
La Francia trattiene il fiato in attesa di capire quale sarà il suo futuro politico. Dopo la pausa estiva il primo ministro Francois Bayrou ha dichiarato in conferenza stampa che il "pericolo immediato" del sovraindebitamento minaccia il Paese, e che Parigi deve "farvi fronte oggi stesso, senza ritardo di alcun tipo". All’orizzonte è pronto un piano di tagli al bilancio dello Stato. In un contesto del genere l'8 settembre, davanti ad un Parlamento riunito in seduta straordinaria, chiederà un voto di fiducia. Contrari gli oppositori de La France Insoumise e Verdi, insieme ai parlamentari di estrema destra. Il destino di Emmanuel Macron è appeso a un filo.
Cosa succede in Francia
"La dipendenza dal debito è diventata in Francia cronica e questo denaro, preso in prestito a centinaia di miliardi, non è stato utilizzato come si sarebbe dovuto, per investire", ma "per le spese correnti", ha tuonato Bayrou. Nel frattempo il quotidiano Le Figaro ha scritto che la Francia é "sull'orlo del precipizio". Parigi rischia infatti di tornare alle urne appena un anno dopo il fallimentare scioglimento delle Camere deciso da Emmanuel Macron.
Bayrou ha consegnato ai francesi l'immagine di un Paese in pericolo, ridotto a utilizzare le risorse non più per investire ma per pagare un debito diventato "pericolo imminente". Ed ha annunciato che ancor prima di un dibattito sul suo discorso di politica generale - l'8 settembre davanti ad un Parlamento riunito in seduta straordinaria - chiederà un voto di fiducia.
Per sopravvivere Bayrou ha bisogno che i socialisti votino a sostegno del suo governo piuttosto che semplicemente astenersi. Ma il partito di centrosinistra rimane furioso con lo stesso primo ministro dopo il crollo dei colloqui sulla riforma delle pensioni all'inizio di quest'anno.
Macron a rischio
Lanciando l’allarme politico prima del ritorno ufficiale all'attività della legislatura francese, e solo due giorni prima di una chiusura nazionale fissata per il 10 settembre, Bayrou sta effettivamente scegliendo di accelerare il suo destino e affrontare a testa alta il rischio di un crollo del governo. "Ci sono momenti nella vita in cui solo un rischio calcolato può permetterti di sfuggire a un rischio più serio", ha detto il primo ministro. "È una questione di sopravvivenza del nostro stato, dell'immagine della nostra nazione e di ogni singola famiglia", ha quindi aggiunto.
Bayrou il mese scorso ha presentato piani di spesa aggressivi per il prossimo anno volti a ridurre il deficit di bilancio del 2026 al 4,6% del prodotto interno lordo e prevenire un tracollo in stile greco. Un consigliere governativo, secondo quanto riportato da Politico, ha sollevato lo spettro della Francia che è stata messa sotto la supervisione del Fondo monetario internazionale o della Troika. Lo stesso Bayrou ha detto ai giornalisti che Macron ha firmato i suoi piani dopo essere stato informato la scorsa settimana, ma i ministri avrebbero ricevuto un preavviso solo pochi minuti prima dell'annuncio.
Marine Le Pen, per la prima volta, ha "scaricato" Bayrou, che per mesi aveva contato sul suo appoggio o sulla sua astensione. Ancora una volta, come detto, a poter salvare il governo sarà il Partito socialista, che si ritrova nella scomoda posizione di ago della bilancia.
Con il voto contrario convergente di estrema destra e quasi di tutta la gauche, le prospettive sono più che fosche. Il gruppo socialista "secondo ogni probabilità, voterà contro", ha dichiarato ai microfoni di France Info il deputato Philippe Brun.
Il clima generale è surriscaldato e sembra difficile che il PS ci ripensi, tanto più che sta montando la mobilitazione dei francesi per una giornata di mobilitazione generale il 10 settembre, iniziativa nata sui social e subito appoggiata da La France Insoumise, che punta allo "sciopero generale".