"Andremo verso il 5% per la difesa". Tajani apre una nuova fase sulle spese militari

Il ministro degli Esteri conferma il raggiungimento del 2% del Pil per le spese militari e poi traccia una nuova rotta: "Qua non si tratta di essere né guerrafondai, la sicurezza è qualche cosa di molto più ampio"

"Andremo verso il 5% per la difesa". Tajani apre una nuova fase sulle spese militari
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Per l'Italia si sta per aprire una nuova fase a proposito della difesa. Antonio Tajani spiega infatti che, dopo il raggiungimento del 2% del Pil per le spese militari, il nostro Paese sarà destinato a procedere in direzione del 5%, come chiesto dagli Stati Uniti d'America. "Qua non si tratta di essere né guerrafondai, la sicurezza è qualche cosa di molto più ampio e si deve spiegare ai cittadini", ha spiegato il ministro degli Esteri, precisando che l'Italia giudica "più equilibrato" dedicare il 3% in spesa militare classica e il 2% alla sicurezza. Durante un punto stampa a margine dell'incontro informale dei ministri degli Esteri della Nato ad Antalya, in Turchia, il vicepresidente del Consiglio ha annunciato di avere consegnato una "lettera alla Nato che illustra cosa abbiamo fatto, come stiamo facendo tecnicamente e come abbiamo raggiunto il 2%" in attesa della comunicazione ufficiale da parte della premier Giorgia Meloni.

"Da questo punto di vista noi continueremo a lavorare siamo disponibili a lavorare anche per incrementare le spese per la sicurezza vedremo come, con quali percentuali - ha proseguito Tajani -. Però l'Italia vorrà fare la sua parte perché siamo convinti che sia nostro dovere garantire la sicurezza". Il leader di Forza Italia ribadisce il concetto che il concetto di sicurezza debba essere esteso: "Infrastrutture cibernetiche, infrastrutture portuali, aeroportuali, ferroviarie e autostradali servono per garantire la sicurezza" ma la sicurezza "a mio avviso sono anche ospedali in grado di curare e accogliere popolazioni civili in caso di attacco con armi nucleari, biologiche e chimiche".

Dopo avere superato il primo step, ora sull'obiettivo del 5% del Pil in spesa della difesa "ci vuole tempo: adesso abbiamo raggiunto il 2%, ora vedremo quali saranno le richieste, si parla del 5% da raggiungere nel giro di alcuni anni, vedremo quanti, vedremo quali saranno i criteri, come sarà diviso questo 5% - aggiunge Tajan -. Parteciperemo alla discussione e vedremo di continuare comunque a lavorare in questa direzione di una crescita di investimenti per la sicurezza". Per quanto riguarda la modulazione della spesa "io credo che sarebbe giusto il 3%" in spesa militare in senso più stretto e "il 2%" in sicurezza, "sarebbe più equilibrato, perché io credo molto in un sistema di sicurezza più ampio", ha dichiarato nuovamente.

Per quanto riguarda i negoziati di pace a Istanbul, la Russia non può e non vuole accelerare i tempi per mettere finire alla guerra in Ucraina "perché deve riconvertire un esercito di un milione di persone che guadagna il doppio di quanto guadagna un operaio russo - sottolinea Tajani - e tutta l'industria è orientata alla produzione militare e quindi Putin avrebbe ripercussioni sociali non indifferenti, però questa è una questione che riguarda la Russia che ha provocato la guerra, che ha voluto la guerra, è l'aggressore".

Confermando di non fidarsi assolutamente di Vladimir Putin, il ministro degli Esteri conferma che verrà garantito "sostegno totale all'Ucraina e impegno per la ricostruzione, cosa che a noi sta particolarmente a cuore" visto che è stato confermato per il 10 e l'11 luglio la Ukraine Recovery Conference "coinvolgendo i privati", ha concluso.

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