L'addio di Lorenzo Fioramonti ha colto di sorpresa il governo. Strano, perché l'ex ministro dell'Istruzione ha più volte minacciato le dimissioni qualora non ci fossero stati due miliardi di euro per la scuola e uno per l'Università. A destare stupore è stata la tempistica, ma in realtà era nell'aria: i saluti sarebbero arrivati dopo la fiducia alla manovra di Bilancio alla Camera. Tra i maggiori indispettiti figura Luigi Di Maio, che inizialmente vedeva l'ex titolare del Miur come uno dei suoi uomini più vicini.
"Dal 2020 dovremo saper imprimere una forte accelerata dell'azione di governo". L'obiettivo è il rilancio dell'esecutivo: dunque verrà chiesto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte di "riunire nei primi giorni utili di gennaio, già il 7 o anche prima, i capi delegazione delle forze di governo che compongono la maggioranza" al fine di dare vita al "processo per la costituzione del nuovo programma di governo".
Della stessa posizione il premier, che oggi terrà la tradizionale conferenza stampa per fare il punto della situazione a 4 mesi di distanza dalla nasciata dell'esperienza targata M5S-Pd: "Finora, per il varo della manovra, abbiamo dovuto fare uno sprint. Ora dobbiamo passare alla maratona, che non può essere completata in uno o due mesi, ma ha bisogno di un respiro più ampio".
"I tre punti dell'agenda"
Il presupposto da cui l'avvocato vuole partire è chiaro: "In Italia c'è bisogno di stabilità". L'obiettivo principale è quello di rilanciare l'azione di governo non con una verifica, ma stilando l'Agenda 2023 in cui stabilire le priorità dei 29 punti del programma. Come riportato dal Corriere della Sera, il ministro degli Esteri ha già ben presenti i tre punti chiave per mettere su il nuovo programma.
La prima questione sarà quella di "elaborare un serio piano di taglio delle tasse in favore delle piccole e medie imprese". Effettivamente si tratta di una misura che non può più aspettare: "Bisogna dare respiro al nostro tessuto commerciale e far ripartire i consumi".
Il secondo punto è rappresentato dalle banche, che negli ultimi giorni ha diviso la maggioranza: "Bisognerà far partire subito la commissione di inchiesta parlamentare sulle banche e fare luce non solo sulla Popolare di Bari, ma anche sul passato, sui presunti legami di alcuni partiti e su come Bankitalia ha vigilato". Saranno necessari "ordine e concretezza", cercando di "mettere da parte la propaganda" per concentrarsi "sui risultati".
Terzo tema, ma non per ordine di importanza, la società Autostrade finita nel mirino del Movimento 5 Stelle in seguito alla tragedia del ponte Morandi: "Dovrà arrivare un segnale. Abbiamo il dovere di dare una risposta forte. Le indagini e le perizie svolte fino ad oggi ci hanno restituito un quadro inquietante". Di Maio ha colto l'occasione per ribadire che il M5S "crede in questo governo e nella possibilità di fare bene per gli italiani".
Perciò infine ha lanciato un appello agli alleati: "Se giochiamo da squadra, dialogando e costruendo, abbiamo una grande opportunità di cambiare questo Paese e questo è quello che dobbiamo fare. Senza indugi e con coraggio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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