"La democrazia...". Scontro tra Gruber, Travaglio e Augias sull'Ue

Scintille in diretta tv tra i due giornalisti durante la puntata di "Otto e mezzo" su quali dovrebbero essere i giusti meccanismi di funzionamento dell'Unione europea. Interviene anche Corrado Augias

"La democrazia...". Scontro tra Gruber, Travaglio e Augias sull'Ue
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Si sfiora la rissa durante la puntata di "Otto e mezzo" andata in onda su La7 martedì 3 giugno nel pieno di una discussione tra tre persone che (tra l'altro) non sarebbero teoricamente così troppo distanti ideologicamente. Fatto sta il confronto nato tra la conduttrice Lilli Gruber, il direttore del Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, e anche il giornalista Corrado Augias sulla visione dell'Unione europea e sulle prospettive di una possibile Comunità a due velocità è stato particolarmente vivace e acceso.

Tutto nasce da quando Gruber ha preso le distanze dall'analisi di Travaglio, il quale aveva appena criticato l'ipotesi di un'Ue ristretta guidata da pochi Paesi: "Io mi batto per un'Europa democratica, non per un'Europa oligarchica dove si trovano tre o quattro Paesi europei", aveva sentenziato il giornalista torinese in collegamente dalla redazione del Fatto. La presentatrice aveva quindi replicato in questo modo: "La democrazia non è l'unanimità. Le democrazie funzionano con delle maggioranze". Ma la contro-osservazione di Travaglio non si è fatta attendere più di tanto: "La democrazia è il Parlamento che vota".

A questo punto il botta e risposta tra i due procede serrato: "No, non è solo il Parlamento che vota. La Ue è una costruzione molto complicata - ha affermato Gruber -. L'Europa delineata da Marco Travaglio è così adesso, ma continuare ad avere il diritto di veto e l'unanimità è esattamente quello che non consente alla Ue di funzionare su nessun dossier delicato. E chi è più contrario al fatto che la Ue funzioni?", si era poi chiesta la conduttrice. Ma "naturalmente" i Paesi che hanno al potere "governi sovranisti, populisti e nazionalisti. Questo bisogna ricordarcelo molto bene, perché altrimenti si rischia di non capire bene in che direzione stiamo andando".

In ogni caso, per l'ex collaboratore televisivo di Michele Santoro le regole in Unione europea "sono queste e oggi vanno rispettate fino a quando non verranno cambiate". La giornalista gli va sopra la voce con tono seccato: "No, l'argomento 'quattro o cinque oligarchi che decidono in Europa' non esiste". "È quello che avete appena detto: 'Quattro o cinque fanno parte del primo gruppo che traina tutti gli altri'", interrompe Travaglio. Ma Gruber rilancia: "Sono capi di governo, non sono oligarchi".

Il direttore del Fatto intende comunque chiarire la propria posizione: "Io non ho detto che oggi Macron, Merz, Tusk e Starmer sono oligarchi nei loro paesi. Ho detto che non vorrei un'Europa come quella che disegnava Augias nella quale tre o quattro persone, che legittimamente governano i loro paesi, diventino degli oligarchi per comandare su tutti i 27 che invece non li hanno eletti - dice il direttore del Fatto Quotidiano -. Lo so benissimo che sono tutti presidenti o primi ministri che hanno avuto i voti, ci mancherebbe altro".

A intervenire è poi lo stesso Corrado Augias, tirato in ballo da Travaglio che ribadisce la proposta enunciata pochi minuti prima: "Quei quattro o cinque Paesi europei potrebbero essere l'embrione di quell'Europa a doppia velocità che aspettiamo da tanto tempo". Ma Travaglio respinge l'idea: "Ma l'aspetti tu, Corrado. Io ne voglio un'altra. Sarò libero di volerne un'altra?". "Ma figurati", replica Augias. "Perché dobbiamo volere tutti la stessa cosa? Io voglio un'altra Europa, non voglio niente a due velocità. Voglio che tutti votino e che il loro voto conti uno, anche se per voi sono brutti, sporchi e cattivi", insiste Travaglio.

"Vuol dire bloccare tutto", ribadisce il punto Augias. Tuttavia il suo diretto interlocutore conferma che "le regole europee attualmente sono quelle. Quindi vanno rispettate finché non cambiano".

Al commento del giornalista novantenne per cui "una delle ragioni per le quali l'Europa si è fermata è che pretendere che 27 paesi votino in modo da mandarla avanti è praticamente impossibile. Dai, ammettiamolo". Travaglio chiosa infine: "Col Covid non è stato così, sono stati unanimi".

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