"Comunque vada sarà un successo». Immancabili come i sermoni antiberlusconiani di Travaglio, questa sera s’intoneranno i primi canti di vittoria post elettorali. Lo faranno tutti: destra, sinistra, centro, grandi, piccoli, fedeli al precetto del «Visto? Avevamo ragione noi..."
Elezioni Amministrative 2010
Berlusconi ha votato in mattinata a Milano, nel quartiere periferico di Lorenteggio: "È casa mia, venivo sempre con mia madre". Il saluto agli elettori: "Ghe pensi mi"
Il 28 e 29 marzo oltre 40 milioni di italiani sono chiamati alle urne. Si vota per eleggere i presidenti di 13 Regioni, i presidenti di 4 province, i sindaci di 463 comuni (di cui 9 capoluoghi di provincia) e 69 comuni con più di 15mila abitanti
Elezioni regionali (scheda verde), elezioni provinciali (scheda gialla), elezioni comunali (scheda azzurra). Si vota facendo un segno sul nome del candidato presidente (regione e/o provincia) o candidato sindaco. Oppure facendo un segno sul simbolo delle liste (partiti)
Il presidente del Consiglio: "Anche se non faccio pronostici, la sconfitta non mi sembra un’ipotesi possibile. E non temo l’astensionismo perché ho fiducia nel buonsenso degli italiani. La Lega? Si irrobustirà ma non supererà il Pdl. Noi in piazza ogni anno a primavera". Lo sprint del Cavaliere per strappare alla sinistra anche Lazio e Piemonte
Bersani: "Quest'anno lavoriamo per lo Stato fino al 23 giugno. Non c’è mai stata una pressione fiscale del genere, naturalmente per chi le tasse le paga". Il premier: "Sinistra al seguito di Di Pietro"
Sono tredici le regioni che vanno al voto, ma la partita si giocherà tutta in sette regioni, quelle in bilico, quelle dove fino all'ultimo momento la partita sarà nelle mani degli indecisi e dove i sondaggi possono fermarsi solo all'approssimazione: Lazio, Liguria, Calabria, Puglia, Basilicata, Piemonte e Campania
Confindustria denuncia una campagna elettorale "violenta e su temi di nessun interesse per il Paese reale: la classe politica si è dimostrata irresponsabile. Poi rilancia: "Ora puntare sulle riforme altrimenti è a rischio la crescita del Paese"
Il governatore uscente del Piemonte, in corsa per tenersi stretta la sua poltrona, preferisce non replicare all’uscita dei vescovi sul «voto utile» a sostegno di chi tutela la vita e la famiglia