Un ottimo soggetto andato in parte sprecato in un film educativo ma indeciso tra fiaba, divertissement e cinema politico. Pasticciato l'accostamento di toni drammatici e umoristici

Un ottimo soggetto andato in parte sprecato in un film educativo ma indeciso tra fiaba, divertissement e cinema politico. Pasticciato l'accostamento di toni drammatici e umoristici
Uno chalet isolato da una tormenta di neve è al centro di un film sufficientemente enigmatico, che racconta la lenta discesa di una mente fragile verso la paranoia.
Ritratto intimo, romanzato e mai ossequioso di un leader caduto in disgrazia e prossimo alla fine. Un film che poggia interamente sulla performance stupefacente dell'attore protagonista.
La narrazione lontana da facili sentimentalismi e l'enfasi sull'autodeterminazione femminile introducono le nuove generazioni a un classico senza tempo.
L'intento è nobile: sensibilizzare il più vasto pubblico possibile sul tema dell'immigrazione, grazie a umorismo e umanità. A pagarne il prezzo è il divertimento, ridimensionato.
Un aiuto per orientarsi nell'offerta di film presenti in sala durante le festività natalizie
Dotato di suggestiva bellezza e realizzato con cura artigianale, il film ha una grazia illuminante nell'incipit e nel Geppetto di Benigni ma, in generale, colpisce poco al cuore.
Vita e opere di un grande artista che riteneva se stesso, prima di tutto, un matematico alla ricerca della meraviglia. Nelle sale solo il 16, 17 e 18 Dicembre.
Il duo siculo confeziona con cura un viaggio temporale in cui lo spettatore è intrattenuto da siparietti comici mai volgari e da riflessioni sulla società in cui viviamo.
Un film che si regge sulle ottime interpretazioni dei tre personaggi principali e che mette in scena in maniera composta la dialettica interiore tra angoscia e speranza.