Una lettera mette nei guai il premier Giuseppe Conte. Si tratta di una missiva, con data 13 marzo, che la ministra dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli scrisse e inviò al presidente del Consiglio, invitandolo a decidere sul nodo spinoso delle concessioni ad Autostrade.
La titolare dem del Mit, in soldoni, chiedeva al sedicente avvocato del popolo di prendere una decisione insieme alle forze della maggioranza giallorossa: revisione della concessione, oppure la sua revoca. Bene, a quanto pare Palazzo Chigi la ignorò, chiudendola nel cassetto della scrivania.
A scriverlo è La Repubblica, che apre così nuovi scenari sull’affaire che coinvolge il governo e la famiglia Benetton. Stando alla ricostruzione di Rep, forte della lettera, Conte scelse di non scegliere, dedicandosi invece alla gestione dell’emergenza sanitaria appena scoppiata causa epidemia-pandemia di coronavirus.
Due mesi di silenzio radio stoppati a fine maggio, quando viene convocato un summit: il vertice è un buco nell’acqua. Idem un mese più tardi, fino al giorno in cui si arriva alla notizia della gestione del nuovo ponte sul Polcevera affidata (temporaneamente) sempre ad Aspi-Autostrade per l’Italia.
È l’otto luglio il giorno in cui scoppia il bubbone. Tutto nasce da un’altra lettera e sempre scritta e firmata da Paola De Micheli, nella quale si legge che il nuovo viadotto di Genova sarà gestito da Aspi, almeno fino al giorno in cui la maggioranza giallorossa prenderà una decisione (definitiva) sulla revoca della concessione ai Benetton, a causa del crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018 nel quale persero la vita 43 persone.
Per due anni il Movimento 5 Stelle ha promesso l’allontanamento di Autostrade, ma in questi 24 mesi di risultati non ne sono ancora arrivati. Anzi. Sul finire della scorsa settimana l’inquilino di Palazzo Chigi ha invitato Aspi a presentare una nuova proposta a tutela del pubblico interesse, con tanto di revisione delle tariffe e cambiamenti radicali a livelli di controlli e manutenzione sulla rete autostradale. Insomma, una sorta di ultimatum ai Benetton: fate così oppure addio alle concessioni.
Il nodo è tutto da sciogliere e in serata è fissato un consiglio dei ministri che qualcosa dovrà pur decidere; le premesse non sono delle migliori, visto
che l'appuntamento fra Conte e i partiti di maggioranza si sarebbe dovuto tenere in mattinata . Da quel 13 marzo di mesi ne sono passati quattro: qualcuno ha voluto prendere (o perdere, dipende dai punti di vista) tempo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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