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Gregoretti, Salvini è tranquillo: "Non ci sarà alcuna condanna"

Il leader della Lega non arretra e tira dritto: "Continuo a ritenere di aver svolto il mio dovere, senza timore e preoccupazione"

Gregoretti, Salvini è tranquillo: "Non ci sarà alcuna condanna"

All'indomani della richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro dell'Interno sul caso Gregoretti accolta dal Senato, Matteo Salvini torna a difendere il suo operato e appare sicuro sul proprio futuro: "Ho difeso il mio Paese. L'articolo 52 della Costituzione, sul quale ho giurato da ministro, prevede che la difesa della Patria è un dovere per ogni cittadino, quindi non penso che quanto ho fatto a maggior ragione da ministro comporterà alcuna condanna". Nel corso della conferenza stampa all'Associazione Stampa estera, il leader della Lega ha ribadito: "Continuo a ritenere di aver svolto il mio dovere". Dunque osserverà quanto accadrà "senza alcun timore o preoccupazione". Proprio nella giornata di ieri è arrivato il sostegno da parte di Marine Le Pen, che ha esplicitato di essere al suo fianco: "Sto con Salvini, perseguito per essersi opposto all'invasione di migranti". Occorre comunque fare una precisazione: non è ancora sotto processo. "Il voto di ieri al Senato rimanda a Catania il fascicolo su cui indagare", ha spiegato.

"Al voto entro fine anno"

L'ex vicepremier ha categoricamente bocciato il "non operato" del governo: "Non è d'accordo su niente e non fa niente. Non c'è nessuna proposta". Perciò il suo auspicio è che "si possa arrivare al voto entro quest'anno". Effettivamente la rissa sulla prescrizione è un dato piuttosto chiaro: l'assalto di Matteo Renzi alla riforma è al momento fallito, visto che la proposta di Italia Viva è stata bocciata per nove voti. Ma il fondatore di Iv ha avvertito: la prossima partita (quella decisiva) si terrà in Senato, dove i numeri potrebbero rompere gli equilibri dell'assetto giallorosso.

Poi Salvini ha parlato anche del declino del Movimento 5 Stelle: "Non sono contento per questo". Tuttavia appare piuttosto evidente che "quando parti come un partito anti-casta e poi diventi tu casta e ti allei con il partito simbolo dei poteri forti, quale è il Pd, i tuoi elettori salutano e ti ringraziano". Lo stesso ex ministro dell'Interno ha lanciato un appello alla maggioranza sul tema relativo alla revoca delle concessioni al gruppo Benetton: "Il problema vero è che il non fare niente sta bloccando 13 miliardi di euro. Se volete revocare, revocate e noi siamo d'accordo, se ci sono i presupposti giuridici".

Intanto la Lega continua a radicarsi nel in vista delle prossime elezioni Politiche: "Siamo presenti in 4 continenti con più di 5mila iscritti. Ci stiamo radicando anche in ottica delle prossime elezioni Politiche, in qualunque momento accadano, per avere una rappresentanza della Lega nel mondo che sia puntuale". Infatti in programma vi è una visita negli Stati Uniti.

Per quanto riguarda l'Europa, Salvini ha precisato che il Carroccio tra le sue priorità non ha né l'uscita dalla moneta né l'uscita dall'Unione: "Adesso sono tutti eurocritici, dall'estate scorsa tutti si sono accorti che bisogna cambiare alcuni fondamenti della Ue". La Russia continua a essere considerato un alleato strategico: "Le sanzioni non sono lo strumento giusto per risolvere le controversie". E ha espresso parole al miele nei confronti di Putin: "È un uomo apprezzato, e non lo dico perché sono stato pagato dai russi, come qualcuno dirà. Non abbiamo mai preso un euro".

Il leader della Lega si è complimentato con la Gran Bretagna, che ha dimostrato di essere "un Paese democratico a differenza di quello che accade in Italia dove i referendum vengono dimenticati. La politica ha seguito la scelta dei cittadini. Giù il cappello di fronte a una democrazia avanazata, cosa che l'Italia non è".

"Sardine senza credibilità"

L'ex ministro dell'Interno ha smontato le sardine. Precisando che apprezza e sostiene "ogni espressione democratica che coinvolge soprattutto i giovani", ha colto l'occasione per dire che il loro progetto è assolutamente lontano dal suo: "Vanno in piazza perchè non gli piace Salvini, poi vai a farti la foto con Benetton, Oliviero Toscani e hai la pacca sulla spalla da Soros, per me perdi ogni credibilità. Per me hai finito di avere qualsiasi credibilità, penso che abbiano perso tanto".

Sul tema dei migranti il problema è rappresentato dalla "revisione di Dublino, il nuovo accordo si basa sulla volontarietà di accoglienza, mentre servono meccanismi obbligatori, regole". Si è detto perciò molto preoccupato poiché "gli sbarchi sono triplicati".

Salvini non si è pentito della citofonata al presunto pusher in via Deledda, nel cuore del quartiere popolare del Pilastro a Bologna: "Se nei giorni dopo mi hanno chiamato diversi residenti di quel quartiere, ringraziando e dicendo che gli spacciatori non c'erano più sotto i loro portoni, io l'effetto l'ho ottenuto".

In effetti ha raccolto il grido di allarme di una madre: "Alla polemica sono abituato, per la lotta alla droga sono convinto che occorre fare tutto il possibile".

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