I dubbi dell'Europa sui tempi del Piano Mediazione di Fitto. "Trovare la quadra"

I fari dell'Unione europea, i presunti ritardi, l'impossibilità "matematica", come ha detto il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, di realizzare alcuni progetti entro il 2026

I dubbi dell'Europa sui tempi del Piano Mediazione di Fitto. "Trovare la quadra"

I fari dell'Unione europea, i presunti ritardi, l'impossibilità «matematica», come ha detto il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto, di realizzare alcuni progetti entro il 2026. Sul tavolo tra Palazzo Chigi e Bruxelles c'è il Pnrr italiano, e il tentativo di mediazione del governo verso la Commissione Ue sulle modifiche a tempi e progetti per rendere fattibile la realizzazione del piano entro il 2026.

Ieri Fitto era a Bruxelles e il messaggio trasmesso dopo il vertice con i commissari conferma il rischio che «diversi progetti» non possano essere realizzati. Non c'è preoccupazione, viene spiegato, ma la speranza che il confronto già in corso con la Commissione sia «costruttivo». La priorità è sbloccare la rata di fine dicembre 2022 da 19 miliardi di euro, il cui via libera è stato oggetto di una valutazione ulteriore da parte dell'Ue. «Non si tratta di fare polemiche ma di prendere atto del fatto che sono questioni che riguardano il precedente governo - precisa Fitto - Il governo di intesa con i sindaci e con i ministeri dell'Interno e dell'Economia predisporrà delle risposte di chiarimento» all'Ue sui progetti sotto esame, tra i quali quello dello stadio di Firenze e del bosco dello sport di Venezia, «auspicando che si trovi una soluzione». «Con la Commissione europea - spiega Fitto - troveremo le soluzioni adeguate, per affrontare le questioni relative alla rata da 19 miliardi in sospeso e apriremo un confronto più complessivo. Parliamo di un piano da 220 miliardi complessivamente, non sono piccoli interventi». Una volta acceso il semaforo verde Palazzo Chigi presenterà una «relazione dettagliata che fotograferà in modo preciso lo stato attuale e farà proposte di cambiamento, d'intesa con la Commissione. Così come altri Paesi hanno fatto». La data cerchiata in rosso è il 2026, scadenza del piano, proibitiva per alcuni progetti, ammette Fitto: «Dovesse emergere che c'è l'impossibilità, e in alcuni casi è cosi, di poter realizzare alcuni progetti al 2026, noi con l'Ue lavoreremo per trovare una soluzione». Ma la scadenza non cambia: «La data del giugno 2026 resta ed è il motivo per cui chi si è insediato da qualche mese si pone il problema di quello che accadrà da qui al giugno del 2026. Qualcuno parla di irresponsabilità, io penso invece che ci sia grande responsabilità e senso di rispetto per le istituzioni».

L'opposizione attacca con Francesco Boccia, Pd: «L'Europa continua bacchettare il nostro paese sui ritardi e sugli impegni che l'Italia dovrebbe mantenere. Chiediamo si faccia chiarezza, non è possibile che questo governo metta a rischio risorse decisive per il futuro del nostro Paese». Polemiche anche per le dichiarazioni del sindaco di Milano Beppe Sala: «Sui fondi del Pnrr cosa fa un governo saggio? Li dà più alle realtà locali che possono investire. Io dico, se ci sono dei residui, dateli a Milano. Diamo i fondi a chi li sta investire». Gli risponde presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto: «Questa sì che sarebbe una secessione. Affermare diamo i soldi a chi li sa spendere vuol dire lasciare indietro un pezzo di Paese. Facile fare il figo governando Milano. Sala dovrebbe provare a governare qualche mese in Calabria, in Sicilia o in Campania». Intanto si profila uno slittamento dell'approdo in Aula al Senato del decreto legge sul Pnrr.

Il provvedimento al momento è in calendario martedì, ma i lavori della commissione Bilancio sono in stand-by in attesa degli emendamenti da parte del governo: circa 40 proposte al vaglio del ministero dell'Ambiente. L'esame in Commissione, dunque, non prenderà il via prima di lunedì 3 o martedì 4. Il Dl, in prima lettura al Senato deve passare alla Camera per essere convertito in legge entro il 25 aprile.

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