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"Fondo il partito dei tabagisti". La crociata di Gino Paoli contro il divieto di fumo

La stretta annunciata dal ministro Schillaci sulle sigarette (anche elettroniche) all'aperto nei bar, ristoranti, parchi e fermate dei mezzi pubblici fa infuriare il cantautore 88enne

"Fondo il partito dei tabagisti". La crociata di Gino Paoli contro il divieto di fumo

Dopo le polemiche durante l'ultimo festival di Sanremo sulle sue parole contro Little Tony, Gino Paoli torna a far parlare di sé dopo un mese. L'occasione è l'annuncio dell'arrivo del provvedimento del governo che vorrebbe vietare il fumo in pubblico all'aperto, anche con le sigarette elettroniche. Il cantautore, noto fumatore da diversi decenni, si oppone a questa norma e, intervistato dalla Stampa, si prepara alle barricate: "Sono pronto a fondare il partito dei tabagisti", dice.

A inizio febbraio scorso Gino Paoli era finito nella morsa delle polemiche per via di alcuni racconti 'piccanti' su Little Tony che aveva rivelato sul palco dell'Ariston in diretta tv e per i quali la figlia del cantante di "Riderà" aveva preteso le scuse dell'88enne. Oggi quest'ultimo si scaglia invece pubblicamente contro l'ipotesi avanzata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, di vietare il fumo in pubblico, anche nei dehors, alle fermate dei mezzi pubblici e nei parchi in presenza di donne incinte. "Le leggi scattano quando manca l'educazione", premette il cantante. "Fonderò un partito e visto che in Italia ci sono 12 milioni di fumatori vincerei anche bene", è la sua previsione. "Poi cercherei di evitare imposizioni sul dove e quando fumare. Un tempo, specie fra altre persone, si chiedeva il permesso: scusate, do fastidio? Se la risposta era sì, mica ti mettevi a farti gli affari tuoi nella carrozza di un treno. A 88 anni sono ancora qui. Gente che conoscevo e faceva una vita sana se n’è andata. Chiesi un parere su questo anche allo scrittore Andrea Camilleri, che se ne intendeva. Mi rispose: a novant'anni sono ancora vivo mentre miei amici morigerati non ci sono più. Mi confortò che la pensasse così".

Gino Paoli ne fa poi anche una questione di mancati introiti per lo Stato. "Tassando le sigarette, il governo fa un bel po' di soldi. Hanno pensato a quanti ne perderebbero?". L'autore de "Il cielo in una stanza" racconta il suo rapporto personale con il fumo. "La sigaretta è un'abitudine, una dipendenza. Ma anche una specie di amico a cui chiedi di aiutarti. A un certo punto avevo smesso. Poi in un corridoio d’ospedale, dopo l'ictus di mio padre, ho ricominciato. Ero talmente depresso e l'unica cosa che mi è venuta è stata quella. Alla mia età devo ammettere che con quello che ho fumato ho avuto molto più che fortuna. Non fumo quasi più, se non con la sigaretta elettronica. Se non sai nulla, se fai le cose solo per vezzo, è giusto che ti proibiscano questo e quello.

Un cretino rimane un cretino".

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