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"Lasci l'Italia? Restituisci 10 anni di bonus"

Urso avverte Stellantis: "Fate investimenti o in futuro incentivi legati soltanto alla produzione"

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Nel confronto acceso tra Governo e Stellantis, a lanciare l'ultima granata è il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. «Vogliamo supportare le imprese che investono nel nostro Paese, mentre chi lascia l'Italia dopo aver ricevuto gli incentivi pubblici dovrà restituire i sussidi degli ultimi 10 anni», è la risposta del ministro alle «conseguenze», sulle fabbriche di Mirafiori e Pomigliano, minacciate dall'amministratore delegato Carlos Tavares, se non arriveranno forti sostegni pro automobile elettrica.

Il giorno dopo l'incontro del presidente di Stellantis, John Elkann, con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, è Urso a mettere in guardia il gruppo automobilistico su un possibile cambio di strategia. «In mancanza di un'adeguata risposta sulla produzione di auto in Italia, dal 2025 le risorse del fondo automotive che restano, 5,3 miliardi di euro ovviamente in più anni di bilancio, saranno destinate come incentivo alla produzione e non più al consumo. Non è infatti possibile che l'ecobonus vada in misura prevalente all'estero. Le risorse pubbliche vanno orientate a tutelare e rafforzare la produzione e il lavoro in Italia».

Sostenibilità ambientale, con la rottamazione delle auto piu vecchie, sostenibilità produttiva e sostenibilità sociale sono le tre direttrici del nuovo programma di incentivi il cui varo avverrà in marzo. E proprio la novità «leasing sociale», il noleggio a lungo termine con rate accessibili destinato alle famiglie meno abbienti, dovrebbe favorire soprattutto l'acquisto di veicoli made in Italy.

Urso, assente per impegni in occasione degli incontri romani di Elkann, ha voluto precisare di «aver incontrato il presidente di Stellantis 3 volte in un anno», mentre con l'ad Tavares si è visto sia al ministero sia in Francia. A sgombrare il campo da ipotesi sul possibile ingresso dello Stato nell'azionariato di Stellantis, ci ha pensato ieri il viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Valentino Valentini: «Sarebbe un investimento troppo ingente, non sarebbe di controllo e non avrebbe molto senso». Secondo Valentini la strada da percorrere con Stellantis, ed eventualmente altri interessati a investire qui, è quella di continuare con i tavoli».

Stefano Aversa, presidente europeo di AlixPartners, società globale di consulenza, oltre a invitare governo e Stellantis ad abbassare i toni, afferma che «gli incentivi al mercato non possono essere strutturali e il fatto che lo siano diventati è un problema; al contrario, per una politica industriale gli incentivi più importanti sono quelli agli investimenti che veramente possono portare innovazione, capacità produttiva e di ingegneria». «La situazione produttiva in Italia? Di certo - risponde Aversa - c'e' un problema di sovraccapacità».

Ecco, allora, l'urgenza di raggiungere l'obiettivo di 1 milione di veicoli, su cui punta Urso, per scongiurare il peggio.

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