Guerra in Ucraina

"Hanno pagato il gas in rubli", "Falso". Giallo sul "ricatto" di Mosca

Per Gazprom ben quattro Stati avrebbero aderito alla richiesta russa all'Ue di pagare il gas in rubli. Ma una delle nazioni "indiziate", l'Austria, nega seccamente

"Hanno pagato il gas in rubli", "Falso". Giallo sul "ricatto" di Mosca

Quattro acquirenti europei avrebbero già pagato in rubli il gas di Gazprom e dieci hanno aperto i conti presso Gazprombank necessari per assecondare la richiesta di Mosca di pagare in valuta locale. Lo riportano fonti del colosso energetico Gazprom nella giornata odierna, riprese dalle agenzie a partire da Bloomberg. Dopo che nella giornata di ieri Polonia e Bulgaria si sono rifiutate di saldare in rubli i pagamenti dovuti lo scorso 26 aprile le forniture ai due Paesi sono state sospese mentre nell'immediato non sono previsti ulteriori tagli in quanto i prossimi pagamenti arriveranno a scadenza nella seconda metà di maggio.

Ma secondo quanto Gazprom ha voluto anticipare, diversi Paesi dell'Unione Europea starebbero preparandosi a mediare con il diktat russo espresso nella giornata dell'1 aprile dal presidente Vladimir Putin. In totale, l'elenco degli acquirenti di gas russo nell'elenco dei Paesi considerati "ostili" da Mosca comprende 21 Stati tra i 48 facenti parti dell'elenco. tra cui anche l'Italia. Oggi, dopo lo stop dei flussi a Bulgaria e Polonia, il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, si era espresso a favore dell'interruzione delle forniture a tutti i Paesi non amici.

Si paleserebbe, qualora questo fosse confermato, un duro colpo alla tenuta del fronte occidentale delle sanzioni contro la Russia. La "fame" di energia di molti Paesi sopravanza le necessità di mantenere la compattezza del contenimento antirusso e già oggi si erano diffuse notizie secondo cui uno di questi Paesi potesse essere l'Austria, membro dell'Unione Europea ma non della Nato il cui cancelliere Karl Nehammer ha provato a mantenere aperto il dialogo con Putin anche nelle scorse settimane. Ma "l'Austria continuerà a pagare il gas russo in euro", ha chiarito su Twitter Nehammer, che ha smentito quanto riportato dall'agenzia di stampa russa Tass secondo la quale Vienna avrebbe deciso di pagare il gas russo in rubli. "Prima che le fake news della propaganda russa vengano diffuse ulteriormente", ha scritto Nehammer su Twtter, l'Austria "ovviamente continuerà a pagare in euro le consegne di gas dalla Russia". Allo stesso tempo, ha detto Nehammer, "l'Austria si attiene alla virgola alle sanzioni concordate con l'Ue".

A scatenare il tam-tam era stato il chiarimento di Vienna sul proseguimento delle forniture energetiche dalla Russia. "Il gas russo fluisce in Austria senza interruzioni". Lo ha annunciato la ministra austriaca di Clima, energia e ambiente, Leonore Gewesslerm questa mattina a Vienna dopo il Consiglio dei ministri. Gewessler ha aggiunto che "consegne illimitate vengono effettuate tramite le rotte di rifornimento 'Nord Stream' e Ucraina". La ministra ha sottolineato che la rete bulgara "non ha nulla a che fare con la rete austriaca". Per quanto riguarda il gasdotto 'Yamal' verso la Polonia che è anche collegato all'Austria, la Gewessler ha affermato che nei giorni scorsi era fluito "poco gas".

I prossimi giorni saranno dunque decisivi per capire che Paesi avranno soddisfatto la richiesta della Russia: a inizio aprile era stato il primo ministro ungherese Viktor Orban a dirsi possibilista sull'opzione di un pagamento delle forniture in rubli. Ma molte carte non saranno effettivamente scoperte fino a fine maggio. Far trapelare questa notizia, sul fronte di Gazprom, ha una valenza politica: aiuta a fare il gioco del Cremlino presentando la visione di un fronte europeo meno compatto di quanto sembri. E contribuisce a mantenere elevati i prezzi del gas: dopo la fiammata iniziale, oggi il prezzo dell'oro blu a Amsterdam è a 107 euro per future (+4%) e il mercato andrà attentamente monitorato nelle prossime settimane.

Specie se l'annuncio di Gazprom troverà conferma.

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