
Il ministero della Difesa della Russia ha formalizzato, il 14 settembre 2025, un significativo ampliamento degli ordinativi relativi al veicolo da combattimento BMPT Terminator, prodotto da Uralvagonzavod, controllata del conglomerato statale Rostec. Tale decisione, annunciata tramite l’agenzia TASS e confermata dal direttore Alexander Potapov nel programma televisivo Voennaya Priemka, si riferisce al rafforzamento delle forniture previste per il 2026 e prospettive successive. Sebbene i numeri precisi restino riservati, questa scelta riflette una strategia di consolidamento e rinnovamento della corazzata, in uno scenario internazionale segnato da pressioni sanzionatorie e rivalità geopolitiche accentuate.
Cosa sappiamo
Dall’analisi emerge che il tank Terminator nasce come piattaforma destinata a supportare i carri armati principali e le unità meccanizzate nelle operazioni ad alta intensità, con particolare attenzione agli scenari urbani e ai combattimenti ravvicinati. Il veicolo, basato sul telaio del T-72, pesa circa 47 tonnellate e dispone di un motore diesel B92C2 da 1.000 cavalli, capace di garantire una velocità massima di 65 km/h e un’autonomia operativa di circa 550 km. La configurazione armamentaria è articolata e comprende due cannoni automatici 2A42 da 30 mm, una mitragliatrice coaxiale calibro 7,62 mm, due lanciagranate automatici da 30 mm e un sistema lanciamissili anticarro Ataka con quattro missili a gittata di circa 6 km, installati su una torretta telecomandata con rotazione completa a 360 gradi. L’integrazione di un sistema avanzato di controllo del fuoco multicanale, sensori laser e contromisure elettroniche come i lanciarazzi fumogeni, consente un’efficace capacità di ingaggio in condizioni di visibilità ridotta. La protezione è assicurata da un’armatura composita rinforzata con corazza reattiva esplosiva (Era) e griglie anti-RPG disposte principalmente nella parte posteriore. Dal 2013 è disponibile una versione aggiornata, denominata BMPT-72 o Terminator 2, che mantiene il telaio originale ma introduce una torretta ridisegnata, sistemi digitalizzati e una riduzione dell’equipaggio a tre uomini, ottenuta eliminando i lanciagranate automatici per favorire affidabilità e compattezza. Al momento non è definito con precisione quale versione sarà privilegiata nell’incremento degli ordini.
Sfide operative e industriali
La valutazione dell’efficacia operativa del BMPT Terminator continua a essere oggetto di dibattito nel panorama analitico internazionale. Sebbene impiegato nel conflitto in Ucraina, il veicolo sembra non aver manifestato un impatto tattico decisivo né una diffusione capillare nelle operazioni su larga scala, alimentando scetticismo circa le narrazioni ufficiali russe che ne esaltano il ruolo innovativo per contrastare le minacce moderne. L’aumento degli ordini potrebbe indicare una volontà di espandere la flotta per approfondire l’impiego sperimentale, particolarmente in risposta all’evoluzione delle minacce asimmetriche quali droni e munizioni vaganti, oppure essere collegato a strategie di esportazione militare verso mercati selezionati. L’ambito produttivo è tuttavia sottoposto a forti pressioni derivanti dalle sanzioni occidentali, che limitano l’accesso a componentistica elettronica avanzata, materiali speciali e software sofisticati, imponendo una riconfigurazione delle catene di approvvigionamento verso fornitori nazionali o partner strategici. Questo quadro determina un aumento dei costi, ritardi nella produzione e incertezze sulla qualità finale. Sul piano internazionale, la contrazione dei mercati tradizionali di esportazione obbliga Mosca a concentrare le risorse sulle priorità interne, con effetti sulla capacità di penetrazione globale.
Prospettive geostrategiche
Secondo alcuni analisti il Terminator rappresenta oggi un armamento strategico dal duplice significato: da un lato, è un tentativo tecnologico volto a superare le limitazioni dei carri armati convenzionali nei moderni scenari di conflitto, caratterizzati da un crescente impiego di sistemi asimmetrici e combattimenti urbani complessi; dall’altro, simboleggia le sfide di un’industria della difesa sottoposta a vincoli esterni e tensioni operative.
Il rafforzamento degli ordini testimonia l’impegno russo nel mantenere e sviluppare il programma BMPT, ma sembra lasciare aperti interrogativi riguardo alla reale efficacia strategica del veicolo e al suo ruolo futuro, che potrebbe oscillare tra un impiego operativo concreto, una piattaforma per test tecnologici e uno strumento di comunicazione geopolitica sullo scacchiere della competizione mondiale.