Coronavirus

Omicron, le 10 risposte che ci dicono tutto sulla variante

Dopo due mesi e mezzo Omicron ha sempre meno segreti: ecco le 10 evidenze più importanti sulla variante del Covid e cosa abbiamo imparato

Omicron, le 10 risposte che ci dicono tutto sulla variante

Dopo due e mesi e mezzo in compagnia della variante Omicron del Covid-19, abbiamo imparato (quasi) tutto su questa ennesima mutazione virale, la peggiore dal punto di vista della diffusione e dei contagi ma la meno grave rispetto alle varie Alfa e Delta che l'hanno preceduta.

Dove è "nata" Omicron

Mentre l'Europa provava a blindarsi a fine novembre dopo lo sbarco di 61 passeggeri positivi all'aeroporto di Amsterdam provenienti dal Sud Africa e l'Italia faceva la conoscenza con il paziente 0 della nuova variante, era già troppo tardi: Omicron circolava silente tra di noi. Pur non sapendo dove si sia originata esattamente, è stata identificata per la prima volta in Sud Africa il 14 novembre ma tre giorni prima in Botswana. Rispetto alle versioni precedenti, presenta oltre 53 mutazioni che racchiudono tutte le altre e ben 32 nella proteina Spike che serve al Sars-Cov-2 per attaccare le cellule del nostro organismo.

Quanto è contagiosa

A fine novembre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) l'ha definita "variante di preoccupazione" dopo il boom di casi registrati in Europa e negli Stati Uniti. In due mesi e mezzo, fino a oggi, ha contagiato oltre 110 Paesi in tutto il mondo sostituendosi progressivamente a Delta perché contagiosa fino a tre volte in più con i nuovi positivi raddoppiati in media ogni 2-4 giorni. Come hanno affermato più esperti, si tratterebbe del virus più contagioso della storia.

Virus meno letale

I primi dati dal Sudafrica hanno poi trovato conferma in quelli europei: grazie ai vaccini e alla maggiore contagiosità di Omicron, anche se sembra un controsenso, questa variante causa meno decessi rispetto a quelle precedenti del Covid-19. Questo accade perchè i ricercatori si sono accorti che si "ferma" maggiormente sul naso e in gola invece di replicarsi sui polmoni: questa è una caratteristica fondamentale che la rende molto meno letale delle precedenti. Da qui, però, la possibilità che sfugga a molti tamponi rapidi che danno molti falsi negativi: ecco perché sarebbe sempre bene eseguire un tampone molecolare per essere sicuri quasi al 100% su positività o negatività.

Quali sono i nuovi sintomi

Otto sintomi caratteristici negli adulti, fino a 12 sui bambini: al primo posto ci sono mal di gola, mal di testa, mal di schiena localizzato principalmente nella zona lombare, naso che cola accompagnato da congestione e mal di gola. Ad aggiungersi all'elenco, però, anche un senso di stanchezza ed affaticamento, starnuti frequenti, sudorazione notturna e dolori muscolari. In più, adulti e giovanissimi possono essere colpiti anche da eruzioni cutanee con rash soprattutto su mani, piedi e gomiti: si tratta di una specie di irritazione circoscritta a piccole aree che provoca prurito e si mostra abbastanza irregolare. La durata, così come vale per la gravità della malattia, è soggettiva ma può rimanere sulla pelle anche per diverse settimane.

Cosa succede con i vaccini

I vaccini funzionano, almeno nell'evitare ospedalizzazione e malattia grave. Lo studio è stato realizzato dai tecnici di Ceds Digital per Il Messaggero: senza i vaccini, l'Italia avrebbe oltrepassato le prime soglie di rischio di occupazione dei posti letto nei reparti ordinari e nelle terapie intensive da molto tempo. Discorso diverso con la sintomatologia lieve o il rimanere asintomatici: in questo caso la copertura totale non c'è e le ragioni sono essenzialmente due. La prima riguarda la tipologia di vaccino anti-Covid che si somministra, "tarato" per le varianti precedenti; la seconda è nella prima, e cioé le mutazioni che Omicron ha fatto le consentono di sfuggire parzialmente al controllo degli anticorpi. Ecco perchè ci si può contagiare e rimanere positivi anche dopo due o tre dosi.

Ci si può reinfettare?

La diversità della variante Omicron rispetto alla precedenti fa sì che, anche i contagiati con Delta, possano essere re-infettati con la variante attuale. Come ci siamo appena occupati sul Giornale.it, secondo i risultati degli studi condotti fino ad ora, se con le prime varianti era molto raro reinfettarsi, Omicron ha la capacità di aggirare anche l'immunità prodotta dalla precedente infezione naturale. Alcuni ricercatori inglesi hanno reclutato 100mila volontari in tutto il Regno Unito: tra questi, il 64,5% di 3.500 soggetti con tampone positivo tra il 5 e il 20 gennaio, ha dichiarato di essersi già ammalato nel recente passato. Il rischio reinfezione è fino a cinque volte più alto che con le precedenti varianti.

Come funzionano i farmaci

Se gli anticorpi monoclonali attuali, ad eccezione del sotrovimab della Glasko, non funzionano contro Omicron, è stata approvata la pillola della Pfizer, il Paxlovid, a giorni in arrivo sugli scaffali delle farmacie. L'importanza di questo nuovo antivirale consente di tirare un sospiro di sollievo visto che il primo trattamento con il Molnupiravir non si era dimostrato così efficace. Paxlovid, invece, "è nettamente più efficace nel ridurre la progressione della malattia" tant'é che è stata acquista "una fornitura dodici volte superiore, 600mila trattamenti", ha affermato il numero uno dell'Aifa, Nicola Magrini.

Tre ipotesi sulla nascita di Omicron

Sono tre le teorie chiave sull'origine della variante: la prima sarebbe "colpa" dei ricercatori mondiali ai quali sarebbero sfuggite una serie di mutazioni che hanno portato all'origine di Omicron; la seconda ipotesi in piedi è che potrebbe aver sviluppato più mutazioni nella stessa persona a causa di un'infezione di lunga durata e poi essersi diffusa; la terza teoria riguarda più direttamente il mondo animale perchè potrebbe essere emersa nei topi e nei ratti e successivamente "passata" sull'uomo. "Per ora le tre ipotesi sono tutte valide", afferma a Nature Jinal Bhiman, medico ricercatore presso l’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili di Johannesburg.

Omicron sta mutando?

La risposta è "nì": in realtà esiste già la sorella gemella chiamata Omicron 2 (BA.2), che sta iniziando a diffondersi anche negli Stati Uniti (soprattutto California, Texas e Washington) mentre è già dominante per il 65% in Danimarca, primo Paese europeo dove è "esploso" il contagio. Ma in cosa differisce rispetto all'originale Omicron? "Potrebbe essere che BA.2 abbia qualche piccolo vantaggio" in termini di facilità di contagio, 1-3% in più rispetto a quella attuale afferma Emma Hodcroft, un'epidemiologa dell'Università di Berna che ha monitorato le varianti in tutto il mondo durante la pandemia. Va attenzionata, perché non è detto che diventi più diffusiva di Omicron o che possa sostituirsi ad essa. Per il momento c'è, circola, ma in Italia i casi sequenziati sono pochissimi nell'ordine di alcune decine.

Un vaccino ad hoc

Infine, Pfizer e Moderna sono pronti a lanciare la quarta dose del vaccino anti-Covid studiato appositamente per Omicron: i test clinici sono già stati avviati.

La Pfizer prevede di immetterlo sul mercato già nel mese di marzo, un po' più in là quello di Moderna ancora indietro rispetto alla casa farmaceutica rivale.

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