
Quello che ha subíto Sigfrido Ranucci è un "atto vigliacco e criminale, un attacco non solo alla persona, ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia". Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi (nella foto) riferisce in Parlamento sull'attentato al giornalista e conduttore di Report ma si rivolge anche all'opposizione: "Chi utilizza questo grave atto per adombrare una qualche responsabilità del governo offende la verità e le istituzioni, con scarso senso dello Stato". Perché la difesa della libertà di stampa non deve diventare "grossolana propaganda partitica. Lo stesso Ranucci ha tenuto un comportamento di grande responsabilità con dichiarazioni estremamente equilibrate, lontane da ogni ricostruzione dietrologica". Il titolare del Viminale spiega che nei confronti del giornalista "anche prima dell'atto intimidatorio, l'attenzione è stata massima: le misure sono sempre state tempestivamente adeguate alle segnalazioni via via emerse". La Questura di Roma ha poi ampliato "i target sensibili", cioè le aree abitualmente frequentate da Ranucci, "con un dispositivo di vigilanza generica radiocollegata". Ma continua lo scontro politico, infiammato nei giorni scorsi dalle parole della segretaria dem Elly Schlein ("La libertà è a rischio con la destra al governo"). Ieri è intervenuta la premier Giorgia Meloni, ricordando di aver espresso "personalmente solidarietà a Ranucci": "Mi chiedo - ha aggiunto - se sia possibile prendere lezione dal M5s che oggi scende in piazza e ieri stilava le liste di proscrizione dei giornalisti. Quelle della Schlein sono parole gravissime, getta ombra sull'Italia. Sulla libertà di stampa manca equilibrio e obiettività da parte di alcuni. Non ricordo mobilitazioni quando Sallusti è stato arrestato o quando Cerno o Capezzone hanno ricevuto minacce di morte".
Piantedosi in Aula ha anche riferito che tra il 2020 e il 2024 ci sono stati 718 episodi di intimidazione nei confronti dei cronisti. Il picco nel 2021, "quando non era in carica questo governo", con 41 aggressioni fisiche. Ma l'ex magistrato antimafia oggi senatore del M5s Federico Cafiero de Raho ha insistito su un "clima pesante e di leggi liberticide".
Intanto proseguono le indagini della Dda di Roma su esecutori e possibili mandanti. Si analizzano i filmati delle telecamere e celle telefoniche.
Ieri il giornalista ha ricordato che dopo l'attentato nessuno ha ritirato le querele a Report e ha parlato di attacchi arrivati nel tempo anche sotto forma di "processi di delegittimazione". "Altro che ritiro delle querele! Me ne sono arrivate altre tre".