Europa

"Aperti a modifiche": la sponda di Bruxelles sul Pnrr

Gentiloni promuove l'approccio del governo Meloni e non riscontra criticità sul Pnrr. Attenzione alle riforme, ma Tesoro e Giustizia sono già al lavoro

Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni
Il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni

Paolo Gentiloni è aperto all'idea che il governo Meloni possa rispettare tutti i tempi previsti sull'applicazione del Pnrr e non esclude possibili modifiche al pacchetto italiano di Next Generation Eu se inflazione e costi delle materie prime dovessero costringere Roma a negoziare una svolta in materia.

Nessun allarme per una manovra presentata in ritardo sui tempi a causa del cambio di governo a Bruxelles (del resto l'Unione Europea concede deroghe in casi del genere) e molta fiducia sulla continuità Draghi-Meloni sul Pnrr: questo il sunto dell'intervento del Commissario europeo agli Affari Economici ed ex premier a Mezz'ora in più di Lucia Annunziata. "Per quanto riguarda la legge di bilancio il ritardo è giustificato, si è iniziato più tardi per via delle scadenze elettorali", nota il politico romano.

Sul Pnrr, aggiunge l'ex presidente del Pd, "fino ad ora non ci sono ritardi, il governo Draghi ha mantenuto gli impegni e quello Meloni finora ha confermato di voler rispettare i tempi" senza improre discontinuità. Smentita l'idea del Pnrr "a rischio" senza Draghi paventata da Luigi Di Maio alla caduta del governo dell'ex governatore Bce.

In riferimento alla programmazione del Pnrr Gentiloni è stato chiaro: "cerchiamo di non vederla come una grana ma come una strepitosa occasione per il Paese". Nessun allarme sembra aleggiare tra i palazzi comunitari: "Una settimana fa funzionari Ue sono stati in visita negli uffici di diversi ministeri - ha aggiunto - hanno riscontrato alcune criticità ma sono risolvibili. Ci sono alcune questioni sugli alloggi per gli studenti, forse c'è stata una partenza in ritardo ma siamo aperti ad un confronto", ha chiosato, parlando della necessità di completare un piano di riforme complesso su cui certamente il governo Meloni è dovuto intervenire ma che in larga parte sono riferibili a rallentamenti nella fase in cui Draghi, da luglio a ottobre, era in carica per affari correnti.

La linea Meloni sulla rivisitazione di Next Generation Eu e del Pnrr di tutti i Paesi Ue passa anche come strategia comunitaria, e Gentiloni lo conferma. "I Pnrr", dice, "saranno aggiornati nel primo trimestre del 2023 con due obiettivi: aggiungere un capitolo sull'energia e valutare le cosiddette "circostanze effettive". Dove non possiamo essere flessibili è sulle riforme, perchè queste dipendono dalla volontà politica e non da una circostanza oggettiva che lo impedisce", ha detto il commissario. "Le correzioni vanno fatte in corsa e quindi invito tutti a pigiare sull'accelerazione. Le correzioni non sono una pausa. Continuiamo a spingere, e poi discutiamo delle possibili correzioni", ha aggiunto. Non che su questo fronte Meloni e i suoi, in continuità con il governo precedente, non siano al lavoro: solo negli ultimi giorni è arrivata l'apertura del viceministro delle Finanze Maurizio Leo alla riforma fiscale complessiva e del ministro della Giustizia Carlo Nordio alla riforma del processo penale, per garantire maggiore appetibilità agli investimenti e più certezza nei tempi della giustizia. Due obiettivi chiari del Pnrr e delle condizionalità che Gentiloni vuole veder rispettate, una sfida che il governo vuole affrontare a modo suo ma senza arretrare di un metro.

Aprendo dunque alla continuità dell'accesso italiano al Pnrr.

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