
Il copione strampalato della sinistra sul fascismo e sul pericolo anti-democratico in Italia aveva risparmiato alcuni partiti dell'opposizione, tra cui quelli di Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Ma, con il passare dei mesi, entrambi hanno abbandonato quell'onorevole tratto distintivo e si sono lasciati andare a delle dichiarazioni che - pur non nominando la dittatura - strizzano l'occhio alle tesi sgangherate su un presunto assetto che si starebbe affermando in Italia per comprimere le libertà. E il leader di Italia Viva nelle ultime ore è passato all'attacco frontale contro Giorgia Meloni, l'ossessione dei politici che sono stati bocciati dagli italiani il 25 settembre 2022.
Renzi, intervistato da Giovanni Floris a Dimartedì su La7, ha elencato una serie di accuse nei confronti del governo di centrodestra, dai contenuti del decreto Sicurezza al rimpatrio di Almasri. "Nel Paese della P2 questi hanno regolarizzato per i Servizi segreti la possibilità di fare organizzazioni criminali terroristiche, e tutti zitti. Perché di queste cose... Spiano i giornalisti e nessuno dice niente, mettono la macchina ai Servizi segreti a controllare il fidanzato della premier e nessuno dice niente, rimandano con il volo di Stato un terrorista criminale che ha violentato delle bambine e nessuno dice niente", sono state le bordate sganciate dall'ex presidente del Consiglio. Che ha concluso il suo intervento con un'offensiva diretta a Meloni: "Questo mi preoccupa di lei. Ha passato il confine e si è presa i pieni poteri. Almeno Salvini se li chiedeva in mutande, non ci credeva nessuno. Lei è più pericolosa".
L'arringa agitata di Renzi merita di essere analizzata con delle precisazioni doverose, per fare chiarezza su alcune esternazioni fatte a favore di telecamere per rafforzare la teoria dei pieni poteri che il presidente del Consiglio si sarebbe riservato. Si tratta di una formula retorica priva di fondamento nei fatti: il governo agisce entro i confini costituzionali di democrazia, con leggi approvate dal Parlamento e sotto il controllo del Capo dello Stato Sergio Mattarella. Parlare di “pieni poteri” è la solita semplificazione propagandistica che ignora il funzionamento reale delle istituzioni democratiche italiane.
Quanto all'accusa rivolta al contenuto del decreto Sicurezza, bisogna tenere a mente il ragionamento dell'esecutivo. Perché estendere la scriminante anche a chi organizza o dirige gruppi terroristici? Per ragioni legate all'efficacia operativa. Le informazioni più rilevanti – come piani d'attacco, mezzi impiegati o strutture logistiche – sono spesso accessibili solo a chi ricopre ruoli di vertice in queste organizzazioni. Per questo, affinché le operazioni di Intelligence abbiano successo, è essenziale che le fonti possano arrivare a posizioni di comando all’interno dei gruppi, anche contribuendo alla loro gestione.
Impedire questa possibilità, proprio quando si potrebbero ottenere i dati più cruciali, significherebbe compromettere l'intera missione. Ma per capirlo bisognerebbe andare oltre la propaganda d'opposizione. Ammesso che la banda di sinistra voglia farlo.