Gaza, sfida di Hamas. "Ostaggi tutti uccisi se continuano i raid"

Altre 83 vittime. Attacco al valico: morti due soldati. Madrid: crimini di guerra di Israele

Gaza, sfida di Hamas. "Ostaggi tutti uccisi se continuano i raid"
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Terzo giorno dell'operazione di terra per le forze israeliane a Gaza City. Bombe anche su aree vicino agli ospedali. Dall'alba di ieri i morti sono 83, anche quattro soldati dello Stato ebraico sono stati uccisi da un ordigno a Rafah. Numerose vittime si trovano ancora sotto le macerie e nelle strade. Intanto la Spagna reagisce e apre un'inchiesta su presunti crimini di guerra nella Striscia, mentre Hamas minaccia: "Nessun ostaggio tornerà a casa".

L'esercito israeliano non arretra e va avanti nell'azione militare. Ieri ha scatenato una nuova ondata di bombardamenti colpendo zone vicine ad alcuni dei pochi ospedali ancora funzionanti a Gaza. Missili hanno centrato località intorno agli ospedali di al-Shifa e al-Ahli: almeno 15 persone sono state uccise fuori da al-Shifa, mentre altre quattro sono morte in un altro raid vicino ad al-Ahli. Nell'ultimo resoconto, Tsahal ha fatto sapere di aver "distrutto infrastrutture delle organizzazioni terroristiche nella Striscia ed eliminato numerosi miliziani". "Ieri, velivoli dell'Aeronautica militare hanno attaccato nella zona della città di Gaza City un deposito di armi di Hamas, dove erano immagazzinati ordigni destinati all'uso contro i militari che operano nell'area. Prima del raid, sono state adottate misure per ridurre al minimo la possibilità di danni ai civili, inclusi l'uso di armamenti di precisione, osservazioni aeree e ulteriori informazioni di intelligence", ha spiegato l'Idf.

Le denunce da parte della comunità internazionale sono sempre più dure. "L'offensiva israeliana a Gaza costringe le donne a partorire per strada, senza ospedali, medici o acqua pulita", ha sottolineato il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric. L'operazione di terra dello Stato ebraico nel nord della Striscia ha lasciato gli ospedali già sovraffollati "sull'orlo del collasso", ha precisato pure il direttore generale dell'Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, chiedendo la "fine di queste condizioni disumane". La violenza ormai è incontenibile su più fronti. Intorno alle 15 di ieri due persone sono rimaste uccise in uno scontro a fuoco con accoltellamento al varco di Allenby, al confine tra la Giordania e la Cisgiordania, vicino a Gerico. Dai primi riscontri sembra che a sparare sia stato un giordano alla guida di un camion di aiuti umanitari diretto a Gaza. Era in possesso di un regolare permesso israeliano per attraversare il valico.

Lo scorso anno, allo stesso varco, tre israeliani furono ammazzati in un attentato. Intanto Papa Leone continua a chiedere la pace e precisa: "La parola genocidio viene usata sempre più spesso. La Santa Sede non ritiene che si possa fare alcuna dichiarazione in merito in questo momento". Più netto il Patriarca di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa: "Non è tutto nero o bianco: questo è ovvio - sottolinea - . È evidente che ci sono delle strumentalizzazioni; è evidente che Israele ha delle ragioni.

Tuttavia non possono in alcun modo giustificare quel che accade a Gaza. Questo va detto. C'è una sproporzione reale, quindi, tra quanto è accaduto il 7 ottobre e la risposta da parte di Israele. Credo che sia evidente, e non si può tacerlo".

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