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Il coraggio di ragionare da partito di massa

Tutte le nazioni hanno bisogno di eroi da perpetuare nelle celebrazioni e per fortuna nella storia d'Italia non mancano valorose figure da ringraziare in eterno

Il coraggio di ragionare da partito di massa
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Che cosa c'è di avventato a unire nel ricordo postumo un mito dei fumetti come Tex Willer e la divina Maria Callas? Nell'affollato pantheon di Atreju, l'officina politico-generazionale creata a immagine di Giorgia Meloni, non esiste una logica settaria di simboli custoditi gelosamente dalla destra-destra. Il filo conduttore, infatti, non è quello dell'ideologia né una corsa in retromarcia ad affermare icone del passato confinate nel ghetto del Movimento sociale italiano degli scorsi decenni.

Tutte le nazioni hanno bisogno di eroi da perpetuare nelle celebrazioni e per fortuna nella storia d'Italia non mancano valorose figure da ringraziare in eterno. Ben venga allora la rivalutazione di personaggi che possano incarnare un esempio per tutti nel momento in cui l'incertezza generale sfuma i punti di riferimento. Gugliemo Marconi, l'inventore della radio, potrebbe apparire una polverosa figura del passato quando in realtà oggi sarebbe il naturale contraltare di Bill Gates o di Steve Jobs per la sua immortale genialità. E poi l'ardita cooptazione di Pier Paolo Pasolini, schierato nel Sessantotto con i poliziotti proletari sprangati in piazza dai figli di papà.

Non fa scandalo un pantheon ampliato a dismisura, segno di un partito, Fratelli d'Italia, che ormai è votato stabilmente da un italiano su tre. Come il Pci degli anni d'oro, che andava dai radical chic con chalet a Sankt Moritz agli operai di fabbrica.

Tutti i grandi partiti di massa hanno sempre celebrato personaggi apparentemente inconciliabili, come certa Democrazia cristiana che allo stesso tempo guardava con ammirazione il sindaco asceta pauperista Giorgio La Pira e il turboliberista Ronald Reagan. Quando le famiglie si allargano, si aggiunge un posto a tavola.

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