Caccia high-tech alla flotta ombra russa: tensione alle stelle nel Mar Baltico

La Francia schiera la nave spia Dupuy de Lôme nel Baltico per intercettare le petroliere sanzionate russe. Mosca reagisce duramente: rischio escalation e confronti diretti con la NATO

Caccia high-tech alla flotta ombra russa: tensione alle stelle nel Mar Baltico

Per la prima volta, Parigi ha dispiegato nel Mar Baltico la nave d’intelligence Dupuy de Lôme, una unità long-range di 101 metri equipaggiata con sofisticati sistemi di raccolta elettronica (ELINT) e signal intelligence (SIGINT). L’obiettivo strategico di questa operazione è il monitoraggio e l’intercettazione dei segnali radiofonici riconducibili alle attività della cosiddetta “flotta ombra” di petroliere russe, impegnate, secondo diffuse narrazioni, nel bypassare le restrizioni imposte dall’Unione Europea mediante il tetto massimo al prezzo del petrolio. Questa missione mira ad acquisire dati di intelligence di rilevanza tattica e operativa per supportare il controllo marittimo e l’applicazione delle sanzioni multilaterali.

Cosa sappiamo

L’area baltica ha visto un significativo innalzamento delle tensioni geopolitiche a seguito dell’intervento della marina estone volto a bloccare una petroliera della flotta ombra diretta al porto strategico russo di Primorsk. Tale azione avrebbe innescato una reazione di Mosca che ha mobilitato un caccia SU-35 per scortare la nave, configurando il primo confronto diretto tra le forze navali russe e quelle di un membro Nato. Contestualmente, sul fronte energetico, una petroliera sottoposta a regime sanzionatorio sembra aver eseguito manovre sospette nei pressi di un cavo sottomarino elettrico di capacità 600 MW, fondamentale per il transito energetico tra Polonia e Svezia, evidenziando potenziali rischi per le infrastrutture critiche e la sicurezza energetica regionale.

I dlemmi giuridici

L’Unione Europea ha esteso il 20 maggio il proprio regime sanzionatorio, aumentando a 350 il numero delle petroliere sotto restrizione. Tuttavia, il diritto internazionale marittimo riconosce il principio del “diritto di passaggio inoffensivo” per le navi mercantili nelle acque territoriali altrui, senza necessità di autorizzazione preventiva. Pertanto, ogni tentativo da parte degli Stati membri di effettuare ispezioni o blocchi potrebbe essere interpretato come un blocco navale, atto equiparabile a una dichiarazione di guerra. Questo scenario sembra richiamare la crisi dei missili di Cuba del 1962, quando gli Stati Uniti optarono per una quarantena navale anziché un blocco, per evitare un’escalation militare diretta.

La posizione russa e la politica di deterrenza

In risposta alle operazioni estoni, si apprende, la Federazione russa avrebbe dichiarato di essere determinata a difendere i propri interessi marittimi nel Baltico con l’impiego di “ogni mezzo necessario”. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha qualificato l’episodio come un “attacco di pirateria” e ha annunciato la disponibilità di Mosca a utilizzare tutte le opzioni legali e militari per salvaguardare le proprie unità navali. Questa posizione si è tradotta anche in azioni di rivalsa, come la temporanea detenzione di una petroliera greca partita da un porto estone, azione che ha contribuito a incrementare la tensione nella regione e ad alimentare una spirale di confronti indiretti.

Funzioni e capacità operative della Dupuy de Lôme

La Dupuy de Lôme, pur non essendo una unità da combattimento convenzionale, è una piattaforma d’intelligence navale avanzata, dotata di sistemi radar, intercettatori elettronici e capacità di sorveglianza elettromagnetica. La sua operatività nel Baltico è finalizzata a tracciare e identificare petroliere della flotta ombra che utilizzano strategie quali bandiere di comodo, oscuramento dei transponder Ais e strutture di occultate, al fine di sottrarsi al monitoraggio internazionale. Tale dispiegamento, quindi, potrebbe rappresentare una manifestazione concreta dell’impegno francese e occidentale nel rafforzamento della sorveglianza marittima e nella messa in atto delle sanzioni Ue, anche se il comando d’oltralpe non ha reso pubblici né la durata né l’ampiezza dell’operazione.

La portata globale della flotta ombra

Fonti occidentali, al momento, stimano che la Federazione russa impieghi oltre 600 petroliere a livello globale per eludere le sanzioni economiche, molte delle quali opererebbero al di fuori dei normali standard di sicurezza marittima e senza adeguate coperture assicurative. Questa rete complessa di evasione delle restrizioni imporrebbe significative sfide operative e normative per gli organismi di controllo internazionali, complicando l’applicazione efficace delle misure restrittive imposte dall’Unione Europea e ampliando le vulnerabilità nella governance marittima multilaterale.

La capacità di tali flotte di rimanere operative e difficilmente tracciabili minerebbe, inoltre, la trasparenza e la legalità nel commercio marittimo globale, richiedendo un rafforzamento della cooperazione internazionale e l’adozione di strumenti tecnologici avanzati per garantire una sorveglianza efficace. Probabilmente solo un approccio coordinato a livello globale potrà contrastare efficacemente questo fenomeno, preservando la stabilità economica e la sicurezza marittima su scala mondiale.

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