La tentazione del Cavaliere deluso: percorrere la strada della "centralità" che tutti riconoscono a Forza Italia. Ma con Salvini resta uno spiraglio

La tentazione del Cavaliere deluso: percorrere la strada della "centralità" che tutti riconoscono a Forza Italia. Ma con Salvini resta uno spiraglio
Alla fine è dovuto intervenire lo stesso Silvio Berlusconi dall'ospedale San Raffaele per rimettere in carreggiata un'elezione del capo dello Stato che stava per finire fuori dai binari per le intemperanze di leader
Il Presidente del Consiglio e il suo fido scudiero Enrico Letta hanno un'indubbia capacità, quella di cambiare il significato delle parole a proprio piacimento e secondo i loro comodi.
Agnelli, vecchie volpi e pastorelli inesperti. Questa edizione dei giochi quirinalizi andrebbe raccontata così.
Qualche anno fa - ormai si parla di decenni - un personaggio inventato dal trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo, Tafazzi, diventò l'emblema del masochismo di sinistra
Il viso e le espressioni di Enrico Letta suggerirebbero un carattere diverso e ben altro temperamento politico
Parafrasando un celebre romanzo di Milan Kundera, questi giorni stanno dimostrando "l'insostenibile leggerezza della politica"
Dopo una rinuncia a candidarsi che gli è costata non poco, celebrata sull'altare della responsabilità e dell'interesse del Paese, come si addice ad uno statista, Silvio Berlusconi ha chiesto a sua volta un atto di responsabilità a Mario Draghi.
A volte nel nostro meraviglioso Paese si usano le parole senza avere contezza di ciò che si dice. Oppure non c'è consapevolezza di cosa si propone.
Se Silvio Berlusconi alla fine rinuncerà a candidarsi per il Quirinale, sarà solo per salvaguardare l'interesse del Paese, per dimostrare ancora una volta che le sue legittime ambizioni vengono sempre dopo l'Italia.