Il governo britannico ha approvato un vasto programma di ammodernamento della propria forza di deterrenza nucleare, confermando un investimento di 15 miliardi di sterline per lo sviluppo della nuova testata Astraea, destinata a equipaggiare i futuri sottomarini nucleari della classe Dreadnought. L’iniziativa, illustrata dal Ministero della Difesa nel quadro della Strategic Defence Review 2025, segna un punto di svolta nella politica di sicurezza del Regno Unito, che intende assicurarsi una capacità di dissuasione credibile e autonoma per tutto il XXI secolo.
Cosa sappiamo
Il progetto Astraea è stato ideato per sostituire la testata Mk4A Holbrook, attualmente montata sui missili balistici Trident II D5, e garantirà il prolungamento operativo della componente sottomarina strategica britannica almeno fino alla metà del secolo. Sviluppato presso l’Atomic Weapons Establishment (AWE), il nuovo ordigno sarà costruito interamente nel Regno Unito, pur mantenendo piena compatibilità con le infrastrutture e i sistemi d’arma statunitensi, in virtù degli accordi di cooperazione tecnica siglati con Washington fin dagli anni Sessanta.
La testata A21/Mk7, nucleo del programma Astraea, introdurrà innovazioni sostanziali in termini di sicurezza, affidabilità e precisione. Sarà realizzata con materiali più stabili e componenti progettati per resistere a shock meccanici, incendi e impulsi elettromagnetici. L’obiettivo è garantire un’elevata capacità di sopravvivenza e di deterrenza, mantenendo al tempo stesso un rigoroso controllo della catena di comando e riducendo al minimo i rischi accidentali. Secondo le stime del Ministero della Difesa, la potenza del nuovo ordigno potrà variare tra 90 e 475 kilotoni, offrendo una flessibilità d’impiego superiore rispetto alla testata oggi in servizio.
Tecnologia avanzata e assenza di test nucleari reali
Un aspetto centrale del programma riguarda la certificazione della testata senza ricorrere a test nucleari attivi. Il Regno Unito, vincolato al Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty, ha scelto un approccio basato su simulazioni fisiche e modellazioni computazionali di altissima precisione.
Per raggiungere questo obiettivo, l’AWE utilizza strumenti scientifici d’avanguardia come il laser Orion, i supercomputer Valiant e Blacknest, e i laboratori franco-britannici del centro EPURE di Valduc, frutto della cooperazione con la Francia nell’ambito del Project Teutates. Queste infrastrutture consentono di riprodurre le condizioni estreme di pressione e temperatura di una detonazione nucleare, permettendo di testare materiali e sistemi di innesco con un livello di accuratezza sufficiente a garantire la piena affidabilità operativa dell’arma.
Una riorganizzazione profonda del complesso nucleare britannico
Il programma Astraea è accompagnato da una riforma complessiva dell’apparato industriale nucleare nazionale. L’Atomic Weapons Establishment, tornato sotto controllo diretto dello Stato nel 2021, ha avviato una revisione dei processi produttivi e gestionali per ridurre ritardi e costi, superando le inefficienze che avevano caratterizzato i programmi precedenti.
Tra i principali progetti infrastrutturali in corso figurano il Future Materials Campus (FMC), un nuovo centro di ricerca e produzione dedicato allo sviluppo dei materiali fissili; il programma Pegasus, finalizzato alla lavorazione dell’uranio arricchito; il progetto Aurora, destinato alla manutenzione e allo studio dei componenti al plutonio; e l’impianto Mensa di Burghfield, dove avverranno le operazioni di assemblaggio e smantellamento delle testate.
Nel complesso, tali iniziative sosterranno oltre novemila posti di lavoro altamente specializzati, rafforzando una filiera tecnologica nazionale capace di garantire la produzione e la manutenzione del deterrente fino agli anni Quaranta del secolo in corso. Il Ministero della Difesa ha inoltre ribadito la volontà di mantenere una linea di finanziamento autonoma per la componente nucleare, assicurando così stabilità economica e continuità operativa, indipendentemente dalle variazioni dei bilanci della difesa convenzionale.
Cooperazione con Stati Uniti e Francia per una postura nucleare condivisa nella Nato
Sul piano politico e strategico, la Strategic Defence Review 2025 conferma che la deterrenza nucleare rappresenta la priorità assoluta della sicurezza nazionale britannica. In uno scenario internazionale segnato dalla modernizzazione degli arsenali russi e cinesi e dal progressivo indebolimento dei trattati di controllo degli armamenti, Londra considera la propria forza sottomarina il fulcro della sicurezza euro-atlantica.
Il Regno Unito continuerà a partecipare attivamente alla pianificazione nucleare della Nato, mantenendo però piena autonomia decisionale sul proprio arsenale. La dottrina ufficiale resta quella della deterrenza minima e l’autorità di lancio rimarrà esclusivamente nelle mani del Primo Ministro, come stabilito sin dagli anni Sessanta.
Parallelamente, Londra rafforzerà la cooperazione con Stati Uniti e Francia, sia per lo scambio di tecnologie e dati sperimentali, sia per la definizione di una postura nucleare coordinata all’interno della Nato.
Il completamento del programma Astraea e l’entrata in servizio dei sottomarini Dreadnought mireranno a garantire, quindi, la continuità della deterrenza in mare (Continuous At-Sea Deterrent), assicurando che almeno un sottomarino armato di missili balistici sia costantemente in pattugliamento.