I palestinesi continuano ad essere utilizzati dalla sinistra italiana quale pretesto per fare casino, per protestare, insomma, per un manifesto politico che tutto ha a che fare tranne che i palestinesi

I palestinesi continuano ad essere utilizzati dalla sinistra italiana quale pretesto per fare casino, per protestare, insomma, per un manifesto politico che tutto ha a che fare tranne che i palestinesi
Spiazzati dalla pace ma ben radicati nelle proprie convinzioni ideologiche, i manifestanti milanesi hanno ripetuto, con sorprendente coerenza, le stesse parole d'ordine dei cortei che nelle scorse settimane hanno paralizzato mezza Italia
Protestare senza violenze per ciò che sta accadendo in Medio Oriente e per esprimere il proprio pacifismo è legittimo, ma chiedere al governo di interrompere ogni rapporto economico con Israele porta a un danno in primis per i lavoratori italiani. Gli stessi che, almeno in teoria, dovrebbero essere rappresentanti dai sindacati scesi in piazza a fianco dei pro Pal
Una delle forme di protesta del movimento "Blocchiamo tutto" è stata la chiusura di porti e il boicottaggio delle navi sospettate di trasportare armamenti prodotti in Italia e venduti all'estero
All'Onu, tempio dei diritti, lo Stato ebraico ha subito un processo politico ad opera di Paesi autoritari come Iran e Corea. Nelle piazze italiane i pro Pal si sono scatenati in cortei violenti, ma sono stati giudicati con indulgenza. Il commento di Giovanni Toti
Nelle piazze italiane, cortei violenti e distruttivi annunciati già dai manifesti "blocchiamo tutto" sono stati giudicati con indulgenza
Ogni tanto, nel nostro Paese, riaffiora un "giudice a Berlino". Questa volta lo si è intravisto nella pronuncia del Tribunale del Riesame di Milano che ha demolito l’impianto accusatorio costruito dalla procura milanese. Un impianto che, sulla base di intercettazioni parziali ha tenuto agli arresti domiciliari, o addirittura in carcere, i protagonisti di quello che era stato definito un "sistema corrotto" dietro lo skyline del capoluogo lombardo. Solo una voce si è levata a difesa del percorso intrapreso da Milano: quella di Roberto Vecchioni.
Nelle ore più concitate, solo una voce si è levata a difesa del percorso intrapreso da Milano: quella di Roberto Vecchioni
La premier Meloni e il ministro dell'Economia Giorgetti hanno tenuto i conti con il cordone stretto, esercitando una cautela che ha evitato al Paese costi ingenti. Ora è arrivato il momento di una vera spinta riformista, che renda l'Italia la democrazia liberale con il cittadino al centro
Il governo che molti, nel racconto progressista, dipingevano destinato a travolgere gli equilibri finanziari con politiche di spesa populista, si è rivelato l'opposto