Interni

Dalla manovra al caso Gpa: in Parlamento la sinistra fa solo harakiri

La mozione di sfiducia respinta contro la Santanchè è solamente l'ultimo grande suicidio politico dei giallorossi che è da nove mesi che riescono solo a rafforzare il governo

Manovra, Santanchè, Gpa: la sinistra fa solo harakiri in Parlamento

Ascolta ora: "Manovra, Santanchè, Gpa: la sinistra fa solo harakiri in Parlamento"

Manovra, Santanchè, Gpa: la sinistra fa solo harakiri in Parlamento

00:00 / 00:00
100 %

Ci sta provando in tutti i modi a dare continuamente spallate al governo ma, ogni volta che ha tentato di mettere ko il governo, alla fine è stata la sinistra a finire al tappeto. Davanti alla granitica compattezza della maggioranza, l'opposizione si ritrova costantemente con un pugno di mosche in mano. La mozione di sfiducia contro Daniela Santanchè e il voto sulla maternità surrogata, avvenuti entrambe nella giornata di ieri, sono state le ultimissime prove su strada di un fallimento totale del progetto alternativo avanzato (soprattutto) da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Le eventuali (ma inesistenti) divisioni del centrodestra si trasformano in crepe se si parla dell'ammucchiata giallorossa, autrice di autogol politici clamorosi.

Sinistra in tilt su finanziaria e riforme

La collezione di harakiri della sinistra comincia già fin dalle primissime settimane della vita del governo Meloni. Dopo il giuramento davanti a Sergio Mattarella, la squadra di ministri guidata da Giorgia Meloni ha pochissimi giorni davanti a sé per mettere in campo una manovra economica che abbatta il caro delle bollette energetiche e che comunque mantenga i conti dello Stato in ordine, senza cadere nel pericolosissimo esercizio provvisorio: risultati tutti raggiunti dall'esecutivo. L'opposizione avrebbe avuto modo di potere portare in Parlamento alcune proposte per stimolare il governo e migliorare ulteriormente la legge di bilancio: invece il centrosinistra riesce clamorosamente a spaccarsi sull'iniziativa della Cgil di scendere in piazza contro la finanziaria il 17 dicembre 2022: meno di due mesi dopo l'insediamento del centrodestra a Palazzo Chigi. Una scelta politica completamente insensata, considerato anche lo strano timing.

E mentre Pd, Cinque Stelle e Terzo Polo continuano a inizio 2023 a percorrere strade diversissime sul tema dell'invio delle armi in Ucraina e sulla riforma della Giustizia e quella costituzionale del presidenzialismo, le elezioni Regionali che si tengono a metà febbraio in Lombardia e in Lazio rendono plastica la situazione: se al Nord ci sono dem e grillini a sostenere la candidatura di Majorino a governatore e il Terzo Polo appoggia la Moratti, nel Centro Italia sono Italia Viva e Azione ad andare a braccetto con i piddini nel sostegno a D'Amato lasciando i pentastellati da soli. Il risultato non può che essere un inevitabile trionfo del centrodestra in entrambe le regioni, con una maggioranza assoluta ottenuta (e comunque non richiesta) che non lascia spazio a desideri inesauditi di detronizzare Attilio Fontana o di confermare la politica amministrativa di Nicola Zingaretti.

Superbonus, Antimafia, elezioni amministrative

Conte agita la bandiera del Superbonus, cancellato dal governo Meloni, e promette battaglia in tutte le sedi politiche e nelle piazze; Calenda, però, stoppa sul nascere tutte le velleità di Giuseppi e si dichiara a favore della cancellazione delle cessioni del credito relativa alla norma voluta dai Cinque Stelle. Giallorossi e Terzo Polo riescono persino a litigare sulla modalità con la quale doveva essere eletto il nuovo presidente della commissione Antimafia. Il centrodestra mette sul tavolo il nome dell'onorevole Chiara Colosimo di Fratelli d'Italia, ma l'opposizione insorge a causa della vicinanza della deputata con l'ex membro dei Nar, Luigi Ciavardini, condannato a 30 anni per la strage di Bologna. Per manifestare la loro contrarietà, Pd e 5S lasciano l'aula al momento del voto, a differenza del Terzo Polo che rimane in commissione. Risultato? Colosimo viene designata al primo scrutinio con tutti i voti della maggioranza, mentre le opposizioni si tirano i piatti per come è stata gestita la strategia politica.

I suicidi politici toccano l'apice elettorale con la competizione Comunale che affonda definitivamente ogni idea di un'alleanza giallorossa, che perde praticamente in ogni capoluogo di Provincia andato al voto nonché in tutte le Regioni in cui i cittadini erano stati chiamati a esprimersi. Anche lo salario minimo diventa occasione di scontro all'interno delle opposizioni, con i renziani che si sfilano dalla proposta di legga unitaria di Pd, 5 Stelle, Azione e Alleanza Sinistra-Verdi. Quello che, infine, è capitato nella giornata del 26 luglio – con gli autogol sulla mozione contro la Santanchè proposta dal Movimento 5 Stelle e l'emendamento di Riccardo Magi a favore dell'utero in affitto - delinea poi in maniera evidente quanto la sinistra riesca a farsi del male tranquillamente da sola. Assomiglia un po' al personaggio di Willy il Coyote: più organizza trappole contro lo struzzo Beep Beep, più sprofonda nel burrone.

E dire che, per certi versi, i Looney Tunes sono più credibili di certi grillini che siedono in Parlamento.

Commenti