Ne soffrono sempre più giovani di età compresa fra i 30 e i 35 anni, in particolar modo donne. Stiamo parlando del pre diabete, una condizione che precede il diabete di tipo 2 caratterizzata da livelli di glucosio nel sangue superiori alla norma, ma non ancora così elevati da poter parlare di patologia vera e propria. Una diagnosi del genere è una condanna o è possibile invertire la rotta? Scopriamolo insieme.
Il pre diabete
Secondo i dati rilevati dal Diabetes Prevention Program, l'11% dei soggetti affetti da pre diabete sviluppa il diabete di tipo 2 dopo circa tre anni. Nonostante questa fotografia non molto incoraggiante, è bene ricordare che avere valori alterati di glicemia non significa necessariamente ammalarsi.
Certo, bisogna ricordare che tale condizione, che le recenti linee guida europee preferiscono definire "intolleranza glucidica" rappresenta un fattore di rischio anche per le malattie cardiovascolari. Tuttavia, con l'adozione di uno stile di vita appropriato, si possono evitare conseguenze definitive.
Come capire se si soffre di pre diabete
Il pre diabete è silente, ciò significa che non si manifesta con sintomi precisi. L'unico modo per scoprirlo consiste nell'effettuare tre test che, solitamente, vengono svolti in sequenza:
- Esame del sangue per misurare i livelli di glicemia a digiuno: si preferisce farlo la mattina poiché devono trascorrere almeno otto ore dall'ultimo pasto. Si sospetta un'intolleranza glucidica se i valori sono compresi tra 100 e 125 mg/dl
- Esame della glicemia plasmatica occasionale: si può eseguire in qualsiasi momento della giornata e quindi anche non a digiuno. Si considera allarmante un intervallo di valori compreso tra 5,7% e 6,4%
- Test di intolleranza al glucosio orale: è la cosiddetta curva da carico e misura i livelli di glucosio dopo una notte di digiuno e due ore dopo il consumo di una bevanda dolcificata somministrata dal personale sanitario. Si parla di intolleranza glucidica se i valori sono compresi tra 140 e 199 mg/dl.
Fattori di rischio
Il sovrappeso e l'obesità sono i principali fattori di rischio per gli individui con più di 45 anni. Tuttavia anche chi ha un'età inferiore deve tenere sotto stretto controllo la glicemia se sono presenti altre condizioni che favoriscono l'avvento del pre diabete. Tra queste figurano:
- La familiarità con la malattia
- L'ipertensione
- L'ipercolesterolemia
- L'ipertrigliceridemia
- Il diabete gestazionale.
Prevenzione
Attualmente non esiste nessun farmaco per la cura del pre diabete. L'unico trattamento efficace consiste nell'adozione di uno stile di vita sano. La scienza conferma che esso è in grado di ristabilire una condizione di normalità nel 58% dei pazienti con intolleranza glucidica.
L'alimentazione
L'alimentazione è fondamentale. Non serve eliminare i carboidrati, ma è opportuno sostituire quelli raffinati (pasta, pane e riso bianco, biscotti, dolci, bevande zuccherate) con quelli complessi e integrali (avena, farro, quinoa, orzo). Le fibre sono indispensabili per rallentare l'assorbimento degli zuccheri e migliorare la risposta insulinica. Non devono poi mancare legumi, frutta e verdura.
La dieta
Le diete drastiche non servono. Infatti il Diabetes Prevention Program ha dimostrato che perdere anche il 5-7% del peso corporeo riduce di oltre il 50% il rischio di sviluppare l'iperglicemia. Non bisogna però dimenticare che si può soffrire di intolleranza glucidica anche se si è normopeso.
L'attività fisica
L'attività fisica è imprescindibile. Il movimento rende i muscoli più sensibili all'insulina. Gli esperti suggeriscono di combinare l'attività aerobica (almeno 150 minuti a settimana di bicicletta, nuoto o camminata veloce) e l'allenamento di forza (due sessioni a settimana con pesi o esercizi a corpo libero).
Il sonno e lo stress
Non dimentichiamo l'importanza del sonno. Dormire poco comporta un'alterazione degli ormoni che regolano la fame e un aumento dell'insulino-resistenza.
Occhio anche allo stress cronico che è in grado di mantenere elevati i livelli di cortisolo. Quest'ormone stimola il fegato a rilasciare il glucosio. Via libera, quindi, a pratiche rilassanti (yoga, meditazione) ogni giorno per 10-15 minuti.Leggi anche: