Cronache

La grande offensiva delle ong Ora decollano pure gli aerei

Mentre la Sea Watch presenta il nuovo aereo che userà per le missioni nel Mediterraneo, la Mediterranea Saving Humans ha annunciato di aver recuperato in mare altri 43 migranti

La grande offensiva delle ong Ora decollano pure gli aerei

A vedere l’attività di questi giorni delle Ong, il dibattito sullo smantellamento o meno dei decreti sicurezza appare quasi effimero. Perché di fatto le organizzazioni che operano nel Mediterraneo centrale operano indipendentemente da quelle che sono le scelte di natura politica fatte a Roma, già in queste prime settimane d’estate le navi cosiddette umanitarie sono a largo e sono prossime a portare centinaia di migranti all’interno dei nostri porti. Che, in linea teorica, per via dell’emergenza coronavirus dovrebbero essere considerati non sicuri od almeno così ufficialmente è stato dichiarato dal governo lo scorso 8 aprile.

Nelle ultime ore l’Ong tedesca Sea Watch, la stessa sulla cui nave nei giorni scorsi erano presenti 28 migranti positivi al Covid-19, ha lanciato da Lampedusa il nuovo aereo da ricognizione. Si chiama Seabird e sostituirà per alcune settimane Moonbird, il mezzo usato fino a pochi giorni fa per individuare i migranti.

Ad annunciarlo è stata la stessa Ong dal proprio canale Twitter, mostrando anche la foto del nuovo piccolo velivolo che a breve sorvolerà la rotta da cui transitano i migranti partiti dalla Libia: “Mentre #Moonbird si ferma per manutenzione, #Seabird ci permette di continuare a individuare imbarcazioni in pericolo, prestare assistenza nei soccorsi e documentare violazioni di diritti umani nel Mediterraneo”.

In basso, sotto la frase, è stata inserita l’immagine con Seabird fermo in pista e cinque membri di Sea Watch con addosso la divisa di piloti pronti a salire a bordo del nuovo mezzo. Moonbird, come raccontato da Fausto Biloslavo nei giorni scorsi, è costato parecchio: almeno duemila Euro per ogni viaggio, 60mila Euro al mese in media. Il costo di Seabird non dovrebbe differire di molto.

Il lancio del nuovo mezzo è quasi una prova di forza da parte di Sea Watch, volta a lanciare il messaggio secondo cui l’Ong tedesca, nonostante la nave sia stata fermata con l’equipaggio in quarantena in rada a Porto Empedocle, continuerà ad operare. A distanza di un anno esatto dallo speronamento a Lampedusa della motovedetta della Guardia di Finanza, giunto a seguito di un’azione dell’allora capitano della Sea Watch Carola Rackete, l’Ong quindi vuol sapere di non fermarsi. Un messaggio che è lanciato in primis al governo italiano: ben presto, sembrano voler dire dall’organizzazione, altri migranti verranno portati lungo le nostre coste. E questo nonostante le varie vicissitudini che il nostro Paese sta attraversando negli ultimi disgraziati mesi.

Ma in mare non c’è solo Sea Watch: dopo il ritorno a largo della Libia della Ocean Viking, la nave dell’Ong francese Sos Mediterranée, è da registrare un nuovo intervento da parte della Mare Jonio, il mezzo usato dall’Ong italiana Mediterranea Saving Humans.

Nelle ultime ore, in particolare, 43 migranti sono stati recuperati dall’equipaggio a circa 40 miglia dalla città libica di Zuara. A renderlo noto, sempre su Twitter, è la stessa Ong guidata dall’ex no global Luca Casarini. Mediterranea, dopo aver portato 67 migranti a Pozzallo la scorsa settimana, è ritornata attiva in mare e sabato ha accusato la Marina italiana di non aver prestato soccorso ad un’imbarcazione con 93 persone in difficoltà a bordo.

Accusa smentita poi dagli stessi militari: questo episodio ha ben dimostrato il clima attualmente in vigore lungo la rotta libica.

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