Rinchiuso nel suo bunker il raìs torna a minacciare il mondo. Lo fa con due messaggi audio, a distanza di poche ore l'uno dall'altro. Promette una guerra lunga e sanguinosa. E ad America, Francia e Gran Bretagna dice: "Siete animali"
Ieri è partito l'attacco, raid francesi e inglesi, poi pioggia di missili dalle navi Usa: distrutti carri armati, blindati e difese aeree. All'alba bombardata Tripoli, bloccato rimorchiatore con italiani a bordo. Il Colonnello, che minaccia di colpire obiettivi civili nel Mediterraneo, è chiuso in un bunker protetto dai suoi fedelissimi, ma snidarlo non è impossibile
A migliaia, compresi donne e bambini, si sono radunati per proteggere il quartier generale del raìs e l’aeroporto di Tripoli Ce l’hanno con Sarkozy e gridano: "Siamo pronti a dare la vita per Gheddafi". E bombardare qui adesso sarà impossibile
Il presidente del Consiglio dopo il vertice di Parigi: l’Italia parteciperà alle operazioni mettendo a disposizione della coalizione sette basi aeree. In caso di necessità, successivamente è disponibile ad intervenire direttamente con i propri mezzi
Non possiamo lasciare fare, né a Gheddafi di massacrare i suoi, né a Sarkozy e soci di mettere mano da soli sulla Libia
Continua l'avanzata delle forze fedeli al Colonnello. Dopo aver ripreso il controllo di Brega ora l'obiettivo è Bengasi, dove si prepara lo scontro finale. I ribelli chiedono armi alla comunità internazionale. Oggi a Parigi summit dei ministri degli esteri del G8. Bankitalia commissaria la Ubae
I tre giornalisti - un palestinese, un britannico e un turco - erano stati arrestati lunedì a un posto di blocco non lontano da Zawiyah. I soldati libici li hanno picchiati e finto, più di una volta, di ucciderli sparandogli con il mitra
Ci impongono l’immigrazione e vogliono farci prendere posizione militare a ogni costo, perché c’è un piano per sopraffare noi e l’Europa. E' l'ultima possibilità per continuare a esistere. Il sospetto: dietro il caos libico gli interessi dei petrolieri Usa / Giulio Andreotti. Intanto la Libia continua a bruciare
Il senatore a vita in un editoriale sul mensile "30 giorni" stigmatizza le accuse di chi ha criticato l'Italia per i rapporti con il colonnello: "La Libia è un Paese con il quale abbiamo avuto necessità di trovare linee di concordia, piuttosto che di accentuare divisioni. E anche oggi dobbiamo cercare con loro le cose su cui si può convergere, altrimenti rischiamo di pagarne le spese"
Il Colonnello tentenna ma non molla. E così, mentre a Bengasi i capi ribelli fanno i conti con i 600 km di deserto e le postazioni governative che dividono il loro regno e quello di Tripoli, il mondo s'interroga sul da farsi. Vediamo tutte le possibili "soluzioni". Ultimatum dei ribelli, ma Gheddafi non molla