione del conflitto israelo-palestinese è necessaria l'attuazione delle risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu sulla creazione di uno stato palestinese sovrano e indipendente».

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