Orfani e vedove del boia di Gaza pure in Italia. "La morte ti ha reso un cucciolo di leone"

Dalla scrittrice Parodi all'islamico Piccardo al solito "Rubio". Chi piange la morte del leader terrorista. E chi invece tace

Orfani e vedove del boia di Gaza pure in Italia. "La morte ti ha reso un cucciolo di leone"
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Dalle «bimbe di Sinwar» a orfani e vedove di Sinwar. Non c'è bisogno di andare in Iran per trovare chi piange la morte del macellaio di Gaza, artefice degli attacchi del 7 ottobre e inventore della rete di tunnel e bunker architettati contro Israele.

Anche in Italia, soprattutto a sinistra, in particolare quella estrema, mentre la sinistra «istituzionale» e gli anti-Israele più chic preferiscono per ora tacere, imbarazzati per quella che si profila come una vittoria militare di Bibi Netanyahu.

Scatenato è il solito chef Rubio, ormai idolo della sinistra antagonista che riporta sui suoi social proclami di «resistenza» di Gaza. Con toni lirici, in una lunga, commossa lettera sui social ha commentato invece le prime notizie sulla morte di Sinwar la scrittrice Cecilia Parodi, già protagonista di dichiarazioni estive farneticanti ma - nota Fdi - invitata a eventi di giovani Pd. Tempo fa sul suo profilo si descriveva una sorta di infatuazione per il sanguinario capo dell'organizzazione islamista e ora dalla «cotta» si è passati all'esaltazione addolorata. «Pare che tu abbia combattuto come un leone come sempre - ha scritto ieri Parodi - schivando due attacchi dai carri armati, e che tu sia stato colpito in testa mentre tiravi pietre contro un drone. Se quel corpo da bambino sei tu, per l'ennesima volta mi stupisco di quanto la morte ci renda fragili, minuscoli». «La morte, se sei tu, ti ha reso un cucciolo di leone» ha concluso tenera. Da annotare come Parodi fosse stimata da una scrittrice ben più quotata, Michela Murgia, e che la stessa autrice sarda - ormai scomparsa - avesse voluto rendere pubblici i suoi orientamenti. «La penso come Hamas» aveva detto a un amico, e poi a tutti.

Inconsolabile oggi è anche Davide Piccardo, che da due giorni pubblica preghiere, citazioni di Sinwar e versetti («E non dite che sono morti coloro che sono stati uccisi sulla via di Dio, ché invece sono vivi e non ve ne accorgete»). Piccardo è stato coordinatore delle moschee di Milano all'epoca della rottura con la Comunità ebraica - fece traboccare il vaso l'invito al Ramadan ambrosiano di un «sapiente» arabo, Al Bustanji, che ancora oggi, dieci anni dopo i fatti, viene indicato nel rapporto del «think tank» Elnet come alfiere della rete filo Hamas in Italia. Figlio di Hamza, già leader della vecchia guardia Ucoii (le Comunità islamiche in Italia) Piccardo ora è direttore editoriale di un sito, La luce, in cui campeggiano un'intervista al «leader» di Hamas Mousa Abu Marzouk: «Da cent'anni ogni volta rinasciamo più forti di prima» e un'analisi: «Dopo Sinwar un nuovo capitolo per la resistenza palestinese».

Intanto per il fine settimana si preparano le solite manifestazioni anti-Israele: oggi a Milano e domani a Genova. Un mese fa ci furono commemorazioni di Hassan Nasrallah, capo di Hezbollah, e niente è più facile di un bis per Sinwar.

«Non piango certamente per lui» premette il segretario milanese del Prc Matteo Prencipe, poi aggiunge: «La storia non dà giudizi morali e un tempo la sinistra mondiale ben lo sapeva. Fintanto che esisterà l'ingiustizia e l'oppressione verso un popolo oppresso, nasceranno sempre nuovi e diversi feroci Sinwar».

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