
La First Lady degli Stati Uniti, Melania Trump, è entrata indirettamente nella scena diplomatica del vertice di Anchorage sollevando uno dei dossier più delicati della guerra: quello dei bambini ucraini. Secondo quanto riportato da Reuters, citando due funzionari della Casa Bianca, Melania ha inviato una lettera personale a Vladimir Putin, consegnata a mano dal presidente Donald Trump durante l’incontro con lo “zar” russo.
I contenuti della missiva restano riservati, hanno precisato le fonti, ma l’agenzia ucraina Ukrinform sostiene che il documento riguardasse esplicitamente i minori deportati illegalmente in Russia dopo l’invasione su larga scala del 24 febbraio 2022. Kyiv denuncia che almeno 19.500 bambini sono stati trasferiti oltre confine, anche se il numero reale potrebbe essere “significativamente più alto”. Ad oggi, ricorda Ukrinform, 1.485 minori sarebbero stati restituiti alle famiglie ucraine, mentre circa 1,6 milioni vivono ancora in territori sotto occupazione russa.
Il tema dei bambini è già al centro delle accuse giudiziarie internazionali: la Corte penale internazionale ha infatti emesso, il 17 marzo 2023, mandati di arresto per Putin e per la sua Commissaria per l’Infanzia, Maria Lvova-Belova, accusati di crimini di guerra e deportazione illegale di popolazione civile. Melania Trump non era presente in Alaska, ma la scelta di affidare al marito la consegna della lettera sembra segnalare un tentativo della First Lady di imprimere una dimensione umanitaria a un vertice dominato da calcoli geopolitici e militari.
Melania Trump, a differenza di numerose sue omologhe venute prima, ha sempre mantenuto un profilo basso, senza scegliere cause specifiche e senza un ruolo proattivo nella guida del paese. Nelle ultime settimane, tuttavia, sembra aver scelto di optare per una poderosa sterzata.
Melania, 55 anni, seconda first lady cattolica dopo Jacqueline Kennedy e unica nella storia americana a essere cresciuta sotto un regime comunista, sarebbe la persona che conta davvero nell’entourage presidenziale. Lo stesso Trump ha contribuito ad alimentare questa percezione, raccontando episodi in cui la consorte lo ha indotto a rivedere alcune posizioni politiche