Il delitto di Garlasco

Delitto di Garlasco: intervista a Paolo Reale cugino di Chiara Poggi

Quindici anni fa l'omicidio di Chiara Poggi. Il cugino, l'ingegner Paolo Reale, a ilGiornale.it: "Eravamo increduli ma nel racconto di Alberto Stasi c'era qualcosa che non quadrava"

Delitto di Garlasco: intervista a Paolo Reale cugino di Chiara Poggi

Il 13 agosto del 2007, in una villetta al civico 29 di via Giovanni Pascoli, a Garlasco in provincia di Pavia, fu uccisa Chiara Poggi. Per l'omicidio venne condannato, con sentenza definitiva della Cassazione nel 2015, il fidanzato della vittima Alberto Stasi, al tempo studente 24enne di Economia.

A maggio 2022 Stasi ha rilasciato al programma televisivo "Le Iene" un'intervista esclusiva, in cui ha parlato di molti aspetti del processo continuando a sostenere la propria estraneità ai fatti. "Quando mi chiedono se ho ucciso io Chiara penso che non sanno di cosa stanno parlando. Nell’immaginario comune un innocente in carcere è un qualcuno che soffre all’ennesima potenza. Per me non lo è, semplicemente perché la mia coscienza è leggera. Alla sera quando mi corico io non ho nulla da rimproverarmi", ha dichiarato.

"Non abbiamo mai avuto dubbi sulla colpevolezza di Stasi. Nel suo racconto c'era qualcosa che non tornava sin da subito", dice alla nostra redazione l'ingegner Paolo Reale, cugino di Chiara Poggi, nonché consulente di parte nel processo per il delitto di Garlasco.

Dottor Reale, in una recente intervista televisiva Alberto Stasi ha dichiarato avere di "la coscienza leggera" e di essere vittima del "sistema" giudiziario. Cosa ne pensa?

"Credo che le sentenze si possano contestare ma nel modo e nei luoghi opportuni, altrimenti diventa solo una campagna di tipo mediatico. Il signor Stasi ha fornito la sua versione dei fatti, che però è totalmente disancorata dagli atti processuali. Peraltro non c'è stato un minimo di contraddittorio. Sta di fatto che lo Stato si è espresso: c'è una sentenza definitiva della Cassazione che lo ha condannato a 16 anni di reclusione".

Quindici anni fa si accendevano i riflettori della cronaca nera su Garlasco. Cosa ricorda di quel giorno?

"Ricordo tutto. Ero al mare con i miei genitori, in Liguria, quando gli zii (i genitori di Chiara, ndr) ci hanno telefonato per dirci che Chiara era morta. Non riuscivamo a capire cosa potesse esserle accaduto, abbiamo pensato a un malore o a un incidente domestico. L'avevamo sentita il giorno prima al telefono, eravamo increduli".

Come avete saputo che Chiara era stata uccisa?

"Dai media. Verso sera i telegiornali hanno trasmesso le immagini di Garlasco diffondendo anche la foto di Chiara: è stato traumatico. Non avremmo mai neanche lontanamente immaginato che fosse stata uccisa. Non sembrava reale, come se fossimo stati catapultati in un incubo. Era tutto surreale".

Quando lei e la sua famiglia avete saputo che per l'omicidio era stato fermato Alberto Stasi, cosa avete pensato?

"In realtà la notizia non ci ha sorpresi. Leggendo i verbali degli interrogatori del signor Stasi ci siamo resi conto che qualcosa non tornava nel suo racconto".

Ricorda qualche dettaglio in particolare?

"Era una descrizione surreale: dalla scoperta del cadavere alla telefonata ai soccorsi".

Oltre a essere il cugino di Chiara, lei è stato anche consulente di parte.

"Sì, ho lavorato al caso come perito informatico. Fu l'avvocato Gianluigi Tizzoni (legale della famiglia Poggi, ndr) a coinvolgermi e devo dire, nonostante all'inizio sia sto un po' titubante, che abbiamo raccolto una serie di elementi che poi si sono rivelati importanti ai fini processuali".

A cosa si riferisce nello specifico?

"Dall'analisi dei dati sul pc alla scoperta della bicicletta che montava i pedali su cui c'erano tracce del Dna di Chiara".

Secondo lei, sono stati commessi degli errori durante le indagini?

"Sì. Mi verrebbe da dire quasi 'per fortuna'. Perché gli errori sono serviti, una volta riconosciuti, a stabilire la verità ribaltando la sentenza di primo e secondo grado di giudizio".

Si riferisce all'assoluzione di Alberto Stasi?

"Dico sempre una cosa: bisognerebbe domandarsi il motivo per cui il signor Stasi è stato assolto nel primo grado di giudizio. Perché sulla sentenza del processo bis direi che ci sono ben pochi margini di errore".

Anche il movente è stato molto dibattuto. Perché Chiara è stata uccisa?

"Il movente c'è ed è agli atti della sentenza emessa della Cassazione. C'erano delle criticità interne alla coppia. Poi cosa sia accaduto la sera precedente, se ad esempio ci sia stata una lite tra i due fidanzati, può dirlo solo l'assassino. Certo è che ci sono elementi a suffragio di questa ipotesi".

Quali?

"Ad esempio è abbastanza anomalo che Chiara abbia inserito e disattivato l'allarme più volte la notte antecedente del delitto. Lo ha fatto davvero, come si è detto, per far uscire il gatto?"

Lei e la sua famiglia avete mai pensato che Stasi potesse non essere l'assassino?

"No, mai".

Sono passati 15 anni dal delitto. Come stanno i genitori di Chiara?

"La morte di un figlio credo sia un dolore insuperabile ma hanno imparato a conviverci. Del resto, non possono fare altro".

Lei, invece, che ricordo conserva di Chiara?

"Ricordo il suo sorriso e la sua voce, soprattutto la 'erre moscia'. Era una ragazza dolce, simpatica e molto tranquilla. Ho una sua foto sulla scrivania del mio ufficio: è come se non se ne fosse mai andata".

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