Salute

Tumore al seno, autopalpazione, prevenzione, sintomi e cure

Quali sono i passaggi più importanti per intercettare il cancro alla mammella? Dall'autopalpazione ai sintomi più comuni, le regole per prevenirlo e i rischi, fino al percorso e alle cure da affrontare per combatterlo

Tumore al seno, autopalpazione, prevenzione, sintomi e cure

Il tumore al seno è la forma più diffusa di cancro, dato dalla proliferazione incontrollata delle cellule in grado di colpire la mammella. Incide sia sul corpo femminile che su quello maschile, con una percentuale inferiore ma comunque presente. Le cifre annuali sono allarmanti perché la forma tumorale può colpire in media una donna su otto, ed è quella maggiormente impattante sulla popolazione femminile, la seconda per mortalità dopo il tumore ai polmoni.

Il tumore al seno è intercettabile grazie a una corretta routine diagnostica annuale, fatta di controlli e autopalpazione. Per questo è importante conoscere la fisionomia e la struttura del seno stesso, considerando i fattori di rischio che possono aumentare la percentuale d'incidenza. È importante comprendere ogni minima variazione fisica riguardante la parte interessata, così da consultare tempestivamente l'esperto per procedere, eventualmente, con una cura mirata.

Il seno, conformazione e struttura

Tumore al seno

Per intercettare anomalie importanti è indispensabile conoscere l'anatomia del seno, un insieme di ghiandole e tessuto adiposo che trovano spazio tra la pelle, ovvero l'involucro, e il torace. Le ghiandole, note come lobuli, costituiscono un lobo; il seno è formato da circa 15- 20 lobi. Questa particolari sezioni costituiscono il seno stesso, ovvero un insieme di legamenti, adipe, tessuto connettivo, vasi linfatici e sanguigni. I lobuli fanno da tramite anche per il passaggio del latte che giunge ai capezzoli attraverso i dotti galattofori o lattiferi.

Il tumore al seno è causato dalla proliferazione incontrollata di alcune cellule maligne che possono avere origine in qualsiasi area della ghiandola mammaria, con una maggiore incidenza nei lobuli stessi. Per riconoscere presenze sospette è bene conoscere come monitorare il seno e la sua salute, attraverso la pratica dell'autopalpazione. Si tratta di un esame da effettuare periodicamente in prima persona, partendo sin dalla più giovane età, davanti allo specchio in una stanza ben illuminata.

Autopalpazione del seno, ecco come funziona

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Si parte stendendo le braccia lungo i fianchi per osservare la conformazione del seno, quindi si appoggiano le mani sul bacino contraendo i muscoli del petto. Grazie a questa prima contrazione muscolare è possibile valutare la linea dei seni, il formato, eventuali gonfiori, una forma anomala dei capezzoli o del contorno delle due mammelle che non sono mai uguali. L'operazione di osservazione procede con le braccia alzate poi, singolarmente, se ne piega una dietro la nuca. Si procede sondando con l'altra mano la conformazione del seno palpando ogni area, petto e ascelle comprese, e ripetendo con l'altro seno.

L'autopalpazione si può effettuare anche sdraiati: si appoggia un cuscino sotto la prima spalla (ad esempio la sinistra) collocando la rispettiva mano sotto alla nuca, con la mano dell'altro braccio (la destra) si procede a sondare il seno. Le dita saranno tese e dritte e si muoveranno circolarmente sul seno così da intercettare eventuali anomalie strutturali, facilmente individuabili proprio grazie alla posa che favorisce una distensione del petto.

Il movimento dovrà avanzare lentamente e concludersi con la pressione dei capezzoli, per verificare l'eventuale fuoriuscita di liquido. L'autopalpazione si può effettuare anche in piedi sotto la doccia e il medico andrà subito allertato in presenza di noduli e rigonfiamenti sospetti, infossamenti e secrezioni, così da effettuare le verifiche del caso.

Tumore al seno, le tipologie e le evoluzioni

Tumore al seno4

Il tumore al seno può essere di due tipologie differenti: invasivo o non invasivo, con forme differenti. Per quanto riguarda quelle non invasive, le forme più comuni sono la neoplasia duttale intraepiteliale (o carcinoma duttale in situ) e la neoplasia lobulare intraepiteliale. La prima nota anche come DIN è una forma precancerosa e ha origine dalle cellule dei dotti, si può riformare e può trasformarsi in invasiva. Nella seconda, nota come LIN, le cellule possono trasformarsi e assumere la forma cancerosa. Entrambe si presentano con diversi stadi di gravità.

Per quanto riguarda le forme invasive invece possiamo parlare di forme tumorali che non sono collocate nel sito d'origine ma si sono infiltrate, raggiungendo organi differenti dalla mammella.

  • Il più noto e presente è il carcinoma duttale in grado di superare le pareti dei dotti galattofori e diffondersi fino al tessuto connettivo oppure adiposo, giungendo anche in altre parti del corpo sfruttando il percorso dei vasi sanguigni del seno.
  • Il carcinoma lobulare, con un'incidenza dei 15%, prende vita dai lobuli attraversando anche lo strato adiposo, fino agli altri organi. Può colpire tutti e due i seni e in più punti.
  • Altre forme tumorali che riguardano il seno sono carcinoma tubulare, papillare, mucinoso e cribriforme. Si presentano con un'incidenza minore e spesso con esito favorevole.

La gravità del tumore al seno è identificata attraverso cinque stadi, a seconda dall'aggressività dello stesso:

  • stadio zero: noto come carcinoma in situ si divide in lobulare in situ, ovvero non aggressivo ma che può evolvere in una forma maligna, e duttale in situ che colpisce le cellule dei dotti come forma precancerosa che può anche regredire spontaneamente;
  • stadio uno: la prima fase del cancro, una forma tumorale grande meno di due centimetri di diametro senza aver intaccato i linfonodi;
  • stadio due: il tumore può aver intaccato o meno i linfonodi dell'ascella con un formato in crescita;
  • stadio tre: la fase di crescita procede mentre il formato è variabile, ma il tumore ha intaccato i linfonodi delle ascelle oppure i tessuti accanto al seno;
  • stadio quattro: il tumore ha sviluppato metastasi che hanno coinvolto altri organi.

La sopravvivenza è legata all'intercettazione del tumore e al suo stadio, minore è lo stesso maggiore è la sopravvivenza in tandem con i trattamenti. In uno stadio quattro la sopravvivenza media delle pazienti è di due anni, ma con possibilità di raggiungere i dieci anni grazie alle cure.

Sintomi, diagnosi ed esami

Chirurgia

Ogni variazione della conformazione del seno, anche se minima, va comunicata subito al medico. Tra i sintomi da non sottovalutare si possono identificare una modifica del formato del seno, la presenza di un nodulo nella mammella o sotto al braccio nei pressi della stessa, seguiti da conformazioni differenti della cute come pieghe, increspature, arricciamenti o rigonfiamenti.

Pelle arrossata, gonfia, dolorante con eruzioni cutanee, una forma differente del capezzolo che potrebbe spostarsi oppure rientrare, o anche produrre secrezioni anomale biancastre, liquide, purulente e con sangue. Solitamente le forme tumorali iniziali non presentano dolore e, in generale, la metà dei casi si manifesta nel quadrante superiore esterno della mammella. Ogni seno possiede una struttura differente per questo oltre all'autopalpazione è fondamentale effettuare gli esami diagnostici di routine quale quello senologico, l'ecografia mammaria e la mammografia, in alcuni casi anche la risonanza magnetica.

In presenza di formazioni sospette il medico potrà suggerire una biopsia e, in base all'esito, la paziente potrà sottoporsi alle cure. Il primo step è l'intervento chirurgico per rimuovere le parti malate, in base all'estensione si parla di mastectomia parziale o totale e all'operazione spesso segue la fase di radioterapia. In base al singolo caso il medico potrà suggerire anche la chemioterapia. In alcuni casi, il procedimento viene effettuato in maniera inversa, al fine di ridurre le dimensioni del tumore.

Fattori di rischio e prevenzione

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È molto importante conoscere la storia clinica della propria famiglia e interpellare il medico in presenza di anomalie presenti nella zona del seno. I fattori di rischio possono essere tanti, come l'ereditarietà familiare, un precedente personale di tumore al seno, una predisposizione di tipo genetico legata alla mutazione dei geni BRCA1 e il BRCA2. A questi si aggiungono l'arrivo delle mestruazioni prima dei 12 anni e una prima gravidanza dopo i 30, seguite dall'esposizione a radiazioni o un uso eccessivo di estrogeni.

Anche lo stile di vita può incidere in modo profondo. Ad esempio, il tumore al seno può avere un'incidenza maggiore nelle persone che fumano, che consumano molta carne rossa, che conducono una vita sedentaria e con una presente obesità, oltre che con un passato di endometriosi o forme tumorali all'apparato riproduttivo. Le donne caucasiche sembrano, inoltre, maggiormente soggette.

Per prevenire la problematica è bene seguire uno stile di vita sano senza fumo e con poco alcol, preferendo l'attività fisica alla sedentarietà e una dieta ricca di vegetali e povera di grassi.

Oltre a effettuare indispensabili controlli di routine, da programmare annualmente per monitorare la propria salute.

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