
L'emergenza educativa e sociale è sempre più allarmante. Tra minori che navigano su siti pornografici, adolescenti con disturbi del sonno e un’impennata delle bocciature legata all'uso compulsivo dei dispositivi digitali, il quadro che emerge è preoccupante. Perciò il governo guidato da Giorgia Meloni è pronto a un giro di vite per disintossicare le nuove generazioni. L'annuncio è arrivato da Giuseppe Valditara, che ha anticipato l'intenzione di accelerare: "Per il prossimo anno scolastico noi vorremmo vietare l'uso del cellulare anche per le scuole superiori".
Il ministro dell'Istruzione e del Merito, intervenuto durante la trasmissione Cinque Minuti su Rai 1, ha poi ribadito l'importanza di prestare molta attenzione all'uso dei social network sotto i 15 anni; a tal proposito ha espresso l'augurio che la proposta di legge bipartisan in discussione in Parlamento venga approvata in tempi rapidi, senza ostacoli, per rispondere subito al problema.
La stretta del governo è dettata da numeri inquietanti. Valditara ha parlato di bambini di 6 anni che vanno sui siti porno e del 38% di ragazzi che soffre di disturbi del sonno a causa del cellulare. E poi c'è un dato che merita di essere analizzato e che offre doverosi spunti di riflessione: è stato registrato il triplo delle bocciature o di insuccesso scolastico per gli studenti che fanno un uso smodato del cellulare. "Credo che la via più efficace sia quella di abituare i ragazzi a disintossicarsi, e a ritornare all'uso del libro, al rapporto concreto con la carta e la penna", ha affermato il ministro.
Non si tratta di un ritorno al passato, ma di una reazione giustificata se si considera il livello allarmante sulle competenze e sul successo scolastico. Ecco perché l'esecutivo ritiene indispensabile restituire valore al rapporto diretto con lo studio, la carta, la penna. Un bagno di realtà, lontano dall'intrattenimento passivo che da una parte connette tutti al mondo intero ma dall'altro genera un pericolosissimo isolamento.
Valditara si è infine espresso sul post choc del professore che su Facebook ha augurato alla figlia di Meloni di fare la stessa fine di Martina Carbonaro, la ragazza di 14 anni uccisa dal suo ex fidanzato ad Afragola. "Il rischio del licenziamento sicuramente c'è", ha fatto sapere il ministro.
Che - pur non volendo entrare nel merito del procedimento disciplinare - ha espresso il suo giudizio: "Chi inneggia alla violenza o sui social compie azioni di disprezzo verso la vita e fa azioni veramente inqualificabili ritengo che sia incompatibile con l'insegnamento".